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i miei primi 100 giorni sulla strada

Cento giorni per arrivare da Piacenza a Kathmandu.
In realtà ne sono stati sufficienti cinquanta, ma dal Nepal in poi molto è cambiato.
Ricordo perfettamente i giorni prima della partenza: frenetici e carichi di energia. I messaggi di stima, le critiche, gli abbracci, i baci, le discussioni. È stato uno dei momenti più belli, quello del conto alla rovescia.
Da quel 4 maggio il sole mi ha seguito praticamente ovunque mentre viaggiavo e lo ritengo un segnale dal momento che ho scelto di viaggiare verso est, per averlo sempre in faccia, sempre come obiettivo fisso.


Ho 7 pagine in meno libere sul passaporto, i capelli più lunghi, le scarpe più consumate, i vestiti sempre meno lindi, 2 magliette in meno, un bernoccolo costante in testa a causa delle porte nepalesi e indiane, la barba lunga, 6 chili in meno, un po’ di inchiostro in più sulla pelle, un mala tibetano, un mala nepalese, circa 2000 euro in meno sul conto corrente, lo zaino è sempre più leggero anche se più pesante.
Ho attraversato 10 stati, ma mi piace pensare di averne attraversati 11 perché ritengo il Tibet uno stato a sè e infatti ha trovato il suo posto nelle scritte sullo zaino.
Ho viaggiato 41 ore su 7 differenti bus, mentre ho trascorso ben 207 ore su 9 treni e circa 100 ore tra pulmini scassati russi in Mongolia e van di ultima generazione in Tibet, oltre a 4 ore su taxi nepalesi e non so quante su bus locali. Ho fatto il turista e il viaggiatore, mi sono mischiato tra la gente e a volte proprio non mi è riuscito. I chilometri sono stati circa 20000 e non sono che appena un decimo del mio viaggio.
 

Passa il tempo e mancano sempre più gli affetti di casa, la famiglia, gli amici, ma quello che non mi manca è la mia vita prima delle mie dimissioni. Quella no, sfuggirne è stata la decisione più saggia della mia vita. Un momento di lucida follia. Mi sono riappropriato di me stesso prima che del mondo, delle distanze e dei confini. Ho attraversato l’Asia per trovare una grande famiglia in Nepal, in un villaggio sperduto. Ora ho venti fratelli in più e ho conosciuto due persone meravigliose che stimo tantissimo e che si occupano di loro da quattro anni. Ho conosciuto una ragazza australiana che si è girata da sola mezza europa, un irlandese che vive da dieci anni a Kathmandu ed è diventato Baba, un surfista che si divide tra Indonesia e Brasile, una cinese di Singapore in cerca di se stessa in Mongolia, un ingegnere russo che lavora in Italia, una canadese che ha girato mezzo mondo, un ragazzo colombiano che fa il cuoco e ora gira l’India con una Royal Enfield che ha chiamato come una delle bambine dell’orfanotrofio, una ragazza americana di vent’anni che si è girata da sola l’India e il Nepal come sua prima vacanza fuori dagli stati uniti, un iraniano a cui il mio tatuaggio ha ispirato un cambio radicale nella sua vita. E poi ancora un ragazzo francese che ha attraversato tutta l’Europa in autostop e poi ancora tutta la Russia fino alla Siberia per raggiungere il Giappone e li imparare a cucinare il sushi, ragazzi americani che hanno vissuto in Cina insegnando l’inglese, una coppia composta da un inglese ed una tedesca con cui ho condiviso un trekking bellissimo in Cina, una ragazza cinese che mi ha portato a visitare Ping Yao facendomi provare piatti squisiti, uno spagnolo nato in Messico che lavora a Dubai, un ragazzo di Milano di passaggio in Cina che più locco non si può, una francese simpatica, un tedesco che in treno per Pechino faceva pratica con lucchetti e punteruoli per imparare a scassinarli, una cinese che mi ha fatto recapitare in Tibet una torta di compleanno e poi tanti, tanti altri. Persone, vite, storie che hanno arricchito, una per una, la mia vita e tutto questo solo in cento giorni.

 

E poi il mondo: ho potuto ammirare l’Everest con in parte la luna piena la sera del mio compleanno, ho assistito al Victory Day a Mosca, ho capito che Pechino è La Mecca per gli architetti italiani, ho visto il lago più profondo del mondo, l’opera umana più grande ovvero la Grande Muraglia, ho visto il panda, ho assistito ad una vera puja, ho provato cibi squisiti e altri disgustosi, ho dormito per terra e senza acqua calda e la cosa non mi ha disturbato per niente, sono diventato vegetariano, ho frequentato un corso di meditazione che mi sta aiutando tantissimo a ritrovare armonia e pace dentro me stesso, ho visto la piazza rossa, gli Urali, l’Himalaya, ho viaggiato in terza classe su treni cinesi, ho compreso che i nepalesi scrollano la testa anziché annuire per dire “sì”, ho visto le risaie cambiare colore giorno per giorno, parlo qualche parola di ogni paese che ho visitato.

Ho ricominciato a leggere e a scrivere. Mi sveglio all’alba ora perché non voglio più sprecare ore a poltrire a letto, ho una voglia di vita pazzesca, ho imparato che ci vuole coraggio e caparbietà che la vita non ti regala niente e che devi sudare ogni conquista, ogni singolo gradino è importante per raggiungere la meta, ma tutti i percorsi iniziano sempre con il primo passo; ho imparato che si riesce ad essere più vicino alle persone care anche se a migliaia di chilometri di distanza, ho imparato che tutto quello che ho lasciato a casa, intendo le cose materiali, sono del tutto superflue e più ci contorniamo di queste più siamo infelici.

Ho imparato che i bambini meno hanno e più sono felici, che a loro basta una palla e tempo da dedicare a loro: con questi due semplici ingredienti sono felici a tutte le latitudini indistintamente.

 

Ho assistito alla storia bellissima di tre fratelli che si sono riuniti dopo storie di truffe e malaffare sulle adozioni in Nepal, che hanno potuto riabbracciare la madre naturale e che ora sono felici.

 

Ho imparato che la vita è meravigliosa e che il mondo è il pane per i miei denti.

 

Non so come arriverò alla fine del mio giro del mondo e dei miei 1000 giorni, non so cosa mi aspetta, quali storie meravigliose da raccontare e che persone magnifiche incontrerò per strada.  Mi aspetteranno inevitabilmente anche pericoli e situazioni spiacevoli, momenti difficili e vuoti da colmare.

 

Ma quello che mi aspetta è la vita, il sole in faccia e il sorriso che mi sono guadagnato.

 

E non lo voglio mai più abbandonare.

 

***********************

MY FIRST HUNDRED DAYS ON THE ROAD

 

One hundred days to reach Kathmandu from Italy. 

In reality, it only took fifty days to get there, but since I arrived Nepal a lot has changed. 

I remember well the days before my departure: frenetic and energized. I remember all the messages of support and also criticism, hugs, kisses, and discussions. The countdown was one of the most beautiful moments. 

Since May 4th the sun followed me almost anywhere while traveling, and I think it was a sort of a signal because I chose to travel toward East. So the sun is always in one's face, as a fixed goal.  

I have 7 pages less in my passport, longer hair, worn out shoes, more dirty clothes, 2 t-shirts less, a bump constantly on my head due to Nepalese and Indian doors, and a long beard. I am 12 pounds lighter, and I have more ink on my skin, a Tibetan mala, a Nepalese mala, and about 2000 euro less in my bank account. My backpack seems to get more and more lighter, though it's actually heavier. 

I passed through 10 countries, but I like to think that I have crossed 11, because I consider Tibet as a state in itself, and it has in fact found its place written on my backpack. 

I travelled 41 hours on 7 different buses, and I spent well over 207 hours on 9 different trains, about 100 hours between broken down Russian vans in Mongolia, as well as on last generation ones in Tibet; on  Nepalese cabs for more than 4 hours, and I don’t know how many more on the local buses. I have been both a tourist and a traveller, I shuffled between people and sometimes I did not really succeed. The miles were about 13000 -- just one tenth of my trip. 

 

Time passes and I increasingly miss my loved ones at home, my family and friends, but what I don’t miss is my life before my resignation. Escaping from that life was the wisest decision of my life. A moment of shining madness. I regained possession of both myself and the world, of distances and boundaries. I crossed Asia to find a huge family in Nepal, in a remote village. Now I have more than 20 brothers and I met 2 wonderful people whom I respect very much, and who have been caring for those children for four years. I met an Australian girl who travelled half of Europe, an Irishman who has been living in Kathmandu for ten years and now became a Baba, a surfer who divides his time between Indonesia and Brazil, a Chinese Singaporean girl in search of herself in Mongolia, a Russian engineer who works in Italy, a Canadian who has traveled halfway around the world, a young Colombian man who is a chef and now runs on a Royal Enfield across India and goes by the name of one of the orphanage children, a twenty years old American girl who has travelled around India and Nepal as her first vacation outside the United States, an Iranian man who was inspired to undertake a radical change in his after seeing a tattoo of mine. And then a French guy who has gone through Europe by hitchhiking, and then again across Russia to Siberia to reach Japan and learn to cook sushi, young Americans who have lived in China teaching English, an English-German couple with whom I shared a beautiful trekking in China, a Chinese girl who took me to taste delicious dishes in Ping Yao, a Spanish man born in Mexico who works in Dubai, a totally crazy and funny boy from Milan whom I met in China, a funny French girl, a German dude who spent his train ride to Beijing practicing with padlocks and awls to learn how to crack them, a Chinese girl who delivered me a birthday cake in Tibet and then many, many others. People, lives, stories that, one by one, have enriched my life, and all this has happened in just one hundred days. 

 

And then the world: the night of my birthday I could see mount Everest with a full moon on its right side; I attended the Victory Day in Moscow; I realized that Beijing is a glorious place for Italian architects; I saw the deepest lake in the world and the Great Wall of China, which is the largest human work; I saw the giant pandas; I witnessed a real puja; I tried both delicious and disgusting food; I slept on the floor and lived without hot water and it did not bother me at all; I became a vegetarian; I attended to a meditation course has helped me a lot to find harmony and peace within myself; I saw the Red Square, the Urals, the Himalayas; I traveled third class on Chinese trains; I learned that Nepalese people shake their heads to mean "yes;" I saw rice fields changing color from day to day; I speak a few words of every country I have visited. 

 

I restarted to read and to write. Now, I wake up at dawn because I do not want to waste hours lounging in bed, I crave for life. I learned that it takes courage and determination, that nothing is for granted and one has to sweat every achievement. I am now aware that every single step is important to achieve a goal, but all paths always start with the first move. I discovered that one can be closer to his loved ones in spite of many thousand miles of distance, that those material things I left home are completely unnecessary, and most of them make us unhappy . 

I learned that children who have less are happier, and I realized that they just need a ball, time and attention: with these simple ingredients they are equally happy at all latitudes. 

 

I witnessed the beautiful story of three brothers who reunited after suffering scams and crooks on adoptions in Nepal, who were able to finally hug their natural mother, and are now happy. 

 

I've learned that life is wonderful and that the world is bread for my teeth. 

 

I do not know how I will arrive at the end of my trip around the world and of my 1000 days. I do not know what to expect, what wonderful stories to tell and great people to meet on the road. Inevitably, I also expect dangers and unpleasant situations, hard times and gaps to fill. 

 

But what I await for the most is LIFE: the sun on my face and the smile that I have earned. 

 

Which I do not ever want to leave.

 

Vedi mai una stella cadere e non ricordi cosa desi...
Dove il mare non scorre sono le acque del cuore ch...

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Commenti 6

Ospite - Cristian il Mercoledì, 03 Settembre 2014 20:01

leggere questo post mi ha fatto ripercorrere in pochi minuti tutte le emozioni che hai trasmesso nei racconti dei mesi precedenti, non si può che dirti Grazie, è veramente un diario di viaggio molto bello ed emozionante

leggere questo post mi ha fatto ripercorrere in pochi minuti tutte le emozioni che hai trasmesso nei racconti dei mesi precedenti, non si può che dirti Grazie, è veramente un diario di viaggio molto bello ed emozionante
Ospite - Claudio il Giovedì, 04 Settembre 2014 12:55

Grazie Cristian!!! eh solitamente non riguardo di frequente i miei vecchi video, ma quando ho montato questo ho dovuto fare un salto indietro che mi ha fatto venire la pelle d'oca. ho provato allora a tradurlo a parole e ti ringrazio che l'hai apprezzato!

Grazie Cristian!!! eh solitamente non riguardo di frequente i miei vecchi video, ma quando ho montato questo ho dovuto fare un salto indietro che mi ha fatto venire la pelle d'oca. ho provato allora a tradurlo a parole e ti ringrazio che l'hai apprezzato!
Ospite - Marco3 il Giovedì, 04 Settembre 2014 14:30

Grazie, grazie per farci sognare con questi racconti.

Grazie, grazie per farci sognare con questi racconti.
Ospite - Claudio il Martedì, 11 Novembre 2014 13:52

grazie a te!!! scusa ma mi era sfuggito il tuo commento...

grazie a te!!! scusa ma mi era sfuggito il tuo commento... ;)
Ospite - TeresaLaVispa il Lunedì, 10 Novembre 2014 00:37

Stai compiendo una grande impresa fuori e dentro di te.
Ti seguirò con piacere.
Teresa.

Stai compiendo una grande impresa fuori e dentro di te. Ti seguirò con piacere. Teresa.
Ospite - Claudio il Martedì, 11 Novembre 2014 13:52

Wow grazieeeee!!

Wow grazieeeee!! :)
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