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18 Ottobre 2014 - Diario di bordo

Eccomi qui, a Chennai. Quando guardo questa cartina del mondo in cui ho attraversato mezza Asia senza neanche un aereo mi vengono i brividi.Tra poco salperà la barca che mi porterà in circa 60 ore alle isole Andamane. Sono isole incontaminate più vicine alla Thailandia che all'India. È per questo motivo che questo potrebbe essere il mio saluto a questa meravigliosa nazione.Potrebbe perché la mia avventura prevede di fare barca-stop, ovvero riuscire a trovare una barca che mi dia un passaggio fino in Thailandia. Non è uno sfizio o un capriccio per rendere la mia avventura più elettrizzante. La realtà è che non esistono barche ufficiali per compiere questo tratto di mare. Ho circa 10 giorni per riuscire nel mio intento, diversamente dovró tornarmene in India in fretta e furia e uscire dal paese entro pochissimo dato che ho il visto in scadenza. Mangio quello che può essere l'ultimo Masala Dosa di questa avventura con un po' di malinconia per l'esperienza indiana ormai al tramonto e la voglia di riuscire a compiere qualcosa in cui pochi sono riusciti.Per almeno quattro giorni non sarò on line, ci vediamo alle isole Andamane, dove la mia avventura inizierà seriamente a tingersi di incognite meravigliose. Ps: Ho un piano B, tranquilli che non mollo e non prenderò aerei, ma spero di potervi dire tra qualche settimana che "adoro i piani ben riusciti"Fate il tifo per me e... Stay tuned!!!
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al confine con il pakistan

https://www.youtube.com/watch?v=zvhmOoZWAaQAl confine tra India e Pakistan, tutte le sere al tramonto, va in scena uno spettacolo che sembra di essere in curva allo stadio! Non ho capito se alla fine si amano o si odiano, ma di sicuro è una delle cose più strane che abbia mai visto!Check it out!
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Andare dal barbiere in India...

https://www.youtube.com/watch?v=nLcE5OGmLysSono partito che non volevo tagliarmi nè i capelli, nè la barba per tutti i 1000 giorni di viaggio...Ma non potevo privarmi dell'esperienza di Baba, the Cosmic Barber a Pushkar.Date un'occhiata!
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Dall'Italia all'India in 100 giorni senza aerei: il budget

Dopo 100 giorni sulla strada è tempo di stilare un primo bilancio non solo emozionale, ma anche, ahimè, economico. Sapevo che i primi 50 giorni sarebbero pesati tantissimo sull’economia di questo progetto: L’Europa, la Russia, la Mongolia ed il Tibet non mi hanno permesso grandi risparmi, anzi. Tre giorni in Europa, a Varsavia, tra trasporti, alloggi e cibo sono costati circa 90 euro e ho fatto molta fatica a spendere così poco. Si trattava tuttavia del doppio del mio budget giornaliero. In Russia sapevo che avrei speso tanto e ad impattare fortemente sul bilancio vi è innanzitutto la Transiberiana che, considerata la lunga percorrenza è molto economica, 172 euro per oltre 5500 chilometri, ma considerando i giorni trascorsi e l’approvvigionamento di cibo mi è costata circa 70 euro al giorno, ovvero cinque volte tanto il mio budget. La Mongolia è un paese di per sè economico, non fosse che per visitarla all’interno non si può evitare di noleggiare un mezzo ed un autista/guida, in quanto le strade ad un certo punto scompaiono e si seguono piste nelle praterie. Il miglior prezzo che sono riuscito a spuntare è stato di circa 50 dollari al giorno incluso il pernottamento e i pasti. Oltre a ciò ho dovuto prendere anche i treni dalla Siberia ad Ulan Batoor e dalla capitale a Pechino ovvero un totale di circa 200 euro. Finalmente in Cina i prezzi sono tornati ad essere ragionevoli, ma la prima settimana a Pechino tra visite ai monumenti e alcune serate di troppo ho continuato a spendere oltre la mia cifra giornaliera. Fortunatamente nei primi giorni sono stato ospitato a casa di un amico che ora lavora nella capitale cinese. Lasciata Pechino sono finalmente riuscito ad avvicinarmi al mio budget giornaliero di 15 euro, ma ancora capitavano giornate con spese troppo elevate. Risparmiavo a dormire e a mangiare, ma poi mi concedevo qualche acquisto e una birra a pranzo e a cena. Devo dire che non mi sono fatto mancare nulla e vivevo tranquillamente sotto i 20 euro al giorno. In Cina sono stato 25 giorni e tutta la fatica fatta nelle prime settimane è stata vanificata dal passaggio in Tibet. Il Tibet può essere visitato solo ed esclusivamente con una guida turistica e noleggiando una vettura, diversamente non si può ottenere il permesso per visitare questa regione. A Pechino mi avevano paventato cifre intorno al migliaio di euro per poter arrivare a Lhasa ed essere lasciato al confine nepalese. Fortunatamente non mi sono lasciato abbattere e ho incominciato a ricercare soci con cui dividere le spese tramite forum di viaggiatori su internet. Ho scoperto che molti tour partivano da Chengdu e così ho trovato una proposta a circa 550 euro per 6 giorni, pernottamento escluso. Il mio visto era in scadenza e così ho accettato al volo. Da Piacenza a Kathmandu in 48 giorni avevo speso circa 2100 euro ovvero oltre 40 euro al giorno. Sapevo che avrei potuto fare di meglio, ma la stragrande maggioranza delle spese non poteva essere evitata. Finalmente, tuttavia, avevo dalla mia parte il fattore principale per ridurre i costi di un viaggio: il tempo. In Nepal ho ottenuto un visto di tre mesi che ho sfruttato appieno . Non ho visitato molto del paese perché ero impegnato a dare una mano ai ragazzi dell’associazione Human Traction, in aiuto ad un orfanotrofio in un villaggio sperduto a due ore dalla capitale. La vita di villaggio mi ha permesso di risparmiare tantissimo e di riuscire a spendere anche meno di un euro al giorno. Mangiavamo sempre in casa dato che nel villaggio non c’era neanche l’ombra di un ristorante. Unico lusso un chai a colazione fuori casa che sommato a qualche dolcetto costava circa 1 euro e mezzo per tre persone. Eliminate totalmente le birre e ogni volta che si scendeva a Kathmandu si mangiava solo nei ristoranti nepalesi dove una cena può costare meno di 2 euro. A livello economico posso dividere il mio viaggio in due momenti: la fase “turista zaino in spalla” che coincide con i primi 50 giorni e la fase “viaggiatore” che riguarda i restanti. La prima fase come detto non poteva essere che veloce e dispendiosa, la seconda è iniziata all’insegna della moderazione e del passo lento. Tuttavia c’è un concetto cardine che mi ha permesso e mi sta tuttora permettendo grandi risparmi. Quando si viaggia in paesi dal costo della vita molto basso è facile farsi prendere la mano e spendere anche più che negli altri. Occorre un piccolo, ma efficace stratagemma: sono passato dal “tasso di cambio”, ovvero calcolare tutto convertendolo in euro, a quello che io chiamo “tasso di conversione” che consiste nel valutare tutto secondo solo ed esclusivamente la valuta locale ed il relativo costo della vita. Mi spiego: in Nepal un pranzo completo in un ristorante locale, non per turisti, costa circa 150 rupie. Una birra ne costa 350 e una notte in una guesthouse decente 400. Tutto quello che potevo comprare lo paragonavo a questi parametri. Pertanto una bottiglia di birra da 66cl che al cambio in euro costa circa 2,70 euro è carissima per il paese in questione, nonostante ai nostri occhi sia una cifra assolutamente abbordabile. Ma se sono a mangiare e penso che una birra mi costa quasi come dormire una notte in centro a Kathmandu, è scontato che ordini qualcos'altro da bere. Così in tutto, dai trasporti, alle mance, ai souvenir. Questo cambio di pensiero mi ha aiutato tantissimo a risparmiare e a pagare il giusto ogni cosa o servizio. Al centesimo giorno avevo ridotto l’impatto delle spese ad una media di circa 24 euro al giorno e oggi sono sceso a 22 euro. Sfrutto i paesi a basso costo come l’India per darmi dei budget giornalieri molto stimolanti come per esempio riuscire a spendere meno di 10 euro al giorno. Cercherò di restare più a lungo in quei paesi il cui costo della vita è molto basso, mentre mi limiterò ad una visita veloce in tutti gli altri. In India inizierò anche a sfruttare il couchsurfing, così come nel sud est asiatico dove ho in mente un’altra idea per risparmiare alla grande. Sono molto fiducioso al riguardo e penso di potercela fare a compiere l’intero giro del mondo in mille giorni con 15 euro al giorno. Ora sono sempre più viaggiatore.
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10 giorni di silenzio, in lotta con la propria mente, per trovare l'equilibrio.

10 giorni di silenzio, in lotta con la propria mente, per trovare l'equilibrio.

Nel mio giro del mondo ho deciso di realizzare tanti piccoli sogni che covavo da diverso tempo. Tra questi vi era quello di partecipare ad una scuola di meditazione. Avevo iniziato ad interessarmi di meditazione dopo essermi recato in Birmania, nel 2011. C’era ancora la dittatura e pochi turisti la visitavano. Se si era abbastanza fortunati da trovare monaci capaci di parlare inglese, era quindi possibile chiacchierare e approfondire molte tematiche.

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Ognuno di noi appartiene all'onda del mare della vita

Voglio raccontarvi una storia.Sette anni fa una bambina nepalese è stata adottata da una donna europea, ora vivono felici e contenti e già questa è una bella storia.Dall’altra parte del mondo, in Nepal, quattro anni fa una ragazza carica di tante speranze sta prestando servizio di volontariato in un orfanotrofio di Kathmandu. Un giorno uno degli orfani le si avvicina e le chiede se sa mantenere un segreto. Lei pensa che sia uno di quei segreti da bambini, lui ha solo dieci anni d’altronde. Le confida invece di non essere un orfano, che sua mamma era ancora viva e vegeta, che suo fratello viveva nel suo stesso orfanotrofio e che sua sorella era stata portata via tre anni prima.Bene, fermiamoci un secondo a riflettere. Analizziamo questa situazione e proviamo ad immaginarla nella nostra testa. Come avremmo reagito? A cosa avremmo pensato? Avremmo creduto al bambino?Personalmente non so se sarei riuscito a fare lo stesso.Con estremo sangue freddo invece la ragazza ha cominciato a fare delle ricerche e addirittura un pomeriggio si è convinta a lasciarsi accompagnare dal ragazzino al suo villaggio di origine, sicuro di ricordarsi la strada.Fermiamoci ancora un attimo: il ragazzo non parla bene inglese e il villaggio si raggiunge con un paio di ore di bus e oltre mezz’ora di cammino nei boschi. Complicazioni e mistero, ma questa ragazza prosegue oltre le razionali incertezze e raggiunge il villaggio dove finalmente incontrano la madre naturale.La madre è giovane e bella ed è stata abbandonata dal marito. Qui le caste sono ancora presenti e rifarsi una vita è quasi impossibile. Il marito non ne voleva sapere dei figli e così decide di affidarsi ad un signore di Kathmandu, la CAPITALE, che le promette una educazione ed un tetto per i suoi tre figli. È un dolore immenso separarsi dalla propria prole, ma decide di affrontarlo, firma qualche documento pur essendo semianalfabeta e consegna i suoi figli a questo signorotto. Qualche mese più tardi si reca in città per andare a trovare i figli, ma le viene negato l’ingresso alla struttura. Il distinto signore le conferma quanto aveva iniziato a capire. Ora i figli sono i suoi, sua unica proprietà e la madre non avrebbe più potuto vederli.A distanza di anni la madre rivede i suoi figli, l’emozione è enorme, ma subito l’estasi del momento è interrotta da un brutto presagio presto diventato realtà. “Dov’è vostra sorella?”Un brivido le deve aver attraversato la schiena e di colpo le paure di anni che diventano realtà. La figlia era stata portata via dall’orfanotrofio, probabilmente adottata da qualche occidentale.Si dice che una pratica di adozione qui in Nepal frutti circa 10.000 euro tra tasse e pagamenti vari e circa 3000 euro restano all’orfanotrofio. Queste le cifre ufficiose da cui sono escluse ancora le spese “nascoste” inevitabili in un paese tanto corrotto.Il mercato delle adozioni è pertanto un business interessante per persone senza scrupoli.Ora sappiamo che la storia del ragazzino è vera, una buona parte della famiglia si è riunita, ma adesso che fare? La madre non può prendersi cura dei figli e rivolgersi alla polizia vorrebbe dire mandare a monte tutto questo per le chiare amicizie altolocate del signorotto.Il caso e la vita, fanno si che arrivi il deus ex machina a risolvere l’ingarbugliata matassa.La ragazza innanzitutto riporta i fratelli in orfanotrofio e inizia ad indagare negli archivi amministrativi. Ora conosce il nome della madre naturale e tutto risulta più semplice e i documenti di adozione, redatti in inglese, semplificano il resto. La sorella è quella bambina nepalese adottata sette anni fa da una donna europea.Passa qualche giorno in cui alla ragazza chissà cosa sarà passato per la testa tra mille dubbi e perplessità. In questi giorni è ospite da una persona molto affabile, un aspirante baba, che la mette in contatto con un amico che lavora in un importante consolato europeo. Inoltre le permette di ospitare i fratelli che nel frattempo era riuscita a sottrarre all’orfanotrofio. Il telefono squilla in quei giorni con pesanti minacce, anche di morte, perpetrate dal signorotto e i suoi amici. L’amico diplomatico riesce fortunatamente a fare il resto informando dell’episodio la propria ambasciata, una di quelle meno invischiate in questi problemi. I fratelli ora sono stati presi in carico da una nuova Onlus che li ha spostati, finalmente con i veri nomi, in un’altra struttura. La ragazza, scortata, viene fatta rimpatriare.La storia è finita?No, la storia non è finita perché c’è una famiglia che sta vivendo felicemente la propria esistenza completamente all’ignaro delle proprie origini.Ora immaginatevi di essere una madre e di ricevere la ragazza che lavorava volontaria in Nepal alla porta. Questa persona vi dice che vostra figlia non è mai stata orfana, che ha due fratelli ed una madre. Che i documenti utilizzati per consegnargliela in adozione erano falsi. Se voi foste questa madre come avreste reagito?I bambini, sono loro l’unica risposta e verità che possiamo consultare senza dubbio alcuno.Così prende in parte la figlia e le chiede se si ricorda di avere fratelli. La bambina prima nega, poi si mette a piangere e conferma la verità.Sono arrivato in Nepal un mese fa, quattro anni dopo questa storia. Sono un privilegiato perché ho potuto assistere in prima persona a questo meraviglioso lieto fine che sto per raccontarvi.La madre adottiva ha mostrato grande carattere e intelligenza e ha portato sua figlia in Nepal per ritrovarsi con i suoi fratelli. All’inizio poche parole, solo timidezza e sguardi reciproci curiosi: sono fratelli, ma non parlano più nemmeno la stessa lingua. Poi le prime carezze e abbracci e la lingua universale del volersi bene. Dopo tre giorni è arrivata anche la madre naturale e ora sono tutti e sei insieme in riva ad un lago sotto la montagna dell’Annapurna a godersi qualche giorno insieme. Sei. Perché la famiglia ora si è allargata, ci sono due mamme, due fratelli, una sorella ed una ragazza che resterà per sempre nelle loro vite e nei loro cuori.Io ero in disparte a godere di queste bellissime scene ed emozioni. Ho assistito ad uno dei più belli spettacoli che la VITA potesse offrirmi. Ho capito che i lieto fine possono esistere davvero. Ci vuole coraggio, fiducia, caparbietà.Ho visto e capito tutto questo. Sono andato in terrazza e ho pianto di felicità.La vita è meravigliosa.Da questa storia nasce Human Traction

"Credo che la felicità e la gioia siano lo scopo della vita. Se sappiamo che il futuro sarà molto buio o doloroso, perdiamo la nostra determinazione a vivere. Perciò la vita è qualcosa che si basa sulla speranza... Una qualità innata tra gli esseri senzienti, particolarmente tra gli esseri umani, è il bisogno o la forte inclinazione a incontrare o a provare la felicità e ad evitare la sofferenza o il dolore. Dunque l'intera base della vita umana è l'esperienza a vari livelli della felicità. Raggiungere o provare la felicità è lo scopo della vita."

Dalai Lama

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