È difficile riuscire a spiegare con parole cosa significa visitare un paese come l'Islanda: la natura è padrona come non mai, custode di questa terra di ghiacci, cascate e geyser. Un luogo dove devi sempre fare i conti con Lei ma che ti sa sorprendere come poche volte nella vita con luci che esaltano i paesaggi desolati e illumina danzando il cielo scuro del Nord.
L'uraganoPer la mia sesta volta in Islanda, la seconda in pieno inverno, ho avuto un benvenuto per niente spiritoso: un uragano. Già l'Islanda è terra dove, viaggiando on the road, ad ogni stazione di servizio vi è sempre, h 24, un monitor acceso sulle condizioni meteo delle strade. Stavolta appena atterrato con il gruppo vi erano cartelli di allerta dovunque e persino l'autonoleggio si è più volte raccomandato di non mettersi alla guida il giorno seguente, erano attesi venti ad oltre 180 km/h. Tutti i programmi saltano, anziché iniziare ad esplorare subito l'isola, con il gruppo optiamo per starcene a Reykjavik due notti.
ReykjavikAvevo sempre sottovalutato la capitale islandese e gli avevo sempre dedicato poco tempo, giusto un pranzo da Sea Baron per una zuppa d'aragosta e qualche spiedino di pesce e un giro sia alla chiesa Hallgrímskirkja, un luogo di culto luterano moderno e imponente che domina la collina sopra la città, e infine un giretto per ammirrare i tanti murales che colorano gli edifici islandesi. È stata quindi l'occcasione per visitare l'Harpa, un centro conferenze e teatro che incanta spesso i passanti con giochi di luci artificiali e riflessi del sole sulle pareti esterne completamente vetrate. Un gioiello architettonico anche dentro con giochi a effetto con scale e colonne oltre agli innumerevoli specchi. La città ha un ritmo dolce e lento e si è rivelato molto piacevole passeggiare tra le sue vie sebbene il vento ci trascinasse via e abbiamo rischiato varie volte di cadere....
Verso SudIl giorno dopo l'uragano si è calmato ma i venti continuavano a soffiare fortissimo e mettersi in marcia poteva voler dire rischiare ancora tanto. Abbiamo deciso di muoverci piano cercando di raggiungere il posto più a sud possibile per poi riuscire a visitare il resto dell'isola senza dover rincorrere nulla quando le giornate erano previste migliori. Di solito lascio Skogafoss e Seljalandfoss come gran finale dei miei viaggi islandesi ma questa volta sono stati un ricco antipasto. Tutto sembrava andare per il meglio ma verso Vik i venti hanno cominciato ad aumentare sensibilmente raggiungendo i 53 m/s ovvero la bellezza di 190 km/h. Abbiamo tenuto duro, guidando con prudenza e infine siamo giunti a Vik sotto una forte nevicata.
La nature toglie, l'Islanda restituisceDi sicuro non è stato l'inizio del viaggio migliore in assoluto ma la caparbietà alla fine ci ha premiato. Ad attenderci tre giorni di sole e giornate terse a zonzo tra il sud est delle coste islandesi, il luogo più scenografico d'Islanda! Abbiamo vissuto giornate intense a fotografare ogni possibile riflesso di luce tra i ghiacci di Diamond Beach, tra le rocce basaltiche di Svartifoss, tra le lamiere del relitto aereo C 117, tra le onde a infrangersi sulla spiaggia nera, nell'immensità che si respira di fronte al ghiacciaio Svinafellsjokull... Non avevo mai visto l'Islanda tanto bella in inverno. E l'Islanda spesso restituisce ciò che ha tolto... Le ultime due notti infatti le abbiamo trascorse a prendere del freddo, con il naso all'insù, ad ammirare una delle più belle ed emozionanti visioni che la natura, che Madre Natura, è in grado di offrirci: l'aurora danzante nel cielo che ci ha salutato con anche il suo vestito da sera... rosso!!!