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L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana due passi.

Patan

L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana due passi.
Cammino dieci passi e si allontana dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile.
E allora a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare"

E.H. Galeano


Quando ero in Italia, alle prese con la mia vecchia vita da bancario ero un grande pianificatore.
Una delle cose che mi riusciva meglio era organizzare il tempo in funzione di obiettivi.
La pianificazione di un viaggio intorno al mondo era quindi nelle mie corde, ma senza aerei è stata molto impegnativa e mi ha tenuto occupato per circa sei mesi. Scappavo dal lavoro per precipitarmi a casa a leggere le mail, a sviscerare siti internet e forum di viaggiatori.
Casa mia era piena di mappe e guide, appunti e post it dappertutto.
Non è stato semplice arrivare al momento in cui ho potuto ragionevolmente dire che questa avventura fosse fattibile.
Ovviamente non si può preventivare tutto, né tantomeno stabilire a priori date e percorsi. Toglierebbe il gusto del viaggio stesso, degli imprevisti, della scoperta e della sorpresa, delle correnti dell’universo a cui abbandonarsi.
Tuttavia ora queste correnti mi hanno portato ad un punto morto. Questa zona dell’Asia è meravigliosa e tra India e Nepal sono stato qui circa sei mesi.
Sono tornato su certi miei passi e questo ritorno in terra nepalese mi ha regalato nuove gioie perché ho potuto vivere il territorio, la cultura e le persone con maggiore consapevolezza.
Ho scoperto tesori che per un motivo o per un altro non ero riuscito ad esplorare quest’estate. È il caso di Patan e Bhaktapur, due antiche città nepalesi meravigliose che non ero nemmeno riuscito a visitare. Oggi ho avuto la possibilità di apprezzarle con luci e colori incredibili proprio perché mi sono ritrovato in queste terre nella loro stagione migliore.
La campagna, le montagne e le città sono diverse. Il sole è caldo durante il giorno e il cielo è terso. I templi di color marsala, risaltano e offrono la loro migliore luce. Conoscere un po’ di lingua locale e la loro cultura mi ha permesso di entrare maggiormente in contatto con la popolazione ed apprezzare ancora di più certe sfaccettature.

Il problema ora è che non ne riesco ad uscire da questa zona d’Asia perché avendo deciso di affrontare il mio giro del mondo senza aerei ora le mie possibilità di continuazione si sono ridotte al lumicino.
Dapprima avevo deciso di ripassare dal Tibet, ma poi il consolato cinese si è messo di mezzo negandomi il visto singolo.
L’opzione via mare l’avevo già cercata alle isole Andamane e purtroppo senza frutti.
Mi resta una sola possibilità, l’ultima: varcare la frontiera India - Birmania a nord est, nella remota regione del Manipur.
È una frontiera di recente apertura in cui pare non sia impresa facile passare. Qualcuno ce l’ha fatta, ma molti hanno fallito.
Ora tocca a me. Da giorni sto sviscerando ogni possibile alternativa, ma questa è l’unica opzione.
La settimana prossima rifarò il mio zaino e me lo caricherò sulle spalle per rientrare in India e attraversare le regioni del the pregiato: il Sikkim e Darjeeling fino ad arrivare nel Manipur, un’area che fino a qualche anno fa era vietata ai turisti.
Non credo di fermarmi tanto poiché il pensiero fisso oggi è quella frontiera. Ho voglia di arrivare e di mettermi in gioco. Ho voglia di intraprendere una strada che pochissimi occidentali hanno percorso. Il rischio e l’avventura fanno parte di questo viaggio.

Sapevo che attraversare l’Asia senza aerei era un impresa difficile e mi sono abbandonato alle inevitabili incognite: quando ero in Cina non sapevo se sarei riuscito ad entrare in Tibet per poi arrivare in Nepal; non sapevo come arrivare in Australia, ma ora ho trovato un cargo da Hong Kong; non immaginavo come attraversare l’oceano Pacifico, ma a fine marzo ho già un altro mercantile pronto a portarmi dall’Australia al Canada.

Tuttavia qui, ora, non ho più certezze. Devo riuscire a passare quella frontiera, altrimenti sarò costretto a prendere un aereo. Una situazione come questa, sei mesi fa mi avrebbe angosciato e fatto demordere.
Avrei mollato. L’avrei considerata un segnale, un messaggio dell’universo. “non farlo, è impossibile” oppure “ vedi che non fa per te” .

Oggi non più. Mi affido alle correnti dell’universo e mi lascio trasportare.
Ho un sogno da realizzare e voglio riuscirci. Mi aspetta una sfida in cui pochissimi sono riusciti, ma questo è il bello di questa avventura.

Sono ancora un pianificatore attento, questa è la mia natura, ma oggi abbandonarmi a queste correnti non mi impensierisce più, anzi , mi incuriosisce da morire.


***************************








When I was in Italy, working as a banker, I was a great planner. One of my best attitudes was planning my time functionally to a goal. Planning a trip around the world would have been in my capacity but without flights had been really demanding and it took me 6 months. I ran home after work to read my emails, examine travelers’ websites and forum. My home was filled with maps and guides, notes and post-it all over. It wasn’t easy to be sure to make it. Obviously, everything can’t be estimated in advance, nor dates and pathways can’t be decided. This would deny the taste of travelling itself, of unforeseen, of discovers and surprises, of indulging in universal strains. However, these strains led me to a sticking point. This part of Asia is amazing; I traveled between India and Nepal for about six months. I came back to some paths and this return in the Nepalese territory gave me new emotions because I could live the land, the culture and people with more awareness. I discovered treasures I hadn’t had the chance to explore last summer. I’m talking about Patan e Bhaktapur, two extraordinary ancient cities. Today I had the chance to appreciate them with different lights and colors because this is the best season. Countries, mountains and cities are different. The sun is warm during the day and the sky is clear. Temples are Marsala colored, they shine and offer their best light. Since I knew a little of local language and culture, I was allowed to come in contact with the population and appreciate even more some sides. Now, the problem is getting out this part of Asia because, without taking any flight, my possibilities are close to a wick. First I had decided to pass through Tibet but Chinese administration denied me the single entry visa. I looked for a boat in Andaman Islands but I had no results. I have one more chance, the last one: cross the north-east Indian-Burmese border, in the remote region of Manipur. It’s a new open border, not easy to cross. Someone made it but many had failed. Now it’s my turn. I have been examining many options for days but this appears to be the only solution. Next week I’ll pack again, I’ll put my backpack on my shoulders and I’ll go back to India in the regions of the precious the: Sikkim and Darjeeling to get to Manipur, a region forbidden to tourism till some years ago. I don’t think I’ll stop for a long time because my obsession now is that border. I feel like getting there and taking a challenge. I feel like taking a road which a few westerns had taken before. Risk and adventure are part of this trip. I knew that crossing Asia without flights would have been hard and I indulge myself to these unavoidable variables: when I was in China I didn’t know if I could get into Tibet to reach Nepal; I didn’t know how to get to Australia but I found a cargo from Hong Kong; I couldn’t imagine how to cross the Pacific Ocean but at the end of March I’ll have another cargo to go from Australia to Canada. However, here and now, I have no more certainties. I have to cross that border otherwise I’ll be obliged to take a flight. Six months ago a similar situation would have distressed me and made me giving up. I would have caved down. I would have considered it a signal, a universe message. “Don’t do it, it’s impossible” or “You see?! It’s not for you”. Not today. I let myself in the hands of the universe and let myself go. I have a dream to realize and I want to make it. A challenge is waiting for me but this is the best part. I’m still a good planner, this is my nature, but today this doesn’t worry me anymore, I let myself go and I’m really curious actually.

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Commenti 3

Ospite - Fernanda il Venerdì, 05 Dicembre 2014 18:46

Che bello il video, Bhaktapur è la città che ho preso come riferimento per il mio sogno di viaggiare in Nepal.
Mi piace poi leggere l'approccio che hai preso riguardo la tua avventura. In qualunque maniera si svilupperà il tuo percorso sii sempre sereno e felice, ogni cosa verrà da sé. È un in bocca al lupo secondo me non guasta

Che bello il video, Bhaktapur è la città che ho preso come riferimento per il mio sogno di viaggiare in Nepal. Mi piace poi leggere l'approccio che hai preso riguardo la tua avventura. In qualunque maniera si svilupperà il tuo percorso sii sempre sereno e felice, ogni cosa verrà da sé. È un in bocca al lupo secondo me non guasta ;)
Ospite - Claudio il Sabato, 06 Dicembre 2014 18:05

Grazie Fernanda,
tranquilla che resto sereno e felice!!!

Crepi il lupo...

un abbraccio

Grazie Fernanda, tranquilla che resto sereno e felice!!! Crepi il lupo... un abbraccio
Ospite - Rino il Sabato, 06 Dicembre 2014 19:59

Che posti meravigliosi, mamma mia. Grazie infinite Claudio. Namastè!

Che posti meravigliosi, mamma mia. Grazie infinite Claudio. Namastè!
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