L'attraversamento delle frontiere porta con se in dote diversi cambiamenti.
La frontiera Guatemala-El Salvador non fa eccezione.
La attraverso nel pomeriggio.
Come al solito un fiume separa questi due mondi.
L'attraversamento delle frontiere porta con se in dote diversi cambiamenti.
La frontiera Guatemala-El Salvador non fa eccezione.
La attraverso nel pomeriggio.
Come al solito un fiume separa questi due mondi.
Il Guatemala lo ammetto, é un luogo affascinante che mi ha stregato.
Mi ha colpito duro nell'anima, quell'anima ormai forgiata da viaggiatore.
Le persone innanzitutto, mi hanno impressionato.
E poi ci sono giorni anche un po' così.
Di quello che non ti va di alzarti dal letto. Di quello che fissi il monitor del computer, dovresti scrivere e invece niente, il nulla.
Guardi di fronte a te: un lago bellissimo, una natura lussureggiante, la giungla, le barche, le persone indaffarate nei propri giorni spesso tutti uguali.
I miei ultimi 500 non sono stati tutti uguali, anzi. Oserei dire che nemmeno uno era uguale all'altro.
Ho cominciato a sentir parlare del lago Atitlàn già nelle ultime settimane messicane.
È così, quando si viaggia si incrociano altri viaggiatori provenienti da direzioni opposte. Ci si scambiano informazioni e "dritte". Ero ancora ad Oaxaca e ad ciclista belga brillavano gli occhi a parlare di questa zona del Guatemala.
Appena varcato il confine tra Belize e Guatemala ho cominciato a vivere una storia parallela. Le case di cemento, erette a metà, con i tetti piani. Le macchine scassate e i bus colorati che si spostano a colpi di clacson. Le donne vestite con quei gonnelloni lunghi e i maglioncini colorati a mezze maniche. I signori, con quei pantaloni larghi, contadini con le mani sporche e callose, i loro cappelli come a segnare la propria individualità. E poi quel sorriso, tipico della gente semplice che ti accoglie e ti fa sentire a casa. Non la mia vera casa, no, in quella ora non c'è spazio per quei sorrisi: l'Italia non è più da troppi anni la terra del sorriso.
Gli ultimi giorni in Messico li ho passati sulle rive di una laguna magica, acqua turchese e paesaggi morbidi. Avevo bisogno di riordinare un po' le idee prima di volgere verso il Belize e gli altri stati centroamericani.
Nella mia testa avevo in mente di trascorrervi solo un paio di giorni, giusto il tempo di ricaricare le batterie.
Invece la laguna di Bacalar mi ha rapito, con i suoi ritmi lenti e la sua acqua che ad ogni ora del giorno cambiava colore.
E succede che quando uno cerca forse non ha tempo di trovare.
E succede che all'improvviso arriva il Chiapas.
Una regione orgogliosa del Messico continentale. Una regione zapatista che fino a qualche anno fa reclamava indipendenza sotto gli ordini del sub comandante Marcos. Un sub comandante che comandava.
Sì perché il popolo poteva rimuoverlo al primo errore. Il popolo era a comandare. Ideologie che hanno avuto terreno facile in America Latina, tuttavia ancora latenti in virtù di governi corrotti e usurpatori.
Il Messico è la più grande nazione del Centroamerica.
Te ne accorgi attraversandolo.
Mille diverse sfaccettature lo contraddistinguono.
Mille diversi colori, sapori, odori.
Il Messico che ho trovato a Oaxaca è quello che più si avvicinava al mio immaginario.
Devo ammetterlo, la Baja California mi ha deluso e non poco.
Dove si era perso il Messico autentico? Dove potevo trovare colori e musica? Dove avrei smesso di vedere boutique e bar griffati USA? Non poteva bastare una natura di per sé spettacolare, necessitavo di più.
La risposta a queste mie domande è giunta pochi giorni dopo, al mio arrivo nel Messico continentale.
Nel mio viaggio alla scoperta del Messico centrale mi sono imbattuto in un piccolo villaggio a pochi chilometri da Guadalajara.
Il suo nome? Tequila.
Il resto venite a scoprirlo con me.
Finalmente di nuovo in viaggio, quello vero, quello fatto di scoperte e inconvenienti. Quello scomodo, crudo e reale.
Di nuovo una frontiera, dopo quasi due mesi. Una frontiera famosa, quella tra Messico e Stati Uniti a Tijuana. Territorio pericoloso, terra di narcotrafficanti e immigrati clandestini. Provo nuovamente le sensazioni lasciate in Asia in tutte quelle frontiere terrestri.
Un nuovo mondo davanti a me, il centro e il sud America, territori a me praticamente sconosciuti. Non solo, anche una nuova lingua, lo spagnolo, che non parlo come l'inglese, anche se riesco in qualche modo a cavarmela.
La prima tappa prevista è l'attraversamento da nord a sud della penisola di Baja California.
Gli Stati Uniti ed il loro coast to coast è un viaggio leggendario e memorabile.
In un unico clip ho raccolto tutte quelle 9000 miglia!
San Francisco ormai è alle porte nella mia strada che finalmente volge a sud. Dopo circa due mesi tutta la mia avventura americana è ormai al capolinea.
Tra gli ultimi appuntamenti il parco naturale di Big Sur, uno dei tramonti più spettacolari del mondo, sulla strada costiera che porta alla fine della California, verso il Messico.
Le luci, i rumori, il lusso, il denaro, lo sfarzo, la finzione, la musica, il gioco d'azzardo, l'alcool, le prostitute, i tossici strafatti di crack.
Las Vegas, sin city. Mi ha sinceramente lasciato un grande vuoto questa città americana nel cuore del Nevada. È lo specchio della bigotta America. Un luogo dove tutto è concesso, nel bel mezzo di un deserto, mentre il resto della nazione proibisce con ipocrisia. È una valvola di sfogo, tipicamente americana.
Il mio viaggio riprende lasciandola alle spalle e sembra quasi magia poter attraversare dopo poche ore di strada la valle della morte. Un deserto aridissimo, dove non si vedono neppure cespugli. Il sole è accecante e il caldo opprimente. È desolante, ma paradossalmente trasmette tranquillità. Distese di roccia, terreno secco che apre piccole voragini, dune di sabbia dove finalmente tira un po' di vento. Un coyote pellegrino zampetta per una pianura sterminata. Di cosa si nutrirà? Come potrà abbeverarsi? Come sempre di fronte alla natura l'uomo si fa piccolo poiché se abbandonato a se stesso in un luogo del genere non sopravviverebbe che poche ore.
Quando dieci anni fa mi ritrovai di colpo a casa, di ritorno dalla lunga esperienza australiana capitava di dover descrivere le sensazioni provate di fronte ad alcuni paesaggi della terra dei canguri.
Luoghi incredibili e unici da sembrare finti tanto erano belli. Come nei film, una scenografia studiata, tutto sembrava al proprio posto. E proprio dai film giustificavo questa mia eterna sorpresa: fin da ragazzini i film ci hanno portato in luoghi meravigliosi, ma pochissimi film avevano mai raccontato l’Australia.
Sostenevo che una volta davanti al Grand Canyon ci si sarebbe innamorati di certi scenari, ma l’effetto sorpresa non sarebbe mai esistito. Abbiamo imparato, nella nostra giovinezza, a vedere già certi luoghi grazie alla televisione. È un’immagine che abbiamo già nel nostro cervello, possiamo fermarci ad ammirarla, possiamo rimanerne incantati, ma sappiamo già quello che ci aspetta. Invece…
Le strade in questa zona d'America sono lunghe e silenziose. Dritte all'infinito, limiti bassi e pochi veicoli.
Intorno a me il paesaggio cambia costantemente. Il deserto del New Mexico è ocra, con cespugli verdi. Da lontano si intravedono i primi canyon.
Passando per il New Mexico potevo non fermarmi ad Albuquerque?!
Per gli appassionati della serie tv Breaking Bad, vi porto nei luoghi mitici dove è stato girato... Enjoy!
L'ultimo appuntamento con la musica americana era il Texas ed in particolare Austin, la città capitale.
Arrivo nel pomeriggio, il caldo è opprimente, ma la città si presenta subito nel migliore dei modi.
Alloggio per la prima volta in ostello, stavolta non ho trovato alcuna ospitalità in couchsurfing.
L'ostello è bellissimo, il più bello nel mio giro del mondo, proprio di fronte al fiume grazie ad un enorme giardino.
Il secondo grande appuntamento del mio personale coast to coast americano è la rotta verso sud, verso la Louisiana e New Orleans, culla del Jazz.
Prima, da Chicago, avrei dovuto raggiungere la zona del Tennessee dove nacque la musica anni 60 e l'ispirazione country.
https://www.youtube.com/watch?v=PFHY0nf3hfQ
È un piovoso pomeriggio newyorkese quello in cui incomincio a ragionare sui miei futuri spostamenti. L'idea è di quelle audaci, riuscire ad attraversare l'America riuscendo a spendere pochissimo.
Nella mia testa sono convinto che con una buona organizzazione, tra car pooling e couch surfing sia davvero possibile.
Purtroppo tuttavia il car pooling non è percorribile, non è assolutamente sviluppato e le opzioni di relocation come in Australia non sono permesse ai cittadini non statunitensi.
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