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Bisogna vivere momenti intensi, capaci di abbagliare l'anima e portare il nostro spirito ad un livello superiore.

Bolivia

Dopo oltre un mese lascio il Perù.
Lo faccio attraverso il lago Titicaca, una delle più belle cartoline di questo paese. Mi dirigo verso l'altra sponda del lago, verso la Bolivia.
Da tanto non attraversavo frontiere.
I controlli sono praticamente inesistenti e in pochi minuti mi ritrovo con il passaporto timbrato su un furgone diretto a Copacabana.
Guardo il paesaggio fuori dal finestrino, è meraviglioso. Il lago, le Ande, i prati verdi.


Per raggiungere La Paz occorre attraversare un ramo del lago, lo si fa con il furgone su di alcune barchette che non affondano per miracolo, o almeno questa è la sensazione.
La Paz dunque, la capitale più alta al mondo.
Opinioni contrastanti caratterizzano questa città.
Credo che questa città sia la perfetta sintesi della Bolivia: brutta e sporca, cibo terribile, architettura mediocre, gente amabile, ma non come nel resto del Sudamerica e poi paesaggi pazzeschi.
Sì perché la città si sviluppa su una sorta di canyon e relativo altopiano a lato. Il dislivello è di quasi 1000 metri, il punto più alto della città è oltre 4100. Prendere il teleferico è la miglior opzione per apprezzarla.
Sullo sfondo l'altopiano è poesia pura. Le montagne quando le nubi si diradano sono impressionanti.
La mia idea è quella di trascorrere almeno tre settimane in queste terre e sfruttarne la grande economicità.
Mi dirigo subito a nord, verso Rurrenabaque, un piccolo paese appoggiato su un fiume che permette la visita della grande pampa boliviana e l'esplorazione della foresta amazzonica nel parco nazionale di Madidi. Trovo ospitalità in un ostello sul fiume, a gestione familiare. Il proprietario è un simpatico insegnante e grazie a lui riesco ad organizzarmi per visitare entrambe le regioni.
La pampa è una immensa e umida pianura dove l'avvistamento degli animali la fa da padrone. Con una barca sul fiume si possono ammirare caimani e alligatori giganti, scimmie, uccelli di ogni tipo e specie, anaconda e perfino nuotare con i delfini rosa. Trascorro tre notti in questi luoghi e purtroppo la permanenza è rovinata dalle migliaia di zanzare presenti. Quasi inutile utilizzare il repellente, la situazione è drammatica. Memore dell'esperienza in Colombia dove a causa di una puntura ho contratto la dengue non mi sento molto tranquillo, ma tant'è, non posso farci nulla.
Mi godo appieno il paesaggio e la natura che si manifesta davanti ai miei occhi. D'altronde anche le zanzare fanno parte della natura stessa anche se, a dirla tutta, ne farei volentieri a meno.
Dalla pampa mi sposto quindi nella giungla, all'interno del parco naturale di Madidi.
Qui, grazie ad una sapiente guida ho la possibilità di vivere quattro giorni bellissimi, a stretto contatto con la natura. È incredibile come un luogo del genere possa ucciderti in pochi minuti qualora una persona non sia accorta e preparata, ma come al tempo stesso possa darti la possibilità di vivere a lungo, fornendo tutto ciò che è necessario.
Quello spirito di adattamento e quella conoscenza che il genere umano ha perduto a favore della semplicità informatica e dei propri agi. Troppo spesso ci dimentichiamo che la natura ci può dare tutto quello che realmente necessitiamo.

Ma occorre saperla rispettare ed onorarla.

Una notte nella giungla, accendiamo un fuoco e Jimmy, la guida, mi racconta di essere il nipote di uno sciamano. Eseguiamo pertanto un rituale in onore della pachamama, della madre terra. Durante il giorno avevamo raccolto semi vari e io avevo trovato vicino al fiume il dente di un coccodrillo. Così durante il rituale mi spiega anche come creare collane o bracciali grazie a ciò che si incontra nella giungla. Abbiamo un bel po' di corda e così realizzo una collana che diventerà il mio personale amuleto.
I giorni scorrono veloci e mai mi sono sentito realmente in pericolo tra quegli alberi.
Anzi, è stata una delle esperienze più belle, intense e genuine del mio viaggio.
Purtroppo oltre al cibo terribile la Bolivia non offre connessioni internet adeguate e così dopo l'esperienza al nord devo cominciare ad andare a sud dove posso lavorare ai video e al blog.
Quindici ore in bus mi separano dalla capitale, ma a causa di una vacca investita sulla strada, le elezioni presidenziali, le strade non asfaltate e la pioggia raggiungo La Paz dopo ventisette infinite ore. Sono distrutto, tutto ciò che aveva rigenerato la giungla è andato in fumo con questo viaggio infinito. Ma il rientro a La Paz significa pure trovare casualmente un pub che, in un lunedì qualunque trasmetteva un Napoli-Milan in diretta.
E allora perché no, birra e partita, dopo quasi due anni ci sta. Conosco due ragazzi catalani, passo un paio d'ore come se fossi in Europa, mi fa bene.

La notte prendo il primo bus per il sud e arrivo il mattino successivo a Potosì, una città che ha conosciuto il suo sviluppo grazie ad una fiorente impresa mineraria che, dalla montagna vicina chiamata Cerro Rico, estrae argento e zinco.
Si può esplorare le viscere della terra e così mi butto in questa nuova avventura.
L'esperienza è molto divertente e coinvolgente, ma mi ha lasciato un alone di tristezza e rassegnazione.
Ho visto le disperate condizioni in cui lavorano i minatori.
Non prendiamoci in giro, alternative ad un lavoro del genere ci sono.
Ma la sete di denaro che ho visto in quegli occhi brillanti nel buio non la dimenticherò mai.
Persone che accettano di lavorare per meno di 15 euro al giorno, respirando una aria terribile, masticando foglie di coca e bevendo alcool puro, ammalandosi a soli 30/35 anni di terribili malattie polmonari per che cosa?
No, non per sfuggire alla povertà, la Bolivia non è un paese povero. È un paese ignorante, nel senso che non si rende conto di quello che accade fuori e delle sue enormi potenzialità.
È il dio denaro che fa brillare quegli occhi. Perché se trovano un filone la ricompensa è un sacco di pietre.
A caso.
Può contenere chili di argento o nulla. Una scommessa, dopo mesi a lavorare e a spaccarsi la schiena.
Non provo pena per questi minatori, la mia è proprio compassione.

Devo pensare ad altro e così trovo conforto ancora una volta nella natura in cima ad un monte spettacolare a pochi chilometri dalla città. Respiro profondamente e mi lascio cullare dalla vista meravigliosa della valle di fronte ai miei occhi. Inizio a sentire freddo, apro gli occhi, è quasi il tramonto, sono rimasto a godere di quella vista, immobile, per circa tre ore.
Sto trovando la mia serenità, la mia pace, osservando il lento scorrere della natura, della Pachamama.
In ostello le connessioni continuano ad essere terribili e così inizio a pensare di anticipare di una settimana l'ingresso in Cile.
Salto Sucre, l'ennesima città coloniale e mi sposto verso Uyuni.
Qui, in questo piccolo villaggio del sud, il turismo è massiccio grazie al luogo più famoso di tutta la Bolivia: ovvero il Salar de Uyuni. Un immenso deserto di sale che in questa stagione è un sottile lago.
Uno specchio del cielo, un luogo dove pare quasi di volare.
Ma in realtà è molto di più, tutta la zona sud della Bolivia, al confine con il Cile, su altopiani a 5000 metri è probabilmente a livello paesaggistico l'angolo di terra più bello del mondo. Lagune colorate di verde, rosso, bianco, azzurro e arancione. Fenicotteri rosa, lama selvatici.
Le montagne e i vulcani intorno, rispecchiati in queste lagune. Le nuvole basse e bianche, il deserto intorno, le rocce che il vento ha modellato come gli alberi che qui non ci sono.
I geyser all'alba.
La frontiera con il Cile, una casetta in mezzo alla strada con due ufficiali. Due bandiere, due cartelli, neanche una recinzione.
A destra il vulcano Licancabur, di fronte a me una discesa fino a 2500 metri verso il luogo più arido della terra, il deserto di Atacama.
Ciao Bolivia, terre di indelebili paesaggi, bienvenido Chile, lingua di terra che mi accompagnerà fino alla fine del mondo, fino alla Patagonia.





*********************

info utili: se volete effettuare il tour del sud, da Uyuni fino alla frontiera con il Cile contattate l'agenzia Tres Gigantes: FaceBook

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Se invece andate a nord e volete esplorare la pampa e la foresta amazzonica nel parco di Madidi affidatevi all'ostello Jislene di Rurrenabaque, il proprietario saprà aiutarvi per tutti i tipi di tour ecosolidali.

Location (Map)

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