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Conquistati ogni giorno un nuovo orizzonte.

Manipur

Tutto immaginavo nella mia vita tranne passare il Natale nella regione del Manipur indiano.
Qui, in una fattoria organica, sono stato accolto come uno di famiglia e ho passato uno dei natali più strani che potessi immaginare.
Mi manca la mia famiglia, i miei amici e le persone più speciali della mia vita.

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L'incontro con Charlie, un irlandese divenuto Baba

With Charlie Baba

Durante la mia esperienza in Nepal ho avuto l'opportunità di conoscere Charlie, un ragazzo irlandese che ha messo radici a Kathmandu. Vive nella capitale nepalese da circa dieci anni e durante il mio ritorno in questa nazione sono stato ospite a casa sua per un paio di giorni, ora sulle montagne dell'Himalaya. Qui ha un umile dimora, quattro mucche, tanta terra da coltivare e anche qualche cucciolo di cane.

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Il frutto degli angeli…

Il frutto degli angeli…
A cura della Dr.ssa Alessandra BosettiDietista ClinicoClinica Pediatrica – A.O. Luigi Sacco, MilanoLa papaya (Carica papaya)Si presenta come un piccolo albero poco ramificato a fusto alto sino a 5–10 m. Il tronco, anche negli esemplari maturi, ha una consistenza tenera, poco legnosa, e presenta cicatrici prodotte dalla crescita e caduta delle foglie superiori. La linfa è di consistenza lattea e tossica allo stato naturale per l'essere umano, potendo produrre irritazioni allergiche al contatto con la pelle.I frutti hanno una consistenza delicata e una forma oblunga e possono essere di color verde, giallo, arancio o rosa. Possono pesare fino a 9 kg. Per esigenze di commercializzazione nella maggior parte dei casi non devono pesare più di 500 o 600 g, specialmente nelle varietà di piante nane, molto produttive e destinate generalmente alla esportazione, per essere più trasportabili e durare di più dopo la raccolta fino al momento del loro consumo. La dimensione dei frutti diminuisce in funzione della età della pianta. I frutti e i fiori si trovano in grappoli subito sotto la inserzione dei piccioli delle foglie palmate. La pianta non è esigente in quanto ai suoli, potendo svilupparsi in qualunque terreno abbandonato o perfino in grandi vasi. È una delle piante più produttive in relazione alla sua dimensione perché fiorisce continuamente e ha sempre allo stesso tempo fiori e frutti. Lo sviluppo dei frutti causa la caduta delle foglie inferiori, quindi i frutti sono sempre allo scoperto rispetto alle foglie, esposti alla luce solare.La papaia è conosciuta come frutta da consumo, tanto come frutto intero che come frullato e dolce (elaborati con frutta verde bollita con zucchero), e ha alcune proprietà notevoli per facilitare la digestione degli alimenti di difficile assimilazione.Il frutto, di grandi dimensioni, ha un uso simile ad un melone allungato ha una polpa dolce e profumata e semi mangerecci, gelatinosi, piccanti della dimensione di un pisello.In Thailandia il frutto acerbo, tagliato a julienne, serve come base per il Som Tam (thai: ส้มตํา) nota come "papaya salad". Nelle Filippine, dove gli alberi di papaya sono spesso coltivati nei pressi delle abitazioni, il frutto viene regolarmente consumato fresco e utilizzato come ingrediente per la preparazione di numerosi piatti locali come l'atchara, ilumpia e in diverse ricette di pollo e maiale. Dalla papaia si estrae la papaina (come l’ananas) principio attivo con funzione proteolitica (utile nei pasti iperproteici).Contrariamente alla credenza popolare esso non favorisce il dimagrimento, ma la semplice digestione delle proteine.Di questo enzima se ne producono più di 1000 tonnellate annuali nel mondo e viene usato nella fabbricazione di birra, cosmetici e nell'industria alimentare. La papaina è impiegata anche per ammorbidire le carni: nei barbecue si usa il succo che fluisce tagliando la corteccia della papaia verde per versarlo sopra la carne, rendendola molto tenera e succosa.E’ quanto suggerito da uno studio del BS, Agriculture and Agribusiness Department dell’Università di Karachi, in Pakistan.Lo studio, condotto principalmente da KU - Mariam Naseem e Muhammad Kamran Nasir, si è focalizzato sui semi di papaya che sono considerati ricchi di flavonoidi e polifenoli – note sostanze antiossidanti – che, tra l’altro, proteggono dalle infezioni batteriche.Le sostanze contenute nella papaya, spiegano gli autori al Pakistan Daily Times, prevengono le disfunzioni renali e possono liberare l’intestino dai germi. Per esempio, i ricercatori, riportano come in Nigeria sia stato possibile liberare il 76,7 per cento dei bambini da vermi e batteri nocivi intestinali.Questo frutto è molto ricco di antiossidanti come selenio, flavonoidi, carotene, provitamina A; i carotenoidi in particolare sono presenti in quantità superiore al Pompelmo, all'Avocado, alle Arance, al Kiwi, e persino alle Carote. I principali carotenoidi sono il Licopene e la B-criptoxantina, che insieme agli altri antiossidanti proteggono le cellule dai radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento cellulare, che può causare gravi malattie degenerative. I flavonoidi regolano la permeabilità delle pareti dei vasi sanguigni, quindi sono importanti per il microcircolo e per la circolazione in generale. La Papaya è molto ricca anche di minerali, quali potassio, magnesio e calcio in forma organica, assimilabile, e di enzimi che tanta importanza rivestono in tutte le razioni chimiche che avvengono nel nostro organismo, e che senza di essi non si potrebbero verificare in modo compatibile con la vita. In uno studio recente pubblicato su Archives of Ophthalmology si dimostra che il consumo di 3 porzioni di papaia fresca al giorno, possono ridurre il rischio di ARMD di degenerazione maculare età-correlata, la prima causa di riduzione della vista nella popolazione anziana.Esiste in commercio un “complemento alimentare funzionale”o Nautraceutico, di papaia fermentata (l'FPP® - Fermented Papaya Preparation - (o Immun'Âge®) la tradizione giapponese che vanta grande esperienza nelle tecniche di fermentazione, applicate all'alimentazione ed alla farmaceutica, ha suggerito la formulazione di questo alimento funzionale dalle proprietà antiaging e protettive.La lunga bio-fermentazione, della durata di 10 mesi, è la condizione essenziale per conferire alla materia prima queste proprietà: grazie a questo processo si ottengono nuovi componenti che non si limitano ad agire da “spazzini” di radicali liberi ma ottimizzano anche le funzioni del sistema antiossidante endogeno dell’organismo, proteggendo le membrane cellulari e il DNA dallo stress ossidativo.questa Altre indicazioni al consumo di papaia: digestione lenta, disturbi di tipo dispeptico come flatulenza, gonfiori intestinali, pesantezza postprandiale, soprattutto dopo pasti proteici abbondanti; stati di intossicazione da tossine e sostanze di scarto; invecchiamento precoce. carta di identità nutrizionaleEnergia: 28Kcal Protidi: 0.40gLipidi: 0,10gCHO: 6,90 g di cui solubili: 6,90g* attenzione: il succo di papaia ha un elevato IG Fibra alimentare: 2,30g
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L'India e il diabete: un rapporto difficile

Mumbai

Tre mesi in India. Tanto è durata la mia avventura in questo meraviglioso paese. Spiritualità orientale e tanta energia positiva, culture e religioni diverse, così come cibi e abitudini.
Ma attraversarla da est a ovest e poi da nord a sud ha significato, per la prima volta in questa mia avventura, entrare in contatto con persone diabetiche. Il diabete, soprattutto quello di tipo 2, qui è diffusissimo.

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La felicità non è uno stato a cui arrivare, ma un modo di viaggiare

Varanasi


Non dimenticherò mai i tramonti indiani.
Sono diversi da qualunque altro tramonto. L'aria è evanescente e si colora di rosa per circa mezz'ora, prima di voltare all'arancio e al rosso. Probabilmente il paesaggio e le condizioni climatiche dettano questa atmosfera. È possibile vederli ovunque, eccetto nelle isole e in montagna. I miei preferiti sono stati quelli visti attraverso le grate dei finestrini dei treni. Quando attraversavo le campagne, tra palme e risaie. Le donne al lavoro, cariche sulla testa. I bambini a giocare sui binari ad esplodere di gioia e saluti quando il treno passava.

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Seconda stella a destra, questo è il cammino...

Isole Andamane

Seconda stella a destra, questo è il cammino…

Quando ero piccolo una delle mie favole preferite era quella di Peter Pan. Non tanto per la figura in sé dell’eterno ragazzo, quanto piuttosto per l’immacolata Isola che non c’è. In molte storie d’infanzia esistono luoghi di questo tipo: il paese dei balocchi, oppure la fabbrica di cioccolato, o ancora le case di zucchero e marzapane. Nulla aveva mai attratto la mia immaginazione come l’isola di Capitan Uncino.

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La Varanasi del sud

Gokarna

Centocinquanta giorni. Tanti ne sono passati dal giorno della mia partenza. Da Piacenza, piccola città emiliana fino a Mumbai, metropoli da 17 milioni di persone sulla costa ovest dell’India. Attraverso mezza Europa fino in Russia. E poi la Mongolia e la Cina, il Tibet e il Nepal. Dalle steppe asiatiche alle montagne himalayane, desertiche sul versante tibetano, verdi e lussureggianti su quello nepalese. E poi la Ganga, il suo scorrere lento e sacro, la giungla e le risaie.
Finalmente dopo tanta terra e polvere sono arrivato ad un passo dal mare, di fronte all’oceano indiano.

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L'eternità qui, come scintilla

Ellora


Arrivo a Mumbai all'alba, dopo un viaggio interminabile da Udaipur, passando per Indore. Circa due giorni e mezzo di viaggio per essere catapultato nel sud dell'India.
Mumbai è gigantesca, sono circa 17 milioni i suoi abitanti. Le strade sono pulite e qua e là si intravedono vecchi palazzi coloniali.

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18 Ottobre 2014 - Diario di bordo

Eccomi qui, a Chennai. Quando guardo questa cartina del mondo in cui ho attraversato mezza Asia senza neanche un aereo mi vengono i brividi.Tra poco salperà la barca che mi porterà in circa 60 ore alle isole Andamane. Sono isole incontaminate più vicine alla Thailandia che all'India. È per questo motivo che questo potrebbe essere il mio saluto a questa meravigliosa nazione.Potrebbe perché la mia avventura prevede di fare barca-stop, ovvero riuscire a trovare una barca che mi dia un passaggio fino in Thailandia. Non è uno sfizio o un capriccio per rendere la mia avventura più elettrizzante. La realtà è che non esistono barche ufficiali per compiere questo tratto di mare. Ho circa 10 giorni per riuscire nel mio intento, diversamente dovró tornarmene in India in fretta e furia e uscire dal paese entro pochissimo dato che ho il visto in scadenza. Mangio quello che può essere l'ultimo Masala Dosa di questa avventura con un po' di malinconia per l'esperienza indiana ormai al tramonto e la voglia di riuscire a compiere qualcosa in cui pochi sono riusciti.Per almeno quattro giorni non sarò on line, ci vediamo alle isole Andamane, dove la mia avventura inizierà seriamente a tingersi di incognite meravigliose. Ps: Ho un piano B, tranquilli che non mollo e non prenderò aerei, ma spero di potervi dire tra qualche settimana che "adoro i piani ben riusciti"Fate il tifo per me e... Stay tuned!!!
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Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi

Udaipur with Lokesh


Esistono persone che hanno poco o nulla con cui vivere. Lokesh è una di queste persone. È un artista nella città di Udaipur, famosa per una particolare tecnica di pittura in miniatura. Con pennelli fatti in peli di scoiattolo disegna leggero con piccoli tocchi finissimi. È smilzo e ha occhi grandi e malinconici.

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THE WILLING SUSPENSION OF DISBELIEF FOR THE MOMENT

Bikaner

Il Rajasthan è una delle aree più famose di tutta l'India. Sono arrivato qui all'alba dopo l'ennesimo treno notturno.
L'impressione è stata subito di stupore. Visito dapprima Pushkar, un piccolo villaggio sulle sponde di un lago sacro ricca di bellissimi templi e carica di atmosfera bohémienne. Il paese è piccolo, non ci sono tuk tuk e finalmente pochi clacson la sera. È stato divertente perdersi in quelle stradine diroccate. Ho potuto così godere di templi e botteghe artigiane come gioielli nascosti.

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al confine con il pakistan

https://www.youtube.com/watch?v=zvhmOoZWAaQAl confine tra India e Pakistan, tutte le sere al tramonto, va in scena uno spettacolo che sembra di essere in curva allo stadio! Non ho capito se alla fine si amano o si odiano, ma di sicuro è una delle cose più strane che abbia mai visto!Check it out!
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al confine con il pakistan

Pakistan Border

Al confine tra India e Pakistan, tutte le sere al tramonto, va in scena uno spettacolo che sembra di essere in curva allo stadio! Non ho capito se alla fine si amano o si odiano, ma di sicuro è una delle cose più strane che abbia mai visto!
Check it out!

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Quello che non hai mai visto lo trovi dove non sei mai stato

Amritsar

Sono ad Amritsar, nello stato del Punjab, al confine con il Pakistan. La città è sacra alla popolazione Sikh e qui vi è un posto magico e spettacolare: il Golden Temple. Un tempio dorato e galleggiante in mezzo ad un lago d'acqua sacra chiuso da mura in marmo bianchissimo. Pulito e puro, un immagine da lasciare senza fiato.
In tutto il Punjab vi è la più grande concentrazione di credenti Sikh al mondo.
Un Sikh lo riconosci subito: barba folta, baffi all'insù, turbanti colorati in testa. Sono eleganti e hanno classe oltre a stile. Portano sempre con sé un coltello e un pettine, mentre hanno al braccio un braccialetto di metallo e indossano grossi mutandoni.

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Comunque scegliate di arricchire la vostra esperienza di un luogo, provate sempre cose nuove. E continuerete ad imparare.

Rishikesh

1968, Rishikesh, Uttarakhand, India.
Tutto il mondo e la contro cultura giovanile di quegli anni guardava con attenzione a questa località dispersa ai piedi dell'Himalaya sulle rive di una Ganga poco più che un torrente.
I Beatles, all'apice della loro carriera, avevano deciso di isolarsi dal mondo per quattro mesi ritirandosi nell'Ashram del guru Maharishi Mahesh Yogi. Si conosce oggettivamente poco di quell'esperienza intima e introspettiva dei Fab Four. Come sempre girano storie e leggende.

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Andare dal barbiere in India...

https://www.youtube.com/watch?v=nLcE5OGmLysSono partito che non volevo tagliarmi nè i capelli, nè la barba per tutti i 1000 giorni di viaggio...Ma non potevo privarmi dell'esperienza di Baba, the Cosmic Barber a Pushkar.Date un'occhiata!
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Andare dal barbiere in India...

Baba the cosmic barber

Sono partito che non volevo tagliarmi nè i capelli, nè la barba per tutti i 1000 giorni di viaggio...

Ma non potevo privarmi dell'esperienza di Baba, the Cosmic Barber a Pushkar.

Date un'occhiata!

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100 giorni di diabete in giro per il mondo

100 giorni di diabete in giro per il mondo
EnglishCento giorni in giro per il mondo con il mio compagno di viaggio da una vita: il diabete. Si è comportato bene, non mi ha fatto dannare. Grazie al dott. Genovese, responsabile dell’u.o. di diabetologia e malattie metaboliche dell' IRCCS Multimedica di Milano, che mi segue dall’inizio dell’avventura, alla mia partenza mi è stato fornito un apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia Abbott Freestyle Navigator che genera un grafico chiamato AGP rivelatosi molto utile. Il grafico riporta i dati di 14 giorni di misurazioni in un giorno “tipo” (lo strumento misura la glicemia ogni minuto). Si possono vedere la mediana delle glicemie e due aree, una in blu più scuro che include i valori dal 25° a l 75° percentile che rappresenta la variabilità della glicemia, e una più chiara che include i valori dal 10° al 90° percentile, ovvero i valori eccessivi sia verso l’alto sia verso il basso.Sono partito che pesavo circa 81 chilogrammi e con una emoglobina glicata pari a 7,6 in discesa rispetto all'ultimo controllo. Il mio profilo glicemico vedeva una mediana buona, ma migliorabile, con picchi soprattutto dopo cena, a causa dei troppi “saluti” prima della partenza. Inoltre tale profilo era dovuto alla mia vita bancaria di allora e difatti sedentaria.A tal proposito il dott. Genovese commentava: "Oltre ai picchi glicemici alla sera dopo cena chedeterminavano un aumento della mediana anche durante la notte, era eccessiva la variabilità glicemica al mattino"Già poche settimane dopo la partenza avevo visto i primi miglioramenti e soprattutto un profilo glicemico diverso rispetto al passato. Avevo aumentato l'attività fisica camminando tanto tutti i giorni, inoltre stavo cambiando le mie abitudini alimentari in virtù del viaggio: ora la colazione non era più dettata da tempi serrati e potevo permettermene una molto più abbondante e varia, privilegiando uova con pane tostato e un succo d'arancia. I pranzi sono diventati più leggeri e mai ad orario fisso, dando priorità alle tempistiche dettate dal viaggio rispetto alla fame. La sera invece mi sono spesso concesso un piatto locale tipico che fosse il più completo possibile. In Russia ogni menù presentava, oltre al prezzo e alla descrizione del cibo, il suo peso, pertanto gestire il diabete e le glicemie é stato quasi un gioco da ragazzi. Ero all'inizio del viaggio, con l'entusiasmo alle stelle, sono sempre stato in forma ed elettrizzato quindi mi concedevo spesso la sera una birretta.Ancora una volta ecco il commento del dott. Genovese: "La mediana delle glicemie alla seraera elevata anche se con meno variabilità!Le colazioni forse erano un po’ troppo ricche di carboidrati e diverse una dall’altra perché c’erano mediana e variabilità elevate a metà mattina" In Mongolia, a causa di un cavo di alimentazione difettoso mi è andato in tilt l'apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia e così sono dovuto tornare alle vecchie misurazioni manuali.Sono arrivato in Cina dopo circa venti giorni e qui l'incognita più grande è stata la scelta dei cibi e comprenderne la loro composizione. Ho ordinato spesso a caso dai menù dei ristoranti e quindi ho dovuto gestire le glicemie con correzioni post prandiali in virtù degli eventuali aumenti glicemici. In Cina con le sue incognite riguardanti il cibo l'apparecchio per il monitoraggio continuo sarebbe tornato molto utile. Il cibo era molto vario e spesso squisito, inoltre ho ritrovato finalmente la frutta e la verdura fresca, dimenticate in Mongolia e in Russia. La dott.ssa Bosetti, nutrizionista all’Ospedale Sacco di Milano, con cui sono sempre stato in contatto costante grazie a whatsapp e mail mi ha dato una grossa mano per valutare i cibi e i relativi indici glicemici. Sono riuscito a mantenermi su buoni livelli anche se talvolta la variabilità è stata troppo elevata. Fortunatamente si trovavano spesso i noodles che sono simili ai nostri spaghetti, tante zuppe gustose e riso al vapore.Dopo circa quaranta giorni sono arrivato in Tibet la cui incognita più grande è stata l'altitudine in quanto ero costantemente sopra i 4000 metri, ma il diabete non pare averne risentito affatto. Ecco il commento del dott.Genovese al riguardo: "Il diario delle glicemie mostrava troppe ipoglicemie post-prandiali ed eccessiva variabilità soprattutto al mattino al risveglio. Invece prima di cena le glicemie erano più stabili" In Nepal invece mi sono fermato due mesi  per prestare servizio in un orfanotrofio. Mi trovavo in in un piccolo villaggio ai piedi del parco naturale di Shivapuri a circa due ore dalla capitale Kathmandu. Qui la mia vita è diventata rurale e basica, così come l'alimentazione. Vista la difficoltà a procurarsi della carne che al villaggio era un vero e proprio lusso sono diventato vegetariano, complici anche i miei compagni di casa i quali lo erano già da diversi anni. Tante verdure di stagione come verza, pomodori, cetrioli, melanzane e peperoni. Mango, mele e banane come frutta. La sera eravamo soliti mangiare in orfanotrofio e si trattava sempre di Dal Bhat, ovvero riso bollito con verdure stufate e zuppetta di legumi. Proprio i legumi si sono rivelati una piacevole scoperta. A colazione riuscivo sempre a cucinarmi due uova mentre a pranzo spesso era l’occasione per un po' di pasta all'italiana! Alcolici e carne eliminati, oltre a grassi condimenti e fritti.In Nepal ho recuperato l'apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia che prontamente mi era stato spedito dal Abbott Italia.I profili glicemici evidenziavano una mediana migliore anche se le glicemie apparivano ancora un po' troppo variabili. Purtroppo il cibo dell'orfanotrofio è molto basico e spesso di cattivo gusto quindi mi capitavano lievi ipoglicemie serali che ho corretto eccessivamente onde non incorrere in fastidiose ipoglicemie notturne.In questo caso il dott.Genovese commentava: "Una mediana delle glicemie più bassa, ma tanta variabilità imputabile a una difficile gestione dei boli di insulina rapida" Mi sono asciugato molto e ho scoperto di aver perso circa 6 chilogrammi dalla partenza. I dosaggi di insulina sono diminuiti di circa il 30% e mi sentivo in gran forma. Ho quindi effettuato un trekking impegnativo sull'Annapurna, ma riuscendo a gestire le glicemie molto bene proprio grazie al sistema di monitoraggio continuo che mi avvisava per tempo di eventuali cali glicemici a cui rimediavo con degli ottimi chapati e frutta fresca. La difficoltà più grande avuta in questi primi giorni è stata tuttavia il corso di meditazione Vipassana effettuato tra il novantesimo ed il centesimo giorno. Si è trattato di un corso durissimo in cui si arrivava a meditare fino a 14 ore al giorno. Vigeva la regola del silenzio nobile ovvero il divieto di parlare o di comunicare in qualsiasi altro modo. Non ho potuto pertanto gestire il diabete con sensori e apparecchio poiché avrebbero distratto la meditazione. Ho optato quindi per il ritorno alle misurazioni manuali e ad una scorta di zucchero sempre in tasca. Non sono riuscito ad accordarmi col dottore per una terapia ad hoc a causa delle scarse connessioni internet e per il divieto di avere con se strumenti di comunicazione. Mi sono pertanto armato di buon senso e attenzioni.La sveglia era alle 4 del mattino, ma la colazione veniva servita alle 6,30. Alle 11 vi era l'unico pranzo della giornata poiché non era prevista cena, ma solo una piccola merenda composta da frutta e riso soffiato alle 5 del pomeriggio. La paura delle ipoglicemie notturne era tanta pertanto i primi giorni mi sono mantenuto molto basso con i dosaggi, probabilmente troppo poiché avevo scordato che, a causa della meditazione, non avrei compiuto alcuna attività fisica durante il giorno. Se con il pranzo ero ampiamente rodato in quanto sempre Dal Bhat, la colazione era tutti i giorni diversa e basata essenzialmente su cereali bolliti e zuppe di legumi. Ho scoperto che il riso bollito nel latte è buonissimo, ma non fa bene al diabete, quella mattina glicemia alle stelle!! Dopo i primi giorni di ambientamento  a variabilità elevata ho trovato il mio equilibrio e sono riuscito a portare a termine il corso con successo. Essendo una meditazione basata sull'osservazione delle sensazioni nel corpo ho trovato facilità nel fare progressi quotidiani proprio grazie al diabete e al fatto che da ben 24 anni sono abituato ad ascoltare il mio corpo per prevenire e gestire ipo e iper glicemie. Infine tal proposito il dott. Genovese commentava: "Dopo il corso di meditazione una buona mediana delle glicemie durante il giorno fino alle prime ore della notte con tendenza al rialzo nelle prime ore del mattino.Molto ridotta la variabilità glicemica."Arrivato al centesimo giorno le glicemie erano molto meno varie e la mediana si è confermata buona. Confido pertanto in un costante miglioramento dei miei valori glicemici nel prosieguo della mia avventura.Il viaggio in solitaria implica inevitabilmente maggiori attenzioni e soprattutto un dialogo costante con il proprio corpo. Aiuta a tenere presente molti aspetti legati all'alimentazione e il cambio delle abitudini non solo alimentari. Ritengo che alcune iperglicemie siano dovute proprio al fatto di evitarsi fastidiose ipoglicemie di difficile gestione quando si è soli "sulla strada". Questo sistema di monitoraggio continuo mi ha aiutato tuttavia tantissimo e ha semplificato la gestione quotidiana del mio compagno di viaggio. ***************************I spent over one hundred days around the world with my lifelong travelling companion: the diabetes. It behaved well. I never had any serious problem. Thanks to dr. Genovese - head of the diabetes and metabolic diseases U.O. at Multimedica IRCCS in Milan - who has been monitoring me since the beginning of this adventure, I was provided with a Abbott Freestyle Navigator device for continuous glucose monitoring, which turned out to be very useful. It generates a graph called AGP: the graph shows the data of 14 days of measurements in a day "type" (the instrument measures the blood glucose levels every minute). There is a median blood glucose and two areas, one in a darker blue that includes the values ​​from the 25th to 75th percentile represents the variability of blood glucose, and a lighter one that includes the values ​​from the 10th to the 90th percentile: the excessive values ​​either upward or downward.I left Italy in May. I weighted about 81 kilograms and I had a glycated hemoglobin value of 7.6, which was already decreased if compared to the one I had during the latest control. The median of my glycemic profile was good, but it could have been better. There were too many peaks, especially after dinner because of the too many "greetings" I did before my departure. Furthermore, this profile was caused by my sedentary life in the bank where I worked.In this regard, Dr. Genovese commented: "In addition to blood sugar high levels in the evening after dinner determined an increase in the median during the night, there was excessive glycemic variability in the morning"Just after a few weeks since I left, I noticed an initial improvement. In particular, my glycemic profile was different from the one I had in the past. As I was increasing physical activity by walking so much every day, I was also changing my eating habits by virtue of my journey. My breakfast was no longer impacted by a frenetic schedule and I was able to have a more generous and various meals. My favourite one was eggs with toast and orange juice. At lunch, my meals became lighter and there were never at the same time as I was privileging my journey schedule rather than my own hunger. In the evening, I often allowed myself a typical local dish that would be as complete as possible. In Russia, in addition to the price and the description, every menu presented the food weight. Consequently, it was very easy to manage diabetes and blood sugar levels. At the time, I was at the beginning of my trip. My enthusiasm was through the roof. I was always in shape and thrilled, and I drank some beer in the evening at times.Once again, here is the comment of dr. Genovese: "The median blood glucose in the evening was high although with less variability! Breakfasts were perhaps a bit too rich in carbohydrates and different from each other because there were middle and high variability in the mid-morning "When I was in Mongolia, the device for continuous glucose monitoring went haywire due to a faulty cable. For this reason, I had to go back to the old fashion of manual measurements. When I arrived in China after twenty days, the biggest problem I had was the choice of food and understanding their ingredients. I often ordered at random from the restaurants’ menus. As a consequence, I had to manage post-prandial blood sugar levels and adjust them by making corrections when they would increase too much. In China, the monitoring device would be very useful because of the uncertainties I experienced with food. There was instead food of all sorts, which was often delicious. Besides, I finally had fresh fruits and vegetables, which I had not found in Mongolia and Russia.I was always in touch via email and whatsapp with dr. Bosetti, a nutritionist of the Sacco Hospital of Milan. She helped me a lot with food evaluation and its glycemic indexes. I managed to keep myself at a good level. Although, the variability was too high at times. Fortunately, it was easy to find noodles, which are similar to our spaghetti, as well as a lot of tasty soups and steamed rice. After about forty days, I arrived in Tibet. Its altitude caused the greatest uncertainty, as I was constantly over 4000 meters. And yet, my diabetes did not seem to be affected by it.Here is the comment of dr.Genovese in this regard: "The diary of blood sugar levels showed too many post-prandial hypoglycemia and excessive variability especially in the morning when Claudio wake up. Instead pre-dinner blood sugar levels were more stable"I stayed two months in Nepal to help an NGO in an orphanage. I lived in a small village close to the Shivapuri national park, just two hours away from the capital Kathmandu. There, my life became rural and basic, so did my diet. Given the difficulty in obtaining meat, which was a real luxury in the village, I became vegetarian, also because of my housemates, who had been vegetarian for several years already. It was easy to find many seasonal vegetables such as cabbage, tomatoes, cucumbers, eggplants and peppers. Also, it was easy to find fruit like mango, apples and bananas. In the evening, we used to eat in the orphanage and every single dinner was based of Dal Bhat, that is, boiled rice with stewed vegetables served with a soup made of beans. I discovered how tasty and healthy legumes are. At breakfast, I was always able to cook two eggs, while lunch often presented the occasion for some Italian pasta! I never drunk alcohol or ate meat and I limited the use of fried and fatty condiments. There, in Nepal, I recovered the device for continuous glucose monitoring that was promptly shipped to me from Italy. Blood glucose profiles showed better blood sugar levels, although they still appeared as a bit too variable. Unfortunately, at the orphanage the food was too basic and often not very good. For this reason, in the evening, my glucose level was often too low and I had to excessively correct it in order to avoid annoying nocturnal hypoglycemia. In this case, dr.Genovese commented: "A median of blood sugar levels lower, but a lot of variability attributable to a difficult management of fast insulin boluses "During this period I became lean. I found out I had lost about 6 kg since my departure. The insulin dosages decreased of about 30% and I felt really good. Afterwards, I made a difficult trekking in the Annapurna. And yet, I handled it very well thanks to the continuous monitoring system. It warned me on time about any low blood sugar drop, which I remedied with excellent chapatis and fresh fruit. During these first hundred days, the greatest difficulty was the Vipassana meditation course, which I attended between the ninetieth and the hundredth day of my journey. It was a tough course in which I practiced meditation for up to 14 hours a day. There was only one significant rule: the noble silence, which is the prohibition to speak or communicate in any other way. Consequently, I was not able to manage diabetes with sensors and my equipment as it would have distracted the meditation. Therefore, I decided to go back to manual measurements and to carry a supply of sugar in my pocket. I did not succeed in agreeing with my doctor on a special therapy because of poor Internet connections and because of the prohibition of having any means of communication. Therefore, I armed myself with common sense and attention. The wake up call was at 4 AM in the morning, but breakfast was served only at 6:30AM. Lunch was at 11 AM. There was no planned dinner, but only a small snack consisting of fruit and puffed rice at 5 PM. Therefore, I was very afraid of nocturnal hypoglycemia during the first few days and I keep my dosages very low. They were probably too much low as I forgot that I would have not done any physical activity during the day because of the meditation. I was already used to eat Dal Bhat, which I had for lunch every day, but breakfast was always different and mainly based on cereals and boiled soups. I discovered that while I liked the porridge, it was not good for diabetes. The glucose increased too much the morning I ate it!After the first few days of acclimatization to high variability, I found my balance and I was able to complete the course successfully. As the meditation was based on the observation of body sensations, I found it easier to make daily progress thanks to the diabetes itself and to the fact that for 24 years I have been used to observe my body sensations in order to prevent and manage hypo and hyper blood sugar levels. Finally this regard Dr. Genovese commented: "After the meditation course there was a good median blood sugar levels throughout the day until the wee hours of the night with the upward trend in the early hours of the morning. Much reduced glycemic variability."Once I arrived to the hundredth day, my blood sugar levels were much less varied and the median was good again. Therefore, I am confident that my blood glucose levels will progressively improve during the rest of my adventure. A solo journey inevitably means being more attentive and, above all, engaging in a constant dialogue with my body. It helps me to keep in mind many aspects related to food and changing habits that are not only related to my diet. I think some hyperglycemia is due precisely to the fact that I want to avoid troublesome hypoglycemia, which would be difficult to manage when I am alone "on the road". However, this continuous monitoring system has helped me a lot and has simplified the daily management of my travelling companion.
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Una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo

Taj mahal

Qui in India esiste un ottima app per lo smartphone che permette di visualizzare in tempo reale la disponibilità dei posti sui treni e procedere direttamente all’acquisto. Comodissima e utilissima. Peccato che per acquistare il treno che da Khajuraho mi portasse ad Agra ha avuto diversi problemi e per ben tre giorni a Varanasi non sono riuscito a completare l’acquisto. Solitamente viaggio in classe sleeper, la più economica, quella che permette di stare a diretto contatto con la gente del posto e per un viaggio di circa otto, dieci ore si spende meno di trecento rupie ovvero circa tre euro. Quella volta mi è andata male, perché quando finalmente son riuscito a prendere i biglietti la classe sleeper era esaurita e così ho fatto l’upgrade alla seconda con aria condizionata. Mi ero un po’ innervosito al riguardo perché costa quasi il triplo, tuttavia ho imparato a prendere tutti questi inconvenienti come piccoli segnali. In Russia, per esempio, grazie ad un inconveniente simile ero riuscito ad evitare un errore madornale che mi avrebbe fatto perdere soldi, tempo e visto di ingresso per la Mongolia.

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Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l'altro

Kajuraho Temples

Il Kāma Sūtra è un antico testo indiano considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull’amore.
Tratta dell’amore, del rapporto tra uomo e donna, del benessere, del senso etico e sì, anche delle unioni sessuali. Per la stragrande maggioranza della popolazione è unicamente un libro sulle posizioni, peraltro alcune veramente difficili, durante l’atto sessuale. Molti ne parlano e pochissimi hanno letto anche solo il libro secondo di questa vastissima opera, ovvero il libro dedicato proprio all’enciclopedia dei piaceri del sesso.

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