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Non c'è strada che porti alla felicità, la felicità è la strada

Khon Kaen

Certe emozioni, certe sorprese, certa Vita te le può dare solo il viaggio, solo il mettersi in strada abbandonandosi all'ignoto, alle correnti dell'universo.
Mi sono trovato a disagio a Bangkok prima, e in Cambogia a Siem Reap poi.
Posti conosciuti e frequentati da migliaia, troppi turisti.


Mi incuriosiva la Cambogia, visitare Phnom Pehn, la capitale, e capire qualcosa in più del genocidio perpetrato da Pol Pot e taciuto a suo tempo dall'ispiratore del mio viaggio intorno al mondo Tiziano Terzani. La sua più grande macchia in una carriera artistica brillante, il suo più grande rimpianto confermato nel libro addio "la fine è il mio inizio".
Ma non avevo sufficiente tempo, non potevo andare nel profondo e capire realmente cosa potesse voler dire e quindi non mi sono accontentato di una visione superficiale, di un antipasto di contraddizioni che non avrei potuto comprendere appieno.
Nella mia rotta verso il Laos ho quindi deciso di tornare in Thailandia per esplorare i territori del nord est, quelli meno battuti e meno frequentati dagli occidentali. Avevo bisogno di qualcosa di più vero, avevo bisogno di scoperte e sorprese, avevo bisogno di trovare difficoltà linguistiche e logistiche.
Ho trovato tutto questo e molto di più.
Arrivo a Phimai, piccolo villaggio vicino a Korat, nella zona del Burinam. È sera, sono circa le 9 e le poche guesthouse sono tutte chiuse.
Che bello! Finalmente un po' di avventura. Mi siedo su un tavolino per strada per mangiare un originale Pad thai in vero stile thailandese, non le versioni occidentalizzate da Khao San Road. È squisito e non mi preoccupo del fatto che non so assolutamente dove dormire.
Nel tavolo da parte a me un gruppetto di thailandesi bevono e brindano. Uno si avvicina e con un grande sorriso inizia a parlarmi. Lo trovo sinceramente incuriosito e felice di vedere un occidentale nel suo piccolo villaggio.
Parla qualche parola di inglese e così riesco a spiegargli che non ho trovato alcuna guesthouse aperta. Prende il telefono e fa qualche chiamata. Mi fa capire che è tutto a posto e mi offre una birra. Dopo qualche minuto mi chiede di seguirlo ed ecco la prima sorpresa: tutte le guesthouse del villaggio, in realtà erano solo quattro, aperte per mostrarmi una camera e offrirmi un alloggio.
Scelgo quella che mi pare più tradizionale anche se costa un euro più delle altre.
Alloggio in una vecchia casa in legno di teak e sono l'unico ospite. Mi spiegano che da qualche anno c'è stata una crisi nel turismo in quest'area e che quindi è raro vedere viaggiatori occidentali.

Il giorno dopo mi sveglio carico di energia, sono finalmente nell'Asia che più mi intriga, quella dei luoghi dimenticati. Visito le rovine antiche della città e trovo un tempio molto simile ad un Angkor Wat in miniatura. Scopro che quest'area della Thailandia era sotto il regno dei khmer cambogiani e per questo le rovine sono tutte in questo stile.
Non ci sono turisti, se non thailandesi e una scolaresca.
Il tempio è molto bello e perfettamente conservato, inoltre nel pieno centro del paese. Una situazione quasi surreale, ma carica di positive vibrazioni ed energia.
Il pomeriggio mi butto a caso per le vie e mi ritrovo a ricevere un vero massaggio thailandese gratis poiché passo davanti ad una scuola di massaggi e mi chiedono di provare.
Il vero massaggio thailandese è tutto fuorché rilassante, anzi, ma rimette in sesto e ricarica le energie riequilibrandole nel corpo.
Ringalluzzito continuo il mio pellegrinaggio casuale e finisco in un bosco di ficus retusa che scopro essere il più grande della Thailandia o almeno così mi dicono. Sembra di entrare in una fiaba con tutti questi rami cadenti e piccole finestre di alberi che si aprono su un bel lago.
Coppie di fidanzati scelgono questo luogo per stare insieme e promettersi reciproco amore. Pura poesia.
Rientro nel centro del paese e la via centrale è una festa. Si è appena aperto il mercato notturno, anche se sono solo le 5 del pomeriggio. Bancarelle cariche di cibo, spezie, profumi e colori. Carne e pesce alla brace, zuppe, ravioli, noodles, frutta e verdura.
È un'esplosione di sensazioni e cresce l'acquolina in bocca. Decido di fermarmi e provare cibi a caso.
Ogni piatto è una scoperta in un trionfo di spezie, curry e verdure.
Purtroppo è difficile trovare cibo senza carne o pesce e la comunicazione non è semplice, ma il risultato è eccezionale.
Il mattino dopo mi sveglio di buon ora e mi sposto in un'altra città, Khon Kaen. Trovo poche informazioni su internet tranne il fatto che è una città dalla storia recentissima e sviluppatasi grazie all'importante università locale.
Mi accoglie una grande città dotata di ogni comfort e servizi. Sembra di camminare per le vie di una cittadina americana con cafè, ristoranti e locali ben curati.
Non essendoci occidentali comprendo che questa città offre tutto questo alla popolazione locale e quindi ne percepisco il grande boom economico e lo sviluppo degli ultimi decenni.
In giro per le strade migliaia di giovani a testimonianza del grande centro culturale e di studi che è diventata.
Mi trovo bene, il mood è di quelli giusti, il sorriso torna a dipingermi la faccia.
Sorriso con cui vengo accolto dalla popolazione locale che appena mi incrocia per strada mi saluta e i più spavaldi si fermano anche a fare quattro chiacchiere.
Dietro ad un complesso residenziale, sulle rive di un lago, scorgo un tempio molto grosso, una stupe enorme.
Mi avvicino e davanti ai miei occhi il più bel tempio thailandese che abbia mai visto. È grande ed imponente, ma nel contempo leggero ed elegante.
Non mancano i dragoni all'ingresso della scalinata, il gong, le decorazioni in oro sul tetto e le pareti.
All'interno un Buddha in avorio molto raffinato, per nulla kitsch come i classici thailandesi.
Mentre seduto in disparte contemplo tale bellezza mi si avvicina un monaco ed iniziamo a conversare. Mi racconta di aver studiato in Germania e di essere stato in Italia. Era rimasto molto colpito da Roma e da Città del Vaticano. La Cappella Sistina e piazza San Pietro.
Roma è bellissima davvero, una città che ogni volta che visito mi trasmette sempre tante energie positive, ma sentirselo dire da un monaco buddista thailandese fa un altro effetto.
Lui è interessato al mio viaggio e alle mie esperienze di meditazione in Nepal ed India. Mi invita ad una seduta di meditazione per il mattino seguente, ma purtroppo per me è già tempo di ripartire.
Il viaggio è ancora lungo fino a Hong Kong senza aerei e non posso fermarmi più a lungo in questa città.
Rientrando in guesthouse mi imbatto in un altro night market ricco di cibo. È quasi l'ora di cena e così mi fermo.
Mangio il miglior Tom Yum mai assaggiato e azzardo cibi strani.
Tutto eccezionale.
Mi addormento felice, per la prima volta negli ultimi tempi.
Il nord est thailandese mi ha restituito la mia casa, la strada, quella poco battuta e frequentata, la mia preferita.


***************************







“There’s no road leading to happiness, happiness is the road”


Only the journey, walking on the road, indulging to the unknown and to the strains of the universe can give you some emotions, some surprises, some sort of Life. I was out of place in Bangkok at first and in Siem Reap, Cambodia, afterwards. Unknown places were crowded with thousand tourists, too many. I was intrigued by Cambodia, by Phnom Pehn, the capital; my aim was to deepen Pol Pot genocide that, at that time, had been unsaid by Tiziano Terzano, the inspiring of my trip. That is his biggest mark of his brilliant career as a journalist and his biggest regret, as he affirms in his last book “The end is my beginning”. But I hadn’t enough time, I couldn’t deepen and understand for real the meaning of that, so I was pleased just by a superficial observation, by an entrée of contradictions which I couldn’t have understood properly. I decided to go back to Thailand, before going to Laos, to explore North-East territories, less frequented by westerns. I needed something more real, I needed discoveries and surprises, I needed some linguistic and logistic difficulties. I found this and even more. I reach Phimai, small village near Korat, Burinam. It’s evening time, it’s around 9 p.m., and the few guest houses are closed. Nice! Finally some adventure! I seat at a table by the road to eat an original Pad thai, real thai style, not western version as in Khao San Road. It’s delicious and I don’t worry for the lacking of a place to sleep. A group of Thai are drinking and making toast in a table next to me. One comes by me and start talking with a big smile. I feel he’s curious and happy to see a western in his small village. He speaks some English and so I manage to explain to him that I hadn’t found any guesthouse to rest. He picks up the phone and starts making some calls. Everything is alright and he offers me a beer. After few minutes, he asks me to follow him and, here there is my surprise: there are only four guesthouses in the village and they were open to show me a room and offer me a place to stay. I chose the more traditional one even though it costs one euro more than the others. I stay in an old teak house and I’m the only guest. They tell me a big touristic crisis is been going on for few years in this area and so it’s really rare meeting a western. The day after I wake up energetic, I’m finally where Asia intrigues me, where forgotten places can be found. I visit the ancient ruins of the city and I find a temple similar to the one in Angkor Wat but smaller. I was told that this part of Thailand had been ruled by Cambodian Khmer and so ruins look all alike. There are no tourists, only Thai and some pupils. The temple is beautiful and perfectly preserved and it’s in the town center. It’s a surreal situation but charged with positive vibrations and good energy. In the afternoon I randomly wander around and I receive a real Thai massage for free because I run by a massage school and they ask me to try. Thai massage is all but not relaxing; actually it charges me with energy and balances my body. I keep wandering around after being refreshed and I end up in a rubber plants wood, the biggest Thai one, as I am told at least. It seems to get into a fairy tale with all these falling branches and little windows of trees opening on a lake. Couples chose this place to spend time together and get engaged with eternal love promises. Pure poetry. I go back to the town and they are feasting in the central road. The night market has just opened even though it’s only 5 p.m. There are stands covered in food, species, perfumes and colors; grilled meat and fish, soups, ravioli, noodles, fruit and vegetable. It’s a perceptions explosion and it’s mouth-watering. I stop and try random food. Every dish is a surprise with species, curry and vegetables triumphs. Unfortunately dishes without meat or fish are hard to find and communication is not so easy but the outcome is great. The next day I wake up early and I move to Khon Kaen, another city. I don’t find very many information on the internet besides the notions about its young age and development related to the local university. I’m welcomed by a city rich in comforts and services. It seems like walking in the US with cafè, restaurants and well finished places on the road. I understand that this city offers all this to the locals because there are no westerns so I perceive the economic big boom and the recent development. Young people walking around demonstrate the value as a big cultural and studying center. I feel good here, the mood is right, and smile comes back to my face. I’m welcomed by locals with the same smile; they say me hello as soon as the meet me on the street and the bravest one stop to have a chat. Behind a private housing estate, I see a big temple, a huge stupa, on the banks of a lake. It’s big and majestic but at the same time it’s light and elegant. Dragons are at the beginning of the staircase, there is also a gong, gold decoration on the roof and on the walls. Inside, instead, you can find a very refined ivory Buddha, not kitsch as the classical Thai. While I was sitting aside contemplating such majesty, a monk came close and we start talking. He told me he had studied in Germany and he had been to Italy. He was really astonished by Rome and Vatican City, Sistina Chapel and Piazza San Peter. Rome is really wonderful, a city which gives me every time positive energy, but hearing that from a Thai monk is quite surprisingly. He’s interested on my trip and my yoga and meditation experiences in Nepal and India. He invites me to a meditation session of the next morning but unfortunately for me it’s time to go back on the road again. The road to Hong Kong is still long and I can’t stop any more days in this city. Going back to the guest house I run into another night market full of food. It’s almost dinner time so I stop by. I eat the best To Yum ever and I risk with weird food. Everything great. I happily fall asleep for the first time in weeks. North-East Thailand gave me back my home, the road, the less frequented one, my favorite.

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Se la nostra esistenza si svolge all'insegna della...
Viaggiare è un arte. Il problema è che oggi viaggi...

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Commenti 6

Ospite - danilo il Mercoledì, 11 Febbraio 2015 15:51

Grazie Claudio di aver ripreso il tuo cammino. Con te riprendo a sognare.
Danilo

Grazie Claudio di aver ripreso il tuo cammino. Con te riprendo a sognare. Danilo
Ospite - Claudio il Giovedì, 19 Febbraio 2015 04:14

Grazie a te Danilo!!!

Grazie a te Danilo!!! :)
Ospite - Arioh il Venerdì, 13 Febbraio 2015 00:13

Ciao Claudio,
ecco il nuovo reportage, giusto nei giorni scorsi mi chiedevo dove fossi e taac è arrivata la risposta. :-)
Pure io credo che il bello di viaggiare sia, potendo, visitare i posti meno frequentati e turistici perché è tutto più genuino e le persone che incontri sono più ospitali e disponibili.
Due anni fa sono tornata in Corsica a luglio in vespa con mio papà, era da 20 anni che non ci andavo, e sono rimasta sconvolta dalla quantità di turismo, soprattutto quello di barche e barconi che c'era per mare... Quando penso che alcune spiagge e posti visitati da bambina, grazie agli amici sub, erano quasi "vergini" ed ora invece sono invasi da tantissimi turisti mi viene male. Mi è piaciuto molto tornarci in vespa però ho rimpianto tantissimo i tempi che furono, anche perché io ero più giovane... della serie " come era verde la mia valle!"
Ora ti saluto, andrò a leggere l'articolo pubblicato su Ornitorinko.

Ciao ciao
Arianna

Ciao Claudio, ecco il nuovo reportage, giusto nei giorni scorsi mi chiedevo dove fossi e taac è arrivata la risposta. :-) Pure io credo che il bello di viaggiare sia, potendo, visitare i posti meno frequentati e turistici perché è tutto più genuino e le persone che incontri sono più ospitali e disponibili. Due anni fa sono tornata in Corsica a luglio in vespa con mio papà, era da 20 anni che non ci andavo, e sono rimasta sconvolta dalla quantità di turismo, soprattutto quello di barche e barconi che c'era per mare... Quando penso che alcune spiagge e posti visitati da bambina, grazie agli amici sub, erano quasi "vergini" ed ora invece sono invasi da tantissimi turisti mi viene male. Mi è piaciuto molto tornarci in vespa però ho rimpianto tantissimo i tempi che furono, anche perché io ero più giovane... della serie " come era verde la mia valle!" Ora ti saluto, andrò a leggere l'articolo pubblicato su Ornitorinko. Ciao ciao Arianna
Ospite - Claudio il Giovedì, 19 Febbraio 2015 04:13

Eh purtroppo il turismo fatto male sta rovinando tanto posti... ma permette anche di conoscere nuove realtà e di aprire la mente ad alcuni...
prendiamo cio che c'è di positivo dai!

Eh purtroppo il turismo fatto male sta rovinando tanto posti... ma permette anche di conoscere nuove realtà e di aprire la mente ad alcuni... prendiamo cio che c'è di positivo dai! ;)
Ospite - Arioh il Venerdì, 13 Febbraio 2015 00:26

Sarò ripetitiva ma complimenti anche per l'articolo che ho appena letto ...
Ariciao

Sarò ripetitiva ma complimenti anche per l'articolo che ho appena letto ... Ariciao
Ospite - Claudio il Giovedì, 19 Febbraio 2015 04:12

grazieeeeee!

grazieeeeee! ;)
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