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Non temere di percorrere una lunga strada, se sei diretto verso coloro che hanno qualcosa da insegnarti

Guatemala

Appena varcato il confine tra Belize e Guatemala ho cominciato a vivere una storia parallela. Le case di cemento, erette a metà, con i tetti piani. Le macchine scassate e i bus colorati che si spostano a colpi di clacson. Le donne vestite con quei gonnelloni lunghi e i maglioncini colorati a mezze maniche. I signori, con quei pantaloni larghi, contadini con le mani sporche e callose, i loro cappelli come a segnare la propria individualità. E poi quel sorriso, tipico della gente semplice che ti accoglie e ti fa sentire a casa. Non la mia vera casa, no, in quella ora non c'è spazio per quei sorrisi: l'Italia non è più da troppi anni la terra del sorriso.


Parlo di quella sensazione che avevo vissuto in Nepal, poco più di un anno fa. Un paese che mi ha accolto, non smetterò mai di ripeterlo, come uno di loro.
Il Guatemala mi ha suscitato le medesime emozioni.
Un paese che, se si legge il sito della Farnesina, andrebbe evitato come il fumo negli occhi.
Pericoloso, scippi, rapine e stupri.
Mah, io per fortuna ho smesso da tempo di leggere questi avvisi.
Non so se realmente è un paese così pericoloso, a me francamente non è sembrato, anzi.
La popolazione mi ha aperto le loro case come uno di loro. I sorrisi non sono mai mancati. Gli aiuti nemmeno.
E tantomeno ho dovuto mai contrattare per un prezzo o un servizio. Ho sempre pagato quello che avrebbe pagato un locale.
La sincerità e la genuinità gliela si legge negli occhi.
Quegli occhi scuri, tipici degli indigeni. Occhi che sembrano sussurrarti di accomodarti di fianco a loro, pronto per qualche storia.
E quelle storie sarebbero pure quelle degli antichi Maya, quella gente che popolava l'antica città di Tikal, il fiore all'occhiello di questo paese. Piramidi e templi immersi nella giungla. Ormai non dovrei neppure stupirmi più di tanto visto i tantissimi siti archeologici che sto collezionando.
Ma invece, più scendo a sud, più l'emozione e lo stupore crescono. Mi immagino queste antiche civiltà, provo ad immedesimarmi nei loro ritmi, nelle loro tradizioni, nei loro costumi. Non ci riesco pienamente.
Scendo ancora più a sud e trovo il villaggio alle porte di Semuc Champei, una riserva naturale dove trovano spazio cascate e piscine naturali che mi ricordano il Laos, Guang Xi. Seduto sulle rive di queste acque mi fermo a ripercorrere i miei ultimi mesi. Ho appena doppiato i giorni passati da quelle cascate. Ho attraversato l'oceano pacifico nel frattempo. Ho vissuto l'Australia, il Canada e gli Stati Uniti. Il Messico mi ha riportato pian piano verso ciò che più mi emoziona.
Il Guatemala me lo sta restituendo.
La natura e la gente, quel contatto umano che tanto mi è mancato nei paesi occidentalizzati.

Seduto sulle rive guardo i bambini giocare, mi chiedono una foto e mi invitano a mangiare in casa loro. Sì, avviene proprio così: mi ritrovo a mangiare un pollo asado con riso e fagioli in una baracca nella giungla.
Rispetto al Nepal qui la lingua aiuta, poiché, sebbene parlino ancora lingue autoctone, lo spagnolo diventa un facile mezzo di comunicazione.
Si ride e si scherza, il tempo scorre via veloce.
Ho modo di poter conoscere la situazione politica del paese, alla vigilia delle elezioni presidenziali.
Anch'essi hanno un governo corrotto solo che a differenza dei nostri politici, il presidente uscente si è dimesso il giorno prima di essere arrestato. Colpevole o innocente, ha scelto di essere giudicato da cittadino anziché da presidente. Ora, non credo che per questo siano migliori di noi, infatti questa mossa sarà sicuramente strumentale a qualche appoggio politico, tuttavia la modalità con la quale si è consumata mi ha impressionato.
E il giorno dopo ancora di più, con i pick up che facevano la spola tra i paesi per portare i contadini a votare.
Il loro sorriso era disarmante anche in questo caso.
La felicità di poter esprime il proprio voto, sapere di contare, anche se poco, mi ha commosso. Questa partecipazione di massa è un'altra cosa che abbiamo perso.

Ma forse quello che abbiamo perso è proprio quel sorriso, benevolo e genuino.

Quel sorriso che avevo lasciato in Nepal l'ho ritrovato qui in Guatemala.

Bellezza e grazia si manifestano, che noi ce ne ac...
E ogni pausa è cielo in cui mi perdo, serenità d’a...

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Giovedì, 28 Marzo 2024
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