fbpx

18 Ottobre 2014 - Diario di bordo

Eccomi qui, a Chennai. Quando guardo questa cartina del mondo in cui ho attraversato mezza Asia senza neanche un aereo mi vengono i brividi.Tra poco salperà la barca che mi porterà in circa 60 ore alle isole Andamane. Sono isole incontaminate più vicine alla Thailandia che all'India. È per questo motivo che questo potrebbe essere il mio saluto a questa meravigliosa nazione.Potrebbe perché la mia avventura prevede di fare barca-stop, ovvero riuscire a trovare una barca che mi dia un passaggio fino in Thailandia. Non è uno sfizio o un capriccio per rendere la mia avventura più elettrizzante. La realtà è che non esistono barche ufficiali per compiere questo tratto di mare. Ho circa 10 giorni per riuscire nel mio intento, diversamente dovró tornarmene in India in fretta e furia e uscire dal paese entro pochissimo dato che ho il visto in scadenza. Mangio quello che può essere l'ultimo Masala Dosa di questa avventura con un po' di malinconia per l'esperienza indiana ormai al tramonto e la voglia di riuscire a compiere qualcosa in cui pochi sono riusciti.Per almeno quattro giorni non sarò on line, ci vediamo alle isole Andamane, dove la mia avventura inizierà seriamente a tingersi di incognite meravigliose. Ps: Ho un piano B, tranquilli che non mollo e non prenderò aerei, ma spero di potervi dire tra qualche settimana che "adoro i piani ben riusciti"Fate il tifo per me e... Stay tuned!!!
  235 Visite
  0 Commenti

100 giorni di diabete in giro per il mondo

100 giorni di diabete in giro per il mondo
EnglishCento giorni in giro per il mondo con il mio compagno di viaggio da una vita: il diabete. Si è comportato bene, non mi ha fatto dannare. Grazie al dott. Genovese, responsabile dell’u.o. di diabetologia e malattie metaboliche dell' IRCCS Multimedica di Milano, che mi segue dall’inizio dell’avventura, alla mia partenza mi è stato fornito un apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia Abbott Freestyle Navigator che genera un grafico chiamato AGP rivelatosi molto utile. Il grafico riporta i dati di 14 giorni di misurazioni in un giorno “tipo” (lo strumento misura la glicemia ogni minuto). Si possono vedere la mediana delle glicemie e due aree, una in blu più scuro che include i valori dal 25° a l 75° percentile che rappresenta la variabilità della glicemia, e una più chiara che include i valori dal 10° al 90° percentile, ovvero i valori eccessivi sia verso l’alto sia verso il basso.Sono partito che pesavo circa 81 chilogrammi e con una emoglobina glicata pari a 7,6 in discesa rispetto all'ultimo controllo. Il mio profilo glicemico vedeva una mediana buona, ma migliorabile, con picchi soprattutto dopo cena, a causa dei troppi “saluti” prima della partenza. Inoltre tale profilo era dovuto alla mia vita bancaria di allora e difatti sedentaria.A tal proposito il dott. Genovese commentava: "Oltre ai picchi glicemici alla sera dopo cena chedeterminavano un aumento della mediana anche durante la notte, era eccessiva la variabilità glicemica al mattino"Già poche settimane dopo la partenza avevo visto i primi miglioramenti e soprattutto un profilo glicemico diverso rispetto al passato. Avevo aumentato l'attività fisica camminando tanto tutti i giorni, inoltre stavo cambiando le mie abitudini alimentari in virtù del viaggio: ora la colazione non era più dettata da tempi serrati e potevo permettermene una molto più abbondante e varia, privilegiando uova con pane tostato e un succo d'arancia. I pranzi sono diventati più leggeri e mai ad orario fisso, dando priorità alle tempistiche dettate dal viaggio rispetto alla fame. La sera invece mi sono spesso concesso un piatto locale tipico che fosse il più completo possibile. In Russia ogni menù presentava, oltre al prezzo e alla descrizione del cibo, il suo peso, pertanto gestire il diabete e le glicemie é stato quasi un gioco da ragazzi. Ero all'inizio del viaggio, con l'entusiasmo alle stelle, sono sempre stato in forma ed elettrizzato quindi mi concedevo spesso la sera una birretta.Ancora una volta ecco il commento del dott. Genovese: "La mediana delle glicemie alla seraera elevata anche se con meno variabilità!Le colazioni forse erano un po’ troppo ricche di carboidrati e diverse una dall’altra perché c’erano mediana e variabilità elevate a metà mattina" In Mongolia, a causa di un cavo di alimentazione difettoso mi è andato in tilt l'apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia e così sono dovuto tornare alle vecchie misurazioni manuali.Sono arrivato in Cina dopo circa venti giorni e qui l'incognita più grande è stata la scelta dei cibi e comprenderne la loro composizione. Ho ordinato spesso a caso dai menù dei ristoranti e quindi ho dovuto gestire le glicemie con correzioni post prandiali in virtù degli eventuali aumenti glicemici. In Cina con le sue incognite riguardanti il cibo l'apparecchio per il monitoraggio continuo sarebbe tornato molto utile. Il cibo era molto vario e spesso squisito, inoltre ho ritrovato finalmente la frutta e la verdura fresca, dimenticate in Mongolia e in Russia. La dott.ssa Bosetti, nutrizionista all’Ospedale Sacco di Milano, con cui sono sempre stato in contatto costante grazie a whatsapp e mail mi ha dato una grossa mano per valutare i cibi e i relativi indici glicemici. Sono riuscito a mantenermi su buoni livelli anche se talvolta la variabilità è stata troppo elevata. Fortunatamente si trovavano spesso i noodles che sono simili ai nostri spaghetti, tante zuppe gustose e riso al vapore.Dopo circa quaranta giorni sono arrivato in Tibet la cui incognita più grande è stata l'altitudine in quanto ero costantemente sopra i 4000 metri, ma il diabete non pare averne risentito affatto. Ecco il commento del dott.Genovese al riguardo: "Il diario delle glicemie mostrava troppe ipoglicemie post-prandiali ed eccessiva variabilità soprattutto al mattino al risveglio. Invece prima di cena le glicemie erano più stabili" In Nepal invece mi sono fermato due mesi  per prestare servizio in un orfanotrofio. Mi trovavo in in un piccolo villaggio ai piedi del parco naturale di Shivapuri a circa due ore dalla capitale Kathmandu. Qui la mia vita è diventata rurale e basica, così come l'alimentazione. Vista la difficoltà a procurarsi della carne che al villaggio era un vero e proprio lusso sono diventato vegetariano, complici anche i miei compagni di casa i quali lo erano già da diversi anni. Tante verdure di stagione come verza, pomodori, cetrioli, melanzane e peperoni. Mango, mele e banane come frutta. La sera eravamo soliti mangiare in orfanotrofio e si trattava sempre di Dal Bhat, ovvero riso bollito con verdure stufate e zuppetta di legumi. Proprio i legumi si sono rivelati una piacevole scoperta. A colazione riuscivo sempre a cucinarmi due uova mentre a pranzo spesso era l’occasione per un po' di pasta all'italiana! Alcolici e carne eliminati, oltre a grassi condimenti e fritti.In Nepal ho recuperato l'apparecchio per il monitoraggio continuo della glicemia che prontamente mi era stato spedito dal Abbott Italia.I profili glicemici evidenziavano una mediana migliore anche se le glicemie apparivano ancora un po' troppo variabili. Purtroppo il cibo dell'orfanotrofio è molto basico e spesso di cattivo gusto quindi mi capitavano lievi ipoglicemie serali che ho corretto eccessivamente onde non incorrere in fastidiose ipoglicemie notturne.In questo caso il dott.Genovese commentava: "Una mediana delle glicemie più bassa, ma tanta variabilità imputabile a una difficile gestione dei boli di insulina rapida" Mi sono asciugato molto e ho scoperto di aver perso circa 6 chilogrammi dalla partenza. I dosaggi di insulina sono diminuiti di circa il 30% e mi sentivo in gran forma. Ho quindi effettuato un trekking impegnativo sull'Annapurna, ma riuscendo a gestire le glicemie molto bene proprio grazie al sistema di monitoraggio continuo che mi avvisava per tempo di eventuali cali glicemici a cui rimediavo con degli ottimi chapati e frutta fresca. La difficoltà più grande avuta in questi primi giorni è stata tuttavia il corso di meditazione Vipassana effettuato tra il novantesimo ed il centesimo giorno. Si è trattato di un corso durissimo in cui si arrivava a meditare fino a 14 ore al giorno. Vigeva la regola del silenzio nobile ovvero il divieto di parlare o di comunicare in qualsiasi altro modo. Non ho potuto pertanto gestire il diabete con sensori e apparecchio poiché avrebbero distratto la meditazione. Ho optato quindi per il ritorno alle misurazioni manuali e ad una scorta di zucchero sempre in tasca. Non sono riuscito ad accordarmi col dottore per una terapia ad hoc a causa delle scarse connessioni internet e per il divieto di avere con se strumenti di comunicazione. Mi sono pertanto armato di buon senso e attenzioni.La sveglia era alle 4 del mattino, ma la colazione veniva servita alle 6,30. Alle 11 vi era l'unico pranzo della giornata poiché non era prevista cena, ma solo una piccola merenda composta da frutta e riso soffiato alle 5 del pomeriggio. La paura delle ipoglicemie notturne era tanta pertanto i primi giorni mi sono mantenuto molto basso con i dosaggi, probabilmente troppo poiché avevo scordato che, a causa della meditazione, non avrei compiuto alcuna attività fisica durante il giorno. Se con il pranzo ero ampiamente rodato in quanto sempre Dal Bhat, la colazione era tutti i giorni diversa e basata essenzialmente su cereali bolliti e zuppe di legumi. Ho scoperto che il riso bollito nel latte è buonissimo, ma non fa bene al diabete, quella mattina glicemia alle stelle!! Dopo i primi giorni di ambientamento  a variabilità elevata ho trovato il mio equilibrio e sono riuscito a portare a termine il corso con successo. Essendo una meditazione basata sull'osservazione delle sensazioni nel corpo ho trovato facilità nel fare progressi quotidiani proprio grazie al diabete e al fatto che da ben 24 anni sono abituato ad ascoltare il mio corpo per prevenire e gestire ipo e iper glicemie. Infine tal proposito il dott. Genovese commentava: "Dopo il corso di meditazione una buona mediana delle glicemie durante il giorno fino alle prime ore della notte con tendenza al rialzo nelle prime ore del mattino.Molto ridotta la variabilità glicemica."Arrivato al centesimo giorno le glicemie erano molto meno varie e la mediana si è confermata buona. Confido pertanto in un costante miglioramento dei miei valori glicemici nel prosieguo della mia avventura.Il viaggio in solitaria implica inevitabilmente maggiori attenzioni e soprattutto un dialogo costante con il proprio corpo. Aiuta a tenere presente molti aspetti legati all'alimentazione e il cambio delle abitudini non solo alimentari. Ritengo che alcune iperglicemie siano dovute proprio al fatto di evitarsi fastidiose ipoglicemie di difficile gestione quando si è soli "sulla strada". Questo sistema di monitoraggio continuo mi ha aiutato tuttavia tantissimo e ha semplificato la gestione quotidiana del mio compagno di viaggio. ***************************I spent over one hundred days around the world with my lifelong travelling companion: the diabetes. It behaved well. I never had any serious problem. Thanks to dr. Genovese - head of the diabetes and metabolic diseases U.O. at Multimedica IRCCS in Milan - who has been monitoring me since the beginning of this adventure, I was provided with a Abbott Freestyle Navigator device for continuous glucose monitoring, which turned out to be very useful. It generates a graph called AGP: the graph shows the data of 14 days of measurements in a day "type" (the instrument measures the blood glucose levels every minute). There is a median blood glucose and two areas, one in a darker blue that includes the values ​​from the 25th to 75th percentile represents the variability of blood glucose, and a lighter one that includes the values ​​from the 10th to the 90th percentile: the excessive values ​​either upward or downward.I left Italy in May. I weighted about 81 kilograms and I had a glycated hemoglobin value of 7.6, which was already decreased if compared to the one I had during the latest control. The median of my glycemic profile was good, but it could have been better. There were too many peaks, especially after dinner because of the too many "greetings" I did before my departure. Furthermore, this profile was caused by my sedentary life in the bank where I worked.In this regard, Dr. Genovese commented: "In addition to blood sugar high levels in the evening after dinner determined an increase in the median during the night, there was excessive glycemic variability in the morning"Just after a few weeks since I left, I noticed an initial improvement. In particular, my glycemic profile was different from the one I had in the past. As I was increasing physical activity by walking so much every day, I was also changing my eating habits by virtue of my journey. My breakfast was no longer impacted by a frenetic schedule and I was able to have a more generous and various meals. My favourite one was eggs with toast and orange juice. At lunch, my meals became lighter and there were never at the same time as I was privileging my journey schedule rather than my own hunger. In the evening, I often allowed myself a typical local dish that would be as complete as possible. In Russia, in addition to the price and the description, every menu presented the food weight. Consequently, it was very easy to manage diabetes and blood sugar levels. At the time, I was at the beginning of my trip. My enthusiasm was through the roof. I was always in shape and thrilled, and I drank some beer in the evening at times.Once again, here is the comment of dr. Genovese: "The median blood glucose in the evening was high although with less variability! Breakfasts were perhaps a bit too rich in carbohydrates and different from each other because there were middle and high variability in the mid-morning "When I was in Mongolia, the device for continuous glucose monitoring went haywire due to a faulty cable. For this reason, I had to go back to the old fashion of manual measurements. When I arrived in China after twenty days, the biggest problem I had was the choice of food and understanding their ingredients. I often ordered at random from the restaurants’ menus. As a consequence, I had to manage post-prandial blood sugar levels and adjust them by making corrections when they would increase too much. In China, the monitoring device would be very useful because of the uncertainties I experienced with food. There was instead food of all sorts, which was often delicious. Besides, I finally had fresh fruits and vegetables, which I had not found in Mongolia and Russia.I was always in touch via email and whatsapp with dr. Bosetti, a nutritionist of the Sacco Hospital of Milan. She helped me a lot with food evaluation and its glycemic indexes. I managed to keep myself at a good level. Although, the variability was too high at times. Fortunately, it was easy to find noodles, which are similar to our spaghetti, as well as a lot of tasty soups and steamed rice. After about forty days, I arrived in Tibet. Its altitude caused the greatest uncertainty, as I was constantly over 4000 meters. And yet, my diabetes did not seem to be affected by it.Here is the comment of dr.Genovese in this regard: "The diary of blood sugar levels showed too many post-prandial hypoglycemia and excessive variability especially in the morning when Claudio wake up. Instead pre-dinner blood sugar levels were more stable"I stayed two months in Nepal to help an NGO in an orphanage. I lived in a small village close to the Shivapuri national park, just two hours away from the capital Kathmandu. There, my life became rural and basic, so did my diet. Given the difficulty in obtaining meat, which was a real luxury in the village, I became vegetarian, also because of my housemates, who had been vegetarian for several years already. It was easy to find many seasonal vegetables such as cabbage, tomatoes, cucumbers, eggplants and peppers. Also, it was easy to find fruit like mango, apples and bananas. In the evening, we used to eat in the orphanage and every single dinner was based of Dal Bhat, that is, boiled rice with stewed vegetables served with a soup made of beans. I discovered how tasty and healthy legumes are. At breakfast, I was always able to cook two eggs, while lunch often presented the occasion for some Italian pasta! I never drunk alcohol or ate meat and I limited the use of fried and fatty condiments. There, in Nepal, I recovered the device for continuous glucose monitoring that was promptly shipped to me from Italy. Blood glucose profiles showed better blood sugar levels, although they still appeared as a bit too variable. Unfortunately, at the orphanage the food was too basic and often not very good. For this reason, in the evening, my glucose level was often too low and I had to excessively correct it in order to avoid annoying nocturnal hypoglycemia. In this case, dr.Genovese commented: "A median of blood sugar levels lower, but a lot of variability attributable to a difficult management of fast insulin boluses "During this period I became lean. I found out I had lost about 6 kg since my departure. The insulin dosages decreased of about 30% and I felt really good. Afterwards, I made a difficult trekking in the Annapurna. And yet, I handled it very well thanks to the continuous monitoring system. It warned me on time about any low blood sugar drop, which I remedied with excellent chapatis and fresh fruit. During these first hundred days, the greatest difficulty was the Vipassana meditation course, which I attended between the ninetieth and the hundredth day of my journey. It was a tough course in which I practiced meditation for up to 14 hours a day. There was only one significant rule: the noble silence, which is the prohibition to speak or communicate in any other way. Consequently, I was not able to manage diabetes with sensors and my equipment as it would have distracted the meditation. Therefore, I decided to go back to manual measurements and to carry a supply of sugar in my pocket. I did not succeed in agreeing with my doctor on a special therapy because of poor Internet connections and because of the prohibition of having any means of communication. Therefore, I armed myself with common sense and attention. The wake up call was at 4 AM in the morning, but breakfast was served only at 6:30AM. Lunch was at 11 AM. There was no planned dinner, but only a small snack consisting of fruit and puffed rice at 5 PM. Therefore, I was very afraid of nocturnal hypoglycemia during the first few days and I keep my dosages very low. They were probably too much low as I forgot that I would have not done any physical activity during the day because of the meditation. I was already used to eat Dal Bhat, which I had for lunch every day, but breakfast was always different and mainly based on cereals and boiled soups. I discovered that while I liked the porridge, it was not good for diabetes. The glucose increased too much the morning I ate it!After the first few days of acclimatization to high variability, I found my balance and I was able to complete the course successfully. As the meditation was based on the observation of body sensations, I found it easier to make daily progress thanks to the diabetes itself and to the fact that for 24 years I have been used to observe my body sensations in order to prevent and manage hypo and hyper blood sugar levels. Finally this regard Dr. Genovese commented: "After the meditation course there was a good median blood sugar levels throughout the day until the wee hours of the night with the upward trend in the early hours of the morning. Much reduced glycemic variability."Once I arrived to the hundredth day, my blood sugar levels were much less varied and the median was good again. Therefore, I am confident that my blood glucose levels will progressively improve during the rest of my adventure. A solo journey inevitably means being more attentive and, above all, engaging in a constant dialogue with my body. It helps me to keep in mind many aspects related to food and changing habits that are not only related to my diet. I think some hyperglycemia is due precisely to the fact that I want to avoid troublesome hypoglycemia, which would be difficult to manage when I am alone "on the road". However, this continuous monitoring system has helped me a lot and has simplified the daily management of my travelling companion.
  1305 Visite
  2 Commenti

Dall'Italia all'India in 100 giorni senza aerei: il budget

Dopo 100 giorni sulla strada è tempo di stilare un primo bilancio non solo emozionale, ma anche, ahimè, economico. Sapevo che i primi 50 giorni sarebbero pesati tantissimo sull’economia di questo progetto: L’Europa, la Russia, la Mongolia ed il Tibet non mi hanno permesso grandi risparmi, anzi. Tre giorni in Europa, a Varsavia, tra trasporti, alloggi e cibo sono costati circa 90 euro e ho fatto molta fatica a spendere così poco. Si trattava tuttavia del doppio del mio budget giornaliero. In Russia sapevo che avrei speso tanto e ad impattare fortemente sul bilancio vi è innanzitutto la Transiberiana che, considerata la lunga percorrenza è molto economica, 172 euro per oltre 5500 chilometri, ma considerando i giorni trascorsi e l’approvvigionamento di cibo mi è costata circa 70 euro al giorno, ovvero cinque volte tanto il mio budget. La Mongolia è un paese di per sè economico, non fosse che per visitarla all’interno non si può evitare di noleggiare un mezzo ed un autista/guida, in quanto le strade ad un certo punto scompaiono e si seguono piste nelle praterie. Il miglior prezzo che sono riuscito a spuntare è stato di circa 50 dollari al giorno incluso il pernottamento e i pasti. Oltre a ciò ho dovuto prendere anche i treni dalla Siberia ad Ulan Batoor e dalla capitale a Pechino ovvero un totale di circa 200 euro. Finalmente in Cina i prezzi sono tornati ad essere ragionevoli, ma la prima settimana a Pechino tra visite ai monumenti e alcune serate di troppo ho continuato a spendere oltre la mia cifra giornaliera. Fortunatamente nei primi giorni sono stato ospitato a casa di un amico che ora lavora nella capitale cinese. Lasciata Pechino sono finalmente riuscito ad avvicinarmi al mio budget giornaliero di 15 euro, ma ancora capitavano giornate con spese troppo elevate. Risparmiavo a dormire e a mangiare, ma poi mi concedevo qualche acquisto e una birra a pranzo e a cena. Devo dire che non mi sono fatto mancare nulla e vivevo tranquillamente sotto i 20 euro al giorno. In Cina sono stato 25 giorni e tutta la fatica fatta nelle prime settimane è stata vanificata dal passaggio in Tibet. Il Tibet può essere visitato solo ed esclusivamente con una guida turistica e noleggiando una vettura, diversamente non si può ottenere il permesso per visitare questa regione. A Pechino mi avevano paventato cifre intorno al migliaio di euro per poter arrivare a Lhasa ed essere lasciato al confine nepalese. Fortunatamente non mi sono lasciato abbattere e ho incominciato a ricercare soci con cui dividere le spese tramite forum di viaggiatori su internet. Ho scoperto che molti tour partivano da Chengdu e così ho trovato una proposta a circa 550 euro per 6 giorni, pernottamento escluso. Il mio visto era in scadenza e così ho accettato al volo. Da Piacenza a Kathmandu in 48 giorni avevo speso circa 2100 euro ovvero oltre 40 euro al giorno. Sapevo che avrei potuto fare di meglio, ma la stragrande maggioranza delle spese non poteva essere evitata. Finalmente, tuttavia, avevo dalla mia parte il fattore principale per ridurre i costi di un viaggio: il tempo. In Nepal ho ottenuto un visto di tre mesi che ho sfruttato appieno . Non ho visitato molto del paese perché ero impegnato a dare una mano ai ragazzi dell’associazione Human Traction, in aiuto ad un orfanotrofio in un villaggio sperduto a due ore dalla capitale. La vita di villaggio mi ha permesso di risparmiare tantissimo e di riuscire a spendere anche meno di un euro al giorno. Mangiavamo sempre in casa dato che nel villaggio non c’era neanche l’ombra di un ristorante. Unico lusso un chai a colazione fuori casa che sommato a qualche dolcetto costava circa 1 euro e mezzo per tre persone. Eliminate totalmente le birre e ogni volta che si scendeva a Kathmandu si mangiava solo nei ristoranti nepalesi dove una cena può costare meno di 2 euro. A livello economico posso dividere il mio viaggio in due momenti: la fase “turista zaino in spalla” che coincide con i primi 50 giorni e la fase “viaggiatore” che riguarda i restanti. La prima fase come detto non poteva essere che veloce e dispendiosa, la seconda è iniziata all’insegna della moderazione e del passo lento. Tuttavia c’è un concetto cardine che mi ha permesso e mi sta tuttora permettendo grandi risparmi. Quando si viaggia in paesi dal costo della vita molto basso è facile farsi prendere la mano e spendere anche più che negli altri. Occorre un piccolo, ma efficace stratagemma: sono passato dal “tasso di cambio”, ovvero calcolare tutto convertendolo in euro, a quello che io chiamo “tasso di conversione” che consiste nel valutare tutto secondo solo ed esclusivamente la valuta locale ed il relativo costo della vita. Mi spiego: in Nepal un pranzo completo in un ristorante locale, non per turisti, costa circa 150 rupie. Una birra ne costa 350 e una notte in una guesthouse decente 400. Tutto quello che potevo comprare lo paragonavo a questi parametri. Pertanto una bottiglia di birra da 66cl che al cambio in euro costa circa 2,70 euro è carissima per il paese in questione, nonostante ai nostri occhi sia una cifra assolutamente abbordabile. Ma se sono a mangiare e penso che una birra mi costa quasi come dormire una notte in centro a Kathmandu, è scontato che ordini qualcos'altro da bere. Così in tutto, dai trasporti, alle mance, ai souvenir. Questo cambio di pensiero mi ha aiutato tantissimo a risparmiare e a pagare il giusto ogni cosa o servizio. Al centesimo giorno avevo ridotto l’impatto delle spese ad una media di circa 24 euro al giorno e oggi sono sceso a 22 euro. Sfrutto i paesi a basso costo come l’India per darmi dei budget giornalieri molto stimolanti come per esempio riuscire a spendere meno di 10 euro al giorno. Cercherò di restare più a lungo in quei paesi il cui costo della vita è molto basso, mentre mi limiterò ad una visita veloce in tutti gli altri. In India inizierò anche a sfruttare il couchsurfing, così come nel sud est asiatico dove ho in mente un’altra idea per risparmiare alla grande. Sono molto fiducioso al riguardo e penso di potercela fare a compiere l’intero giro del mondo in mille giorni con 15 euro al giorno. Ora sono sempre più viaggiatore.
  2499 Visite
  0 Commenti

Dall'Italia all'India in 100 giorni senza aerei: il budget

Dopo 100 giorni sulla strada è tempo di stilare un primo bilancio non solo emozionale, ma anche, ahimè, economico. Sapevo che i primi 50 giorni sarebbero pesati tantissimo sull’economia di questo progetto: L’Europa, la Russia, la Mongolia ed il Tibet non mi hanno permesso grandi risparmi, anzi. Tre giorni in Europa, a Varsavia, tra trasporti, alloggi e cibo sono costati circa 90 euro e ho fatto molta fatica a spendere così poco. Si trattava tuttavia del doppio del mio budget giornaliero. In Russia sapevo che avrei speso tanto e ad impattare fortemente sul bilancio vi è innanzitutto la Transiberiana che, considerata la lunga percorrenza è molto economica, 172 euro per oltre 5500 chilometri, ma considerando i giorni trascorsi e l’approvvigionamento di cibo mi è costata circa 70 euro al giorno, ovvero cinque volte tanto il mio budget. La Mongolia è un paese di per sè economico, non fosse che per visitarla all’interno non si può evitare di noleggiare un mezzo ed un autista/guida, in quanto le strade ad un certo punto scompaiono e si seguono piste nelle praterie. Il miglior prezzo che sono riuscito a spuntare è stato di circa 50 dollari al giorno incluso il pernottamento e i pasti. Oltre a ciò ho dovuto prendere anche i treni dalla Siberia ad Ulan Batoor e dalla capitale a Pechino ovvero un totale di circa 200 euro. Finalmente in Cina i prezzi sono tornati ad essere ragionevoli, ma la prima settimana a Pechino tra visite ai monumenti e alcune serate di troppo ho continuato a spendere oltre la mia cifra giornaliera. Fortunatamente nei primi giorni sono stato ospitato a casa di un amico che ora lavora nella capitale cinese. Lasciata Pechino sono finalmente riuscito ad avvicinarmi al mio budget giornaliero di 15 euro, ma ancora capitavano giornate con spese troppo elevate. Risparmiavo a dormire e a mangiare, ma poi mi concedevo qualche acquisto e una birra a pranzo e a cena. Devo dire che non mi sono fatto mancare nulla e vivevo tranquillamente sotto i 20 euro al giorno. In Cina sono stato 25 giorni e tutta la fatica fatta nelle prime settimane è stata vanificata dal passaggio in Tibet. Il Tibet può essere visitato solo ed esclusivamente con una guida turistica e noleggiando una vettura, diversamente non si può ottenere il permesso per visitare questa regione. A Pechino mi avevano paventato cifre intorno al migliaio di euro per poter arrivare a Lhasa ed essere lasciato al confine nepalese. Fortunatamente non mi sono lasciato abbattere e ho incominciato a ricercare soci con cui dividere le spese tramite forum di viaggiatori su internet. Ho scoperto che molti tour partivano da Chengdu e così ho trovato una proposta a circa 550 euro per 6 giorni, pernottamento escluso. Il mio visto era in scadenza e così ho accettato al volo. Da Piacenza a Kathmandu in 48 giorni avevo speso circa 2100 euro ovvero oltre 40 euro al giorno. Sapevo che avrei potuto fare di meglio, ma la stragrande maggioranza delle spese non poteva essere evitata. Finalmente, tuttavia, avevo dalla mia parte il fattore principale per ridurre i costi di un viaggio: il tempo. In Nepal ho ottenuto un visto di tre mesi che ho sfruttato appieno . Non ho visitato molto del paese perché ero impegnato a dare una mano ai ragazzi dell’associazione Human Traction, in aiuto ad un orfanotrofio in un villaggio sperduto a due ore dalla capitale. La vita di villaggio mi ha permesso di risparmiare tantissimo e di riuscire a spendere anche meno di un euro al giorno. Mangiavamo sempre in casa dato che nel villaggio non c’era neanche l’ombra di un ristorante. Unico lusso un chai a colazione fuori casa che sommato a qualche dolcetto costava circa 1 euro e mezzo per tre persone. Eliminate totalmente le birre e ogni volta che si scendeva a Kathmandu si mangiava solo nei ristoranti nepalesi dove una cena può costare meno di 2 euro. A livello economico posso dividere il mio viaggio in due momenti: la fase “turista zaino in spalla” che coincide con i primi 50 giorni e la fase “viaggiatore” che riguarda i restanti. La prima fase come detto non poteva essere che veloce e dispendiosa, la seconda è iniziata all’insegna della moderazione e del passo lento. Tuttavia c’è un concetto cardine che mi ha permesso e mi sta tuttora permettendo grandi risparmi. Quando si viaggia in paesi dal costo della vita molto basso è facile farsi prendere la mano e spendere anche più che negli altri. Occorre un piccolo, ma efficace stratagemma: sono passato dal “tasso di cambio”, ovvero calcolare tutto convertendolo in euro, a quello che io chiamo “tasso di conversione” che consiste nel valutare tutto secondo solo ed esclusivamente la valuta locale ed il relativo costo della vita. Mi spiego: in Nepal un pranzo completo in un ristorante locale, non per turisti, costa circa 150 rupie. Una birra ne costa 350 e una notte in una guesthouse decente 400. Tutto quello che potevo comprare lo paragonavo a questi parametri. Pertanto una bottiglia di birra da 66cl che al cambio in euro costa circa 2,70 euro è carissima per il paese in questione, nonostante ai nostri occhi sia una cifra assolutamente abbordabile. Ma se sono a mangiare e penso che una birra mi costa quasi come dormire una notte in centro a Kathmandu, è scontato che ordini qualcos'altro da bere. Così in tutto, dai trasporti, alle mance, ai souvenir. Questo cambio di pensiero mi ha aiutato tantissimo a risparmiare e a pagare il giusto ogni cosa o servizio. Al centesimo giorno avevo ridotto l’impatto delle spese ad una media di circa 24 euro al giorno e oggi sono sceso a 22 euro. Sfrutto i paesi a basso costo come l’India per darmi dei budget giornalieri molto stimolanti come per esempio riuscire a spendere meno di 10 euro al giorno. Cercherò di restare più a lungo in quei paesi il cui costo della vita è molto basso, mentre mi limiterò ad una visita veloce in tutti gli altri. In India inizierò anche a sfruttare il couchsurfing, così come nel sud est asiatico dove ho in mente un’altra idea per risparmiare alla grande. Sono molto fiducioso al riguardo e penso di potercela fare a compiere l’intero giro del mondo in mille giorni con 15 euro al giorno. Ora sono sempre più viaggiatore.
  1126 Visite
  0 Commenti

Benvenuti su TripTherapy!

Mollare tutto ed inseguire i propri sogni, girare il mondo senza neanche un aereo, andare oltre i propri limiti fisici, riscoprire distanze e culture diverse. L'essenza del progetto TripTherapy, la cura del viaggio.

Continua a leggere
  5982 Visite
  10 Commenti

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. APPROFONDISCI | ACCETTA

Informativa estesa sui cookie

Premessa
La presente “informativa estesa” è stata redatta e personalizzata appositamente per il presente sito in base a quanto previsto dal Provvedimento dell’8 maggio 2014 emanato dal Garante per la protezione dei dati personali. Essa integra ed aggiorna altre informative già presenti sul sito e/o rilasciate prima d’ora dall’azienda, in combinazione con le quali fornisce tutti gli elementi richiesti dall’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e dai successivi Provvedimenti dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

Avvertenza importante
Si informano i terzi tutti che l’utilizzo della presente informativa, o anche solo di alcune parti di essa, su altri siti web in riferimento ai quali sarebbe certamente non pertinente e/o errata e/o incongruente, può comportare l’irrogazione di pesanti sanzioni da parte dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

Oggetto dell’informativa
La nostra azienda sfrutta nelle presenti pagine web tecnologie facenti ricorso ai così detti “cookies” e questa informativa ha la finalità di illustrare all’utente in maniera chiara e precisa le loro modalità di utilizzo. Il presente documento annulla e sostituisce integralmente eventuali precedenti indicazioni fornite dall’azienda in tema di cookies, le quali sono quindi da considerarsi del tutto superate.

Cosa sono i cookies
I cookies sono stringhe di testo (file di piccole dimensioni), che i siti visitati da un utente inviano al suo terminale (pc, tablet, smart phone, ecc.), ove vengono memorizzati per poi essere ritrasmessi agli stessi siti che li hanno inviati, nel corso della visita successiva del medesimo utente.

Tipologie di cookies e relative finalità
I cookies utilizzati nel presente sito web sono delle seguenti tipologie:

- Cookies tecnici: permettono all’utente l’ottimale e veloce navigazione attraverso il sito web e l’efficiente utilizzo dei servizi e/o delle varie opzioni che esso offre, consentendo ad esempio di effettuare un acquisto o di autenticarsi per accedere ad aree riservate. Questi cookies sono necessari per migliorare la fruibilità del sito web, ma possono comunque essere disattivati.

- Cookies di terze parti: sono dei cookies installati sul terminale dell’utente ad opera di gestori di siti terzi, per il tramite del presente sito. I cookies di terze parti, aventi principalmente finalità di analisi, derivano per lo più dalle funzionalità di Google Analytics. E’ possibile avere maggiori informazioni su Google Analytics cliccando sul seguente link: http://www.google.it/intl/it/analytics.

Per disabilitare i cookies e per impedire a Google Analytics di raccogliere dati sulla navigazione, è possibile scaricare il componente aggiuntivo del browser per la disattivazione di Google Analytics cliccando sul seguente link: https://tools.google.com/dlpage/gaoptout.

Le impostazioni del browser
Informiamo inoltre che l’utente può configurare, liberamente ed in qualsiasi momento, i suoi parametri di privacy in relazione all’installazione ed uso di cookies, direttamente attraverso il suo programma di navigazione (browser) seguendo le relative istruzioni.
In particolare l’utente può impostare la così detta “navigazione privata”, grazie alla quale il suo programma di navigazione interrompe il salvataggio dello storico dei siti visitati, delle eventuali password inserite, dei cookies e delle altre informazioni sulle pagine visitate.
Avvertiamo che nel caso in cui l’utente decida di disattivare tutti i cookies (anche quelli di natura tecnica), la qualità e la rapidità dei servizi offerti dal presente sito web potrebbero peggiorare drasticamente e si potrebbe perdere l’accesso ad alcune sezioni del sito stesso.

Indicazioni pratiche rivolte all’utente per la corretta impostazione del browser
Per bloccare o limitare l’utilizzo dei cookies, sia da parte del presente sito che da parte di altri siti web, direttamente tramite il proprio browser, si possono seguire le semplici istruzioni sotto riportate e riferite ai browser di più comune utilizzo.

Google Chrome: cliccare sull’icona denominata “Personalizza e controlla Google Chrome” posizionata in alto a destra, quindi selezionare la voce di menù denominata “Impostazioni”. Nella maschera che si apre, selezionare la voce di menù denominata “Mostra impostazioni avanzate” e quindi alla voce di menù denominata “Privacy” cliccare sul pulsante “Impostazioni contenuti” ove è possibile impostare il blocco di tutti o parte dei cookies.

Microsoft Internet Explorer: cliccare sull’icona denominata “Strumenti” posizionata in alto a destra, quindi selezionare la voce di menù denominata “Opzioni internet”. Nella maschera che si apre, selezionare la voce di menù denominata “Privacy” ove è possibile impostare il blocco di tutti o parte dei cookies.

Mozilla Firefox: dal menu a tendina posizionato in alto a sinistra selezionare la voce di menù denominata “Opzioni”. Nella maschera che si apre, selezionare la voce di menù “Privacy”, ove è possibile impostare il blocco di tutti o parte dei cookies.