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Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai

Back in Nepal

"Il coraggio era anche quello.
Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo.
Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai."



A volte occorre tornare sui propri passi. No, non sto pensando a tornare a casa.
A volte le scelte che si compiono pesano tantissimo sulla propria vita e le proprie esperienze. No, non sono pentito della scelta fatta lo scorso aprile.


A volte semplicemente è la vita a regalarci delle “seconde volte”.
Non aver trovato la barca alle isole Andamane per poter raggiungere le coste thailandesi ha stravolto tutti i miei piani e messo in dubbio molta della sicurezza accumulata in questi primi sei mesi di viaggio. Ritengo esista una sorta di karma che ti aiuta nei momenti difficili e che ti permette cose all’apparenza impossibili solo perché sei sulla strada giusta. Lo senti, è illogico, ma lo senti. Fino a qualche settimana fa era tutto così. Davvero, mai un momento di vera difficoltà o di crisi, tutti i giorni un bel sorriso stampato sulla faccia, il budget che finalmente si stava allineando con quanto mi ero prospettato.
Poi qualcosa va storto, le sicurezze cadono e occorre mettersi in discussione. Più di una volta mentre ero nella mia Isola che non c’è ho pensato di prendere un aereo e continuare l’itinerario come mi ero prefissato.
Non ho mollato. Quando ho deciso di andare avanti mi sono messo in pace con me stesso accettando il fatto di non essere riuscito nel mio primo intento, ma chissà cosa la vita e il viaggio mi avrebbero riservato nel tornare sui miei passi.
Innanzitutto ho potuto ammirare Varanasi con la Ganga bassa e lo spettacolo che mi ha regalato quella passeggiata sui ghat mi aveva fatto capire di essere dovuto tornare per un qualche motivo.
Ne avevo già apprezzato l’aria magica e le sue positive vibrazioni, ma in questo periodo è ancora di più, è sorgente di pure emozioni.

In fretta e furia ho passato il confine India/Nepal con meno di 40 centesimi in tasca. Arrivo la mattina all’alba e ad accogliermi aria freddissima. Sono in bermuda e maglietta, la temperatura è di 5 gradi.

Ora vi scrivo dunque dal Nepal, da Kathmandu, dove ho passato alcuni dei momenti più straordinari del mio viaggio. Non ho posti nuovi da visitare, ma ho momenti ed esperienze da approfondire con una diversa consapevolezza. Devo stare qui circa venti giorni, in attesa del visto cinese. Rientrerò in Tibet e poi volgerò la mia rotta verso la regione dello Yunnan, una delle più belle di tutta la Cina. Entrerò in Laos e dovrei riuscire a fare Natale a Bangkok, finalmente nella terra del sorriso. 
Tutto risolto quindi con la piccola rinuncia a scoprire posti nuovi per un mese di cammino. Poco male, mi sono trasferito nuovamente nel villaggio della Kathmandu valley dai miei fratellini nepalesi: i ragazzi orfani aiutati dall’associazione Human Traction.
Un solo minuto con loro è stato sufficiente per ripagarmi di tutto lo scoramento avuto nelle ultime settimane. Poter dedicare ancora tre settimane a questi fantastici ragazzi è un regalo della vita e non una seccatura sull’itinerario. Mi hanno restituito il sorriso beota che avevo quest’estate e la voglia di assaporare la vita per quello che è, anche se tutto non segue il piano prestabilito.
Abbiamo finito di costruire il campo da calcio e vedere i loro sorrisi è il più bel regalo di questo viaggio. Ero li, quel giorno in cui abbiamo piantato le porte nel terreno. Dovevo esserci, dovevo poter condividere con loro quel momento. Vederli giocare e correre dietro ad un pallone senza polemica e senza litigi, solo con la sana voglia di divertirsi.
Mi tornano in mente i ricordi da bambino e di come giocare con un pallone fosse la cosa più bella del mondo. Ricordo tuttavia anche litigate, discussioni ed amicizie finite per un pallone che già da bambini è lo specchio della società in cui viviamo. Dove la gente “furba” prevale, a scapito degli altri. Il bullismo inizia li, quando vieni preso in giro perché finisci in panchina o perché sei “scarso”. Qui è diverso, cercano di coinvolgere tutti e quando l’avversario segna un bel gol l’applauso è corale.
Non smetterò mai di ripetere quanta umanità ho trovato in mezzo alle persone, ai bambini che non hanno nulla. Quel sorriso è sempre li e ora , con un campo da calcio, ancora di più.

Nei primi giorni al villaggio ho potuto avere tempo per riflettere sui miei prossimi spostamenti. Ho una nave cargo che mi aspetta nel porto di Adelaide il 29 marzo. Attraverso due tropici, l’equatore e la linea immaginaria del cambio data in 28 giorni sarò catapultato in Canada, a Vancouver. Quel giorno inizierò ad avvicinarmi per la prima volta a casa e salperò da uno dei posti più lontani al mondo dall’Italia.

Senza aerei.

Senza aerei...

Appunto, senza aerei. Come arrivare in Australia senza aerei? questa era la seconda incognita più grande del mio viaggio. Dall’India alla Thailandia avevo un piano B, ma dall’Indonesia o da Timor Est non esistevano piani B: o trovavo un passaggio barca per la terra dei canguri o dovevo prendere un aereo.
Questi giorni nepalesi mi hanno permesso di approfondire questo passaggio rendendomi conto che le correnti marittime erano avverse e che il tempo a disposizione era troppo limitato.
Improbabile, quantomeno, trovare una barca intorno a gennaio o febbraio.
Le soluzioni potevano essere solo due: o trovare un mercantile dall’Asia, oppure rischiarmela in Indonesia con altissime probabilità di fallimento.
Mi sono buttato su internet mandando centinaia di mail a contatti, agenzie, compagnie navali, skipper, yacht club e ogni giorno sempre peggio. Non ci sono barche, è il periodo dell’anno sbagliato, i mercantili che fanno quella tratta non sono adibiti al trasporto passeggeri…
E poi arriva una mail, inaspettata, durante una fredda alba di qualche giorno fa.
C’è un cargo disponibile a portarmi in Australia da Hong Kong il 20 febbraio. È caro, ma non ho scelta. Devo perdermi l’Indonesia, ma non ho scelta.
Accetto quasi a malincuore, d’altronde è stato un gran colpo di fortuna in quanto un passeggero aveva cancellato pochi giorni prima la sua prenotazione.

La sera stesso medito.
Realizzo che ce l’ho fatta. Ora dipende tutto solo ed esclusivamente da me stesso. Sono riuscito a trovare un modo per arrivare in Australia senza aerei e questo vuol dire che riuscirò nel mio primo grande intento.
Ho già un cargo transpacifico e questo, per chi ha in mente di fare un viaggio del genere, sa quanto è difficile trovarne uno da quella terra. La stragrande maggioranza dei viaggi intorno al mondo senza aerei non include l’Australia. Io volevo e desideravo troppo rimettere piede su quella terra che mi ha dato lo spirito con cui in questi mesi ho affrontato le scelte più importanti della mia vita.
Sapevo che l’Australia non mi avrebbe tradito e che sarei riuscito ad arrivare li.
Ora è tutto in discesa poiché il passaggio transatlantico è più facile da realizzare e non ho più ostacoli burocratici.

Ora so che i sogni si possono realizzare. Ora so che potrò compiere un’avventura sulla carta difficilissima. Ora so che la vita non regala solo emozioni, ma anche momenti di pausa forzata, necessari per riflettere e mettersi nuovamente in gioco.

Ora sono solo io. Rock ’n’ roll!


*****************************








The courage was also that. It was the awareness that failure was a fruit of trying. Sometimes it’s better to get lost on the way of an impossible trip than never leave.

Sometimes you need to go back on your steps. No, I’m not thinking to go back home. Sometimes choices weight on your life and experiences. No, I’m not repented of my April choice.
Sometimes Life gives us second chances. Not finding the boat in the Andaman Islands to get to Thailand upset my plans and made me doubt of my certainties gathered in these few months. I think a sort of Karma exists that helps you during hard times and allow you to do apparently impossible things, only because you are on the right path. You feel it, it’s illogical but you feel it. It was like that till few weeks ago. Seriously, no hard or critic moments, a beautiful smile on my face every day, budget was going to align with my expectations. Suddenly something goes wrong, certainties fall down and you need to do a bit of soul searching. More than once, when I was in Neverland, I thought to take a plane and continue my itinerary. I didn’t give up. When I decided to keep going I came to terms with myself accepting the failure of my first intent. I didn’t know what life and the trip were going to present to me going back to my steps. First of all I could admire Varanasi with a low tide and that show, while walking on the ghats, make me clear I had to come back for some reason. I had already appreciated the magic air and its positive vibrations, but in this season it’s even more, it’s a source of pure emotions. Chop chop I crossed the India/Nepal border with less than 40 cents in my pocket. I arrive at the sunset and cold air is waiting for me. I’m wearing shorts and t-shirt but there are only 5 degrees.
So now I’m writing to you from Nepal, from Kathmandu, where I spent some of the most extraordinary moments of my trip. I have no new places to visit but moments and experiences are waiting to be lived with more awareness. I have to stay here for twenty days, waiting for China visa. I will go back to Tibet and I’ll go to Yunnan, one of the most beautiful regions of China, I will get into Laos and I should be able to be in Bangkok for Christmas, finally in the land of smile. Everything is in place now, renouncing to discover new places with a month of travel. Not too bad, I moved back in Kathmandu valley in the orphanage: children here are helped by Human Traction. Just one minute with them pays me back of all the troubles of the last days. Having three weeks to spend with them is a gift, not a nuisance on the itinerary. They gave me back my dreamy smile I had last summer and the will of tasting life for what it is, even though there are variables along the way. We built the soccer field and seeing their smile is the best gift of this journey. I was there when we pitched the goal posts. I had to be there, I had to share that moment with them. Seeing them playing and running after a ball without fighting or arguing, only with desire of enjoyment, has been awesome. My childhood remembrance came up to my mind, as playing with a ball was the best thing ever. I can remember fighting too, arguing and fake friendships for a ball, it’s the mirror of our society in our children. Sly people prevail on others. Bullying starts there when you are teased because you are bench or because you are inadequate. Here it’s different, they try to involve everyone and when the opposing makes a goal they make unanimous applause. I won’t ever stop repeating how much humanity I found among people and children who have nothing. That smile is always there, and now much more with a soccer field. During the first days at the village, I could have time to think about my next steps. I have a cargo waiting for me in Adelaide the 29th of March. I cross two tropics, the equator and the imaginary line of the changing time. In 28 days I’ll be thrown in Vancouver, Canada. That day I’ll be getting closer to home and I’ll be putting to sea from one the further place from Italy. No flights. Yeah, so how may I get to Australia without flights? This was my second biggest variable. From India to Thailand I had a B plan, from Indonesia or Timor Est no B plan exists: I should have found a boat to the land of kangaroo, or I should have taken a plane. These Nepalese days allowed me to deepen this passage realizing that sea currents were hostile and I was running out of time. Finding a boat around January or February seemed improbable. Solutions could be two: finding a mercantile from Asia or risking in Indonesia with a high percentage of failure. I looked on the internet, sending hundreds of emails to contacts, agencies, naval companies, skippers, yacht club and every day was worse. There are no boats, it’s the wrong time of the year and mercantiles aren’t available for people. Suddenly I got and email though, during a cold dawn of few days ago. There’s an available cargo from Hong Kong to Australia the 20th of February. It’s expensive but I have no choice. I have to skip Indonesia, but I have no choice. I sadly agree but it was a very lucky chance because a passenger had just cancelled the reservation. I muse the same night. I realize I made it. Now it’s on me. I found the way to get to Australia without flights and this means the accomplishment of one big step. I already have a transpacific cargo and this is known to be difficult by someone who is thinking to do a trip like mine. Most of the journeys around the world without flights don’t rule in Australia. I wanted and craved to go back to that land which had given to me the spirit to take the most important decisions during the latest months. I knew Australia wouldn’t have cheated on me and I would have arrived there. Now, everything is downhill because the transatlantic boat is easier to organize and I have no more bureaucratic obstacles. Now I know dreams can come true. Now I know I will be able to accomplish a really harsh adventure. Now I know life doesn’t give only emotions but forced break moments too needed to reflect and go back to the game.
Now it’s just me. Rock’n’roll!

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Commenti 11

Ospite - Fernanda il Lunedì, 24 Novembre 2014 08:10

E' sempre bello leggere le tue avventure, e quello che hai fatto per Human Traction è straordinario, sei davvero in gamba

E' sempre bello leggere le tue avventure, e quello che hai fatto per Human Traction è straordinario, sei davvero in gamba :)
Ospite - Claudio il Lunedì, 24 Novembre 2014 13:05

grazie Fernanda!!!

grazie Fernanda!!! :)
Ospite - bonvi83 il Lunedì, 24 Novembre 2014 20:45

grande grande grande grande!!!!!!!!!
non so che altro dire..... se non.... BUONA STRADA!!!!!!!!!

grande grande grande grande!!!!!!!!! non so che altro dire..... se non.... BUONA STRADA!!!!!!!!!
Ospite - Claudio il Martedì, 25 Novembre 2014 15:02

grazie grazie grazie!!!!!

grazie grazie grazie!!!!!
Ospite - Rino il Martedì, 25 Novembre 2014 20:33

Sempre la mia stima , Claudio. Cercheremo nel nostro piccolo di dare una mano sicuramente . Namastè!

Sempre la mia stima , Claudio. Cercheremo nel nostro piccolo di dare una mano sicuramente ;) . Namastè!
Ospite - Claudio il Mercoledì, 26 Novembre 2014 05:12

Grande Rino!!!! Grazie mille dal cuore!

Grande Rino!!!! Grazie mille dal cuore!
Ospite - eletrotter il Mercoledì, 26 Novembre 2014 11:21

Mi fa un immenso piacere leggere questo post. Sapere che ce l'hai fatta. Però di una cosa sono anche certa: ce l'avresti fatta comunque, questi 200 giorni sono la prova che il come si viaggia conta, ma lo spirito con cui si affronta il viaggio conta ancora di più. E tu sei viaggiatore nel profondo, un viaggiatore raro...forse anacronistico! ;-)

Mi fa un immenso piacere leggere questo post. Sapere che ce l'hai fatta. Però di una cosa sono anche certa: ce l'avresti fatta comunque, questi 200 giorni sono la prova che il come si viaggia conta, ma lo spirito con cui si affronta il viaggio conta ancora di più. E tu sei viaggiatore nel profondo, un viaggiatore raro...forse anacronistico! ;-)
Ospite - Claudio il Mercoledì, 26 Novembre 2014 15:06

Ahahahaahahahahah è vero!!!!!!

Grazie Elena!!!!

Ahahahaahahahahah è vero!!!!!! Grazie Elena!!!! ;)
Ospite - moniamattioli il Domenica, 21 Dicembre 2014 16:40

Salve Claudio , ho appena visto il sevizio su tv2000 con lIcia Colò, complimenti per il tuo impegno , anche io assieme a mio marito stiamo sostenendo un progetto in Tibet , stiamo sostenendo un ospedale ed una scuola per bambini nomadi della zona, il progetto è diretto da un lama tibetano, con il quale però abbiamo difficoltà a comunicare il più delle volte a causa della situazione politica e sociale che c'è in Tibet.Noi avremmo voglia di andare direttamente a trovare il nostro amico tibetano, ma non sappiamo come funziona per i visti.Vorremmo viaggiare fino in Nepal e poi da lì come possiamo fare ad ottenere un veto?Se ci puoi aiutare ti ringraziamo moltissimo, sarai utile al rigetto, in quanto dovremmo portare a mano dei soldi.Grazie Monia

Salve Claudio , ho appena visto il sevizio su tv2000 con lIcia Colò, complimenti per il tuo impegno , anche io assieme a mio marito stiamo sostenendo un progetto in Tibet , stiamo sostenendo un ospedale ed una scuola per bambini nomadi della zona, il progetto è diretto da un lama tibetano, con il quale però abbiamo difficoltà a comunicare il più delle volte a causa della situazione politica e sociale che c'è in Tibet.Noi avremmo voglia di andare direttamente a trovare il nostro amico tibetano, ma non sappiamo come funziona per i visti.Vorremmo viaggiare fino in Nepal e poi da lì come possiamo fare ad ottenere un veto?Se ci puoi aiutare ti ringraziamo moltissimo, sarai utile al rigetto, in quanto dovremmo portare a mano dei soldi.Grazie Monia
Ospite - Claudio il Martedì, 23 Dicembre 2014 12:14

No way!
Dal nepal non riesci ad entrare in tibet senza aerei...
Ci ho provato, ti fanno un group visa dalla Cina e devi muoverti come dicono loro.
È meglio se fai il contrario, vai in cina, poi tibet e infine Nepal!!
Ciao e in bocca al lupo!

No way! Dal nepal non riesci ad entrare in tibet senza aerei... Ci ho provato, ti fanno un group visa dalla Cina e devi muoverti come dicono loro. È meglio se fai il contrario, vai in cina, poi tibet e infine Nepal!! Ciao e in bocca al lupo!
Ospite - moniamattioli il Domenica, 21 Dicembre 2014 16:41

Volevo dire un visto grazie

Volevo dire un visto grazie
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