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Quella volta che decisi di licenziarmi per fare il giro del mondo

Before&After

Sicuramente chi mi segue da tanto tempo e ha avuto modo di leggere i miei libri sa di cosa sto parlando, ovvero di quel giorno che cambiò radicalmente la mia vita, quel giorno che decisi di licenziarmi dal mio lavoro a tempo indeterminato e da una brillante carriera in banca che mi aveva portato, a 32 anni, ad essere quadro direttivo e vice direttore di una filiale a Milano presso un istituto creditizio di fama internazionale. Tutto insomma quello che si possa pensare un successo, a cui un bel giorno ho detto BASTA.  

GUARDARE IN FACCIA LA REALTÀ 

Sono arrivato a quel giorno in maniera per nulla repentina, anzi, è stato il frutto di un logorio mentale che perdurava da tanto tempo. Vi riporto un estratto dal mio primo libro, "L'orizzonte ogni giorno un po’ più in là":

Dove mi ero perso? Quando avevo smarrito quella voglia di vivere? Perché mi ero ridotto a fare il bancario? “Già, il bancario.” Ci sono finito per caso a svolgere quel lavoro. A diciotto anni non sapevo che fare della mia vita e così ho scelto la strada più semplice: la facoltà di Economia. Sono riuscito a entrare in una delle più prestigiose università italiane, la Bocconi, dove mi sono laureato in corso, facendo sempre quello che tutti si sarebbero aspettati che facessi [...] A quelli come me, la società prometteva stipendi d'oro e posti di leadership nelle aziende. Ritenevo che si potessero cambiare certe situazioni dall'interno del sistema e così ho provato ad entrarci. Illuso. Mi sento fuori luogo. Questa è la verità: fingo ogni giorno di essere felice quando pian piano dentro la passione sta scemando. Era l'inizio della crisi economica, ma sono riuscito comunque a trovare un lavoro con contratto a tempo indeterminato in banca. Eccomi qui, dieci anni dopo. Sono passati i mesi, gli anni, le fidanzate, gli amici e ogni giorno è diventato sempre più uguale agli altri.

È molto difficile riuscire a spiegare in poche righe cosa mi passasse nella testa in quel periodo. Avevo già una gran voglia di evadere, di partire e mollare tutto, ma mi sentivo – e mi facevano sentire – un irresponsabile. Sì, perché molto semplicemente che diritto avevo di essere infelice? Nel bel mezzo di una crisi economica senza eguali avevo il mio lavoro, il mio stipendio e 14 mensilità. Mi sarei dovuto anche solo vergognare a fare certi pensieri, dicevano loro. Ma loro chi? Le persone che mi circondavano. Non tutti perlomeno, ma la maggior parte aveva pronte critiche, sentenze e condanne. E io stesso ero uno di loro che mi logoravo ancora di più perché oltre a non essere felice, non riuscivo a perdonarmelo. Finché un giorno, di ritorno da Milano, sul treno che ogni giorno prendevo per tornarmene a casa, un tramonto al finestrino mi fece rinsavire:

Quel tramonto come una miccia. Devo essere sincero con me stesso, non posso continuare a mentirmi. L’unica cosa che mi rende davvero felice è viaggiare, avere lo zaino in spalla, conoscere nuove persone, nuove culture, nuove destinazioni. “Viaggiare, viaggiare, viaggiare. Se domani vincessi la lotteria, cosa farei realmente con quei soldi? La lotteria… su dai! Tanto non vinco la lotteria.” Viaggerei. Scomodo. Non nei resort. Non nei villaggi vacanze. Non in prima classe. No. Non m’interessa. Viaggerei con il mio zaino, sui mezzi più  disparati, per entrare davvero in contatto con le realtà locali.“Quindi l’unico problema della mia vita sono i soldi, è quello che mi manca. Davvero dovrei vincere la lotteria per realizzare i miei desideri? Quando è stata l’ultima volta che ci ho giocato? Che poi, ho mai giocato a una lotteria? Dietro a quale dito mi sto nascondendo?”

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A DOMANDE SBAGLIATE SI OTTENGONO SOLO RISPOSTE SBAGLIATE

Le prime domande, quelle vere, quelle scomode. Quelle dure e schiette che mettono di fronte alle proprie debolezze e contraddizioni. Perché se c’è una cosa che ho imparato nella mia vita è che a domande sbagliate corrisponderanno risposte altrettanto sbagliate. Il punto è avere il coraggio di porsi quelle domande che spiazzano, quelle semplice a cui non possiamo mentire, quantomeno a noi stessi.

 E i soldi? Come farò? Non penserai seriamente di lasciare il lavoro nel bel mezzo di questa crisi economica? E chi lo trova più un lavoro in banca al giorno d’oggi?”
“E chi lo vuole più?”
“E chi lo vuole più?”
“E chi lo vuole più?”
Voglio essere eretico. La parola eresia viene dal termine greco haìresis, scelta. L’eretico è quindi colui che sceglie una ricerca, chi si ribella, chi non si rassegna.
Corro fuori sul terrazzo e urlo. Un suono, una liberazione. Sono pura energia in movimento, partirei stasera stessa.
“Forse sto correndo troppo, forse sono troppo impulsivo. Devo fermarmi, riflettere.”
Mi stendo sul letto, riguardo i momenti salienti della mia vita come se fossero quelli di un film. Negli ultimi anni ho cercato soluzioni alternative al mio disagio, senza mai trovarne di reali. Troppa la paura di perdere tutto, troppo grande il dito dietro cui mi sono, per anni, nascosto. Ora sono arrivato al punto di non ritorno, o vado avanti senza cambiare, rassegnandomi, oppure cambio, do un taglio netto e me la gioco. Non devo render conto a nessuno se non a me stesso: non ho figli, non ho più una fidanzata, non ho animali. Questo stile di vita mi ha offerto tante possibilità negli anni ma ora tutto mi sta stretto. Sono soddisfatto di dove sono arrivato, ma sento che questa sicurezza mette a repentaglio la mia sensibilità. Mi sono fermato, sto vivendo con il pilota automatico e non so neppure che strada io abbia imboccato. Sento l’esigenza di un percorso instabile, anzi forse l'instabilità dovrebbe essere il mio obiettivo, dovrei proteggere i miei dubbi e la precarietà. Le persone temono la fragilità, ma è solo grazie a essa che mente e anima possono continuamente porsi nuovi interrogativi e crescere.
Sento un nodo in gola, ho la sensazione di star finalmente vivendo un momento che aspettavo da tanto. Devo poter tornare a essere felice. Devo tornare a seguire le mie passioni, i miei sogni, le mie inclinazioni.

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 IL GIORNO DELLE DIMISSIONI

Quel giorno scelsi di licenziarmi e inseguire il mio sogno compiendo un intero giro del mondo senza aerei. La storia, dato che mi seguite, la conoscete bene: a marzo 2014 mi sono licenziato, a maggio sono partito e 1000 giorni e 44 paesi dopo, l'11 febbraio 2017, sono tornato. Quante cose sono cambiate da allora! 

Una scelta per cui la gente mi dava del pazzo e gli haters mi volevano sotto un ponte a vivere dopo il mio ritorno, si è rivelata la scelta più giusta di tutta la mia vita. Una decisione lucida e folle, come diceva mio padre, che mi ha permesso di prendere in mano la mia vita e vivere e guadagnare dei miei sogni, del mio talento, seguendo la mia vocazione. I soldi fanno la felicità direbbe qualcuno, ma io posso tranquillamente affermare il contrario, ovvero che è la felicità in realtà a fare i soldi. Non lo dico solo io in realtà, ma anche i ragazzi di Money Surfers, ovvero Davide e Enrico, che su questo tema ci hanno scritto un libro divenuto bestseller nel settore crescita personale.  Perchè non è il viaggio il punto cruciale. No. Il viaggio è stato il mio punto cruciale ma scavando più a fondo il punto diventa amare sé stessi, accettarsi e vivere fuori dai condizionamenti esterni che ci portano non a scegliere, come ci piacerebbe pensare, ma a non scegliere. La comfort zone porta proprio a questo: una serie infinita di non-scelte che poi ci costringono a vivere una vita insoddisfacente. 

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LA FELICITÀ È IL PUNTO DI PARTENZA

Voglio raccontarvi qualcosa che non ho mai pubblicato, né sui libri né tantomeno sul blog: il giorno delle mie dimissioni. Quando chiesi appuntamento con il responsabile dell' ufficio Risorse Umane, venni accolto da ben tre persone, in una stanza vuota, con un tavolo a separarci: da un lato del tavolo io, dall'altro loro. Pensavano fossi lì per chiedere un aumento oppure manifestare una qualche insoddisfazione professionale, mai più immaginavano che mi stessi licenziando. Venni immediatamente al dunque e la loro principale paura fu che me ne stessi andando in un istituto concorrente, pertanto mi controproposero subito un aumento di stipendio.

"Ma come? Per avere uno stipendio più alto sarebbe bastato paventare le dimissioni?" ma non era ovviamente questo il punto e glielo spiegai osservando le loro facce incredule: non ero in procinto di trasferirmi in nessuna altra realtà bancaria, volevo semplicemente riprendere in mano la mia vita. Aggiunsero quindi alla proposta economica alcune altre centinaia di euro al mese e pure l’opportunità di spostarmi, dal lavoro in filiale agli uffici centrali. Rifiutai. In un certo senso mi sentii un idiota, ma dall'altro mi sentii finalmente libero perché non stavo cedendo al vile denaro o alle opportunità di carriera per rendere ancora più dorata la mia prigione: io volevo uscire e scappare via, a qualunque costo. Rifiutare il denaro mi ha fatto sentire per la prima volta della mia vita libero da catene e libero di potermi concentrare unicamente sulla mia autorealizzazione. 

Ce l'ho fatta? Sì, il giro del mondo ha permesso di realizzarmi, umanamente prima che economicamente. Il resto è venuto in maniera quasi consequenziale con il successo del primo libro, i miei video in televisione, alcuni accordi commerciali con il mio blog, l’attività di comunicazione sui miei viaggi di gruppo, la realizzazione di speech motivazionali in aziende, i Ted talks, un secondo libro, un terzo in uscita nei prossimi mesi. Proprio come raccontano i Money Surfers, sono tanti i punti in contatto tra la mia storia e quello che loro affermano. Ne hanno creato una linea guida rigorosa, dove prima di tutto occorre raggiungere e coltivare la propria felicità per poi davvero riuscire ad avere anche un risultato economico. Da un lato mi sarebbe piaciuto conoscerli prima quando in un oceano di informazioni frammentarie sul web cercavo la soluzione al mio malessere, dall'altro sono contento di conoscerli solo ora e avere avuto l’opportunità di essere  invitato al loro corso Remake Your Life che si terrà l'8, il 9 e il 10 novembre a Venezia (se vuoi partecipare anche tu clicca su questo link e inserisci il codice sconto TRIP150, potrai avere uno sconto di ben 150 Euro!).60465416_1145010575685282_2697358299338113024_o.jpg

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