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Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi

Udaipur with Lokesh


Esistono persone che hanno poco o nulla con cui vivere. Lokesh è una di queste persone. È un artista nella città di Udaipur, famosa per una particolare tecnica di pittura in miniatura. Con pennelli fatti in peli di scoiattolo disegna leggero con piccoli tocchi finissimi. È smilzo e ha occhi grandi e malinconici.


Ha una moglie che non pare sposata per combina come è uso e costume qui in India. La rispetta e sono molto innamorati e uniti. Lokesh ha circa la mia età, lei è qualche anno più giovane. Hanno una figlia di quattro anni, con grandi occhi scuri e curiosi.
A casa con loro vive la madre, una distinta signora, dallo sguardo severo quando non ti conosce, ma poi quello stesso sguardo si carica di compassione appena varchi la sua porta di casa.
Porta di casa che ho varcato in un pallido pomeriggio settembrino, poiché un amico mi aveva suggerito di passare a trovare questo Lokesh una volta giunto a Udaipur. Non mi era stato detto nulla su di lui, tranne di passarlo a trovare. Nella mia testa mi immaginavo il classico indiano tutto fare, quel contatto in città che ti permette di pagare cifre oneste con i tuk tuk, trovare una buona guest house, i ristoranti giusti, che ti porta in giro per i templi e che ti inserisce nella realtà locale. Niente di tutto questo.
Mi presento al suo piccolo e poverissimo studio e rimango molto colpito dai suoi quadretti, apprezzandone la capacità nel dipingere dettagli così fini. Lui si presenta e dopo pochi minuti mi invita a cena a casa sua.
Accetto volentieri poiché è un grande onore essere invitati a cena in una casa indiana.
La sera sono nella sua umilissima casa, conosco la moglie e provo a giocare un po' con la figlia che tuttavia è molto timida. La cena è semplicemente squisita sebbene molto povera e si passa poi a chiacchierare per qualche ora. Mi mostra con orgoglio ogni angolo della piccolissima casa fatta di una stanza di circa 10 metri quadri dove vivono tutti insieme. Si cucina per terra, hanno pochissimi vestiti e utensili. Sorseggiamo l'immancabile chai sfogliando l'album del matrimonio mostrato con grande orgoglio.
In India i matrimoni durano una settimana e tutte le persone del paese sono invitate. Una volta era così anche da noi nel sud Italia. Mi immagino le scene e inizio a provare una sana invidia per quelle umili, ma grandiose espressioni di unione e condivisione.
Mi colpisce molto questa naturale generosità e compassione e mi sono sentito davvero uno di famiglia. Un vecchio amico errante che ritorna dopo tanti anni. E ci conosciamo solo da poche ore.
Mi congedo promettendogli di passare il giorno dopo in negozio a salutarlo, ma nulla da fare, insiste per avermi a casa sua a colazione. E poi a pranzo, ancora a cena, ancora a colazione e così via. Per quattro bellissimi giorni sono stato loro ospite e ho vissuto sinceri momenti di comunione. Sono stato invitato una sera al tempio dove si onorava il terzo anniversario della morte del padre della moglie e mi sono trovato a mangiare per terra con le mani insieme ad oltre un centinaio tra amici e parenti. Tutti gentilissimi con me, mi hanno cercato di coinvolgere e farmi sentire uno di loro.

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Quando abbiamo perso tutto questo? Noi, la grande cultura occidentale, tanto idolatrata nel mondo e portata ad esempio quando andiamo a conquistare e convertire al nostro modello altri popoli in pratica poi soggiogandoli. Quando? Una volta anche noi eravamo così. I nostri nonni non erano diversi dalla famiglia di Lokesh. Ora viviamo in condomini dove si fa fatica a salutarsi in ascensore e dove non conosciamo nemmeno il nome del nostro vicino di pianerottolo. Abbiamo migliaia di amici su facebook e poi ci ritroviamo soli e curvi a scorrere le dita su una tastiera touch screen di ultima generazione in treno o in metropolitana con lo sguardo basso chiusi nel nostro mondo digitale. Li chiamano social network, quando non c'è nulla di più anti social.
Abbiamo perso la compassione, lo spirito di comunità, la generosità, la condivisione in onore di che cosa?
Aprireste la vostra porta di casa ad uno sconosciuto orientale, che si presenta dicendo semplicemente di conoscere un vostro amico, invitandolo a stare con voi tutto il tempo possibile? Le altre persone ci fanno paura solo perché proiettiamo in loro i nostri peggiori pensieri. Tutte le nostre ricchezze materiali ci fanno aver paura del prossimo.
E intanto ci perdiamo tutto questo.

Con Lokesh ho vissuto bellissime giornate, a bordo della sua vespa sulle rive del lago di Udaipur. Ho potuto chiacchierare tanto con la moglie e poter approfondire la questione delle donne qui in India. Alla fine anche la bambina ha mollato la timidezza e non mi lasciava un secondo, voleva sempre giocare con me.
Mi hanno accompagnato tutti in stazione l'ultimo giorno, persino la madre. Non ho potuto evitare di commuovermi a salutare questo indiano smilzo, dagli occhi grandi e malinconici e dal cuore immenso.
Esistono persone che hanno poco o nulla con cui vivere, ma a cui non mancherà mai la generosità d'animo.

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There are people who have a few or nothing to live with. Lokesh is one them. He is an artist in Udaipur, he is famous for a particular miniature painting technique. He paints with squirrels hairs paint brushes, drawing with tiny thin touches. He is skinny and he has big and melancholic eyes. He has a wife, their wedding doesn't appear as an arranged one, as usual here in India. He respects her and they are united and in love with each other. Lokesh is around my age, she is quite younger. They have a daugther of four years of age and she has dark and curious big eyes. His mother lives with them, an upstanding woman with a severe look when she doesn't know you but the same look charges with compassion when you step up the door. I stepped up that door in a pale september afternoon because a friend of mine had suggested to visit him. My friend didn't tell me anything about him, but to go find him. In my mind, I was imaging the classical indian handyman, the one who can make you pay fare prices with tuk tuk, find a good guesthouse and right restaurants, visit temples and live local reality. Nothing at all.
I go to his little and poor studio where I'm astonished by his paintings, appreciating his ability in painting such nice details. He introduced himself and after few minutes he invited me at his home. I agreed with pleasure because it's a honour to be invited for dinner in an Indian house. I spent my time in his humble home that night, getting to know his wife and trying to play with his daughter who was really shy. Dinner is simply exsquisit but really poor and the we had some talks. He showed me with pride every angles of his small house composed by a 10 squares meters room where they live all together. They cook on the floor, they have very few clothes and utensils. Sipping the unavoidable chai, he showed me with pride pictures from his wedding days. In India weddings last for a week and all village people are invited to come as happened in the past in the south of Italy. I started imaging the scenes and feeling a helthy envy for those humble but majestic union and condivision expressions.
I'm really impressed by this pure generosity and compassion and I felt as a family member. An old wandering friend coming back after years, but we know each other only for a few hours. I promised him to come back the day after to say hello to him, but, he insisted for havng me the day after for breakfast, and then for lunch, supper, breakfast again and so on. I have been their host for four beautiful days and I lived sincere communion moments.
One night I've been invited to a temple where his wife's family was celebrating the third anniversary of the death of her father. I ate on the floor with bare hands with more than one hundred people, friends and relatives. They have been really kind to me, they tried to involve me and make me feel home.

When did we lose all this? Us, the great western culture, so highlighted in the world and brought up as an example when we go conquer and convert other populations to our model, the real thing is that we subjugate them. When? Once we were like this. Our grandparents weren't different from Lokesh's family. Now we live in condominium where we don't even say hello to our neighbours in the lift and we don't even know their name maybe.
We have thousands of facebook friends and then we find ourselves lonely and bent over our last generation touch screen keyboard in the train or subway, looking down, closed in the digital world. They are called social networks, but there's nothing more anti social. We have lost compassion for one another, spirit of comunity, generosity, condivision...the question is, for what? Would you ever open your door to a eastern stranger that introduce himself just saying he knows a friend of yours? Would you invite him to stay with you more time possible?
We fear others because we project them our worst thoughts. All our material prosperity make us fear others. Meanwhile, we lose all this. I spent beautiful days with Lokesh, on his scooter on Udaipur's lake rivers. I was able to talk to his wife and deepen women's condition here in India. At the end of my stay, also his daugther gave up her shyness and she didn't leave me alone, she would have kept playing with me. The last day, they all came with me to the train station, the mother also. I couln't avoid emotions saying goodbye to this skinny indian with big and melancholyc eyes with a giant heart. There are people who have a few or nothing to live with, but they will always have an open heart.


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18 Ottobre 2014 - Diario di bordo
al confine con il pakistan

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Commenti 11

Ospite - Fernanda il Martedì, 14 Ottobre 2014 08:05

Bellissimo articolo Claudio, sono arrivata alle tue ultime parole con gli occhi lucidi, più tardi mi guardo anche il video. L'ultima foto è semplicemente splendida, di quelle da incorniciare e tenere in casa per avere un ricordo anche se credo che queste cose le si porta in quell'angolo di cuore dedicato ai ricordi speciali, per portarli sempre addosso.

Bellissimo articolo Claudio, sono arrivata alle tue ultime parole con gli occhi lucidi, più tardi mi guardo anche il video. L'ultima foto è semplicemente splendida, di quelle da incorniciare e tenere in casa per avere un ricordo anche se credo che queste cose le si porta in quell'angolo di cuore dedicato ai ricordi speciali, per portarli sempre addosso.
Ospite - Claudio il Mercoledì, 15 Ottobre 2014 01:49

Grazie Fernanda,
sono riuscito a trasmettere solo una piccolissima parte di quello che ho provato in quei giorni...

Di sicuro questi ricordi sono insegnamenti e cercherò di portarli sempre con me e di trasmetterli ad un mio figlio quando sarà il momento!

Namastè

Grazie Fernanda, sono riuscito a trasmettere solo una piccolissima parte di quello che ho provato in quei giorni... Di sicuro questi ricordi sono insegnamenti e cercherò di portarli sempre con me e di trasmetterli ad un mio figlio quando sarà il momento! Namastè
Ospite - Mukti il Martedì, 14 Ottobre 2014 10:24

.....bravo compaesano dell'amato Trebbia, questo è il miglior articolo che tu abbia scritto..piu' si va avanti piu' si migliora....e meglio ci si conosce e si capisce cosa sia davvero essenziale e cosa solamente superfluo...i ricordi cominciano ad aumentare nello zaino..dovremo far spazio sui sassi per stenderli per terra ad asciugare

.....bravo compaesano dell'amato Trebbia, questo è il miglior articolo che tu abbia scritto..piu' si va avanti piu' si migliora....e meglio ci si conosce e si capisce cosa sia davvero essenziale e cosa solamente superfluo...i ricordi cominciano ad aumentare nello zaino..dovremo far spazio sui sassi per stenderli per terra ad asciugare
Ospite - Claudio il Mercoledì, 15 Ottobre 2014 01:47

Da un lato ti direi che non vedo l'ora, ma dall'altro..... no direi proprio di no!!! questo viaggio esperienza è la cosa più bella che mi sia capitata! quindi me lo sorseggio piano piano....
Grazie Mukti

Namastè

Da un lato ti direi che non vedo l'ora, ma dall'altro..... no direi proprio di no!!! questo viaggio esperienza è la cosa più bella che mi sia capitata! quindi me lo sorseggio piano piano.... Grazie Mukti Namastè
Ospite - Bruna il Martedì, 14 Ottobre 2014 11:31

Bellissimi ed emozionanti sia l'articolo sia il video.
E' piacevole seguirti in questo lungo viaggio. Grazie per le condivisioni.
Namastè

Bellissimi ed emozionanti sia l'articolo sia il video. E' piacevole seguirti in questo lungo viaggio. Grazie per le condivisioni. Namastè
Ospite - Claudio il Mercoledì, 15 Ottobre 2014 01:37

Grazie a te Bruna!!!! Namastè

Grazie a te Bruna!!!! Namastè
Ospite - papillon1961 il Martedì, 14 Ottobre 2014 12:33

Non ricordo come ho incrociato il tuo blog, che apprezzo. Sono stato in India per lavoro e sono quindi rimasto colpito da questo tuo ultimo racconto.
L'India, nel bene o nel male, stimola sempre delle riflessioni. Ecco le mie (se ti va): http://papillon1961.wordpress.com/2014/02/19/il-mio-passaggio-in-india/

Non ricordo come ho incrociato il tuo blog, che apprezzo. Sono stato in India per lavoro e sono quindi rimasto colpito da questo tuo ultimo racconto. L'India, nel bene o nel male, stimola sempre delle riflessioni. Ecco le mie (se ti va): http://papillon1961.wordpress.com/2014/02/19/il-mio-passaggio-in-india/
Ospite - Claudio il Mercoledì, 15 Ottobre 2014 01:44

Namastè! ho letto il tuo racconto che se non sbaglio è datato 2007... condivido molto di quello che dici e ritengo che la situazione non sia affatto migliorata, anzi... Ma come te credo "nelle favole" e in questo popolo che sono convinto saprà rifarsi. Qui l'illuminismo c'è stato 3000 anni fa, da noi invece ben piu tardi.

Namastè caro, spero di sentirti anche in futuro.
buona vita

Namastè! ho letto il tuo racconto che se non sbaglio è datato 2007... condivido molto di quello che dici e ritengo che la situazione non sia affatto migliorata, anzi... Ma come te credo "nelle favole" e in questo popolo che sono convinto saprà rifarsi. Qui l'illuminismo c'è stato 3000 anni fa, da noi invece ben piu tardi. Namastè caro, spero di sentirti anche in futuro. buona vita
Ospite - Rino il Martedì, 14 Ottobre 2014 18:35

Grazie, grazie e ancora grazie, Claudio. Quanta emozione, leggere queste parole, cariche di gioia, compassione, umiltà. Concorso su tutto. Abbiamo, perso, il senso vere delle cose. Namastè!

Grazie, grazie e ancora grazie, Claudio. Quanta emozione, leggere queste parole, cariche di gioia, compassione, umiltà. Concorso su tutto. Abbiamo, perso, il senso vere delle cose. Namastè!
Ospite - Claudio il Mercoledì, 15 Ottobre 2014 01:36

Grazie Rino, leggere i tuoi commenti mi riempie sempre di felicità!

Grazie Rino, leggere i tuoi commenti mi riempie sempre di felicità! :)

[…] famiglia che mi ha offerto una straordinaria lezione di umanità è stata quella di un esile e timido artista di Udaipur, in India. Pittore raffinato e uomo di gran cuore e generosità, pur essendo poverissimo mi ha aperto le […]

[…] famiglia che mi ha offerto una straordinaria lezione di umanità è stata quella di un esile e timido artista di Udaipur, in India. Pittore raffinato e uomo di gran cuore e generosità, pur essendo poverissimo mi ha aperto le […]
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