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Cammino dei Briganti #1: le prime tappe

Cartore

Appena terminato il lockdown una delle mie priorità era tornare nella natura, possibilmente a fare trekking di più giorni in tenda e così mi sono buttato su un cammino che da qualche anno ha iniziato a far parlare di sé, il Cammino dei Briganti. Le aspettative, ve lo confesso, erano veramente alte ma non tutto è andato come immaginavo...

 La prima questione è l'anomala suddivisione delle tappe ufficiali, apparentemente mal distribuite, infatti alla vista di 100 chilometri totali in 7 tappe qualunque camminatore storcerebbe il naso. Con grande umiltà mi sono però approcciato dandomi la flessibilità di decidere sul cammino se accorpare o meno alcune tappe. Vi racconto quindi come è andata.

 

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Le informazioni ufficiali

Seguo ormai da tanto tempo sui social diverse pagine che parlano di hiking e trekking e stavo da tempo cercando un'alternativa alla ben più blasonata Via degli Dei tra Bologna e Firenze, ormai oggettivamente troppo inflazionata e soprattutto affollata. Il Cammino dei Briganti, vuoi per il nome e vuoi per l’accattivante logo ha fin da subito alimentato la mia curiosità.  Vi sono un sito internet ufficiale e una pagina Facebook costantemente e tempestivamente aggiornate, quindi se siete interessati a percorrerlo fate sempre e comunque affidamento a questi canali ufficiali.

Il Cammino è stato istituito pochi anni fa ed è nato dall'idea di Luca Gianotti, esperto di cammini e guida professionista. Il sito ufficiale afferma che: "il Cammino dei Briganti è percorribile in sette giorni, è un cammino a quote medie (tra gli 800 e i 1300 m. di quota) sulle orme dei briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Partenza e arrivo da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo (AQ). La Marsica e il Cicolano sono terre di boschi, montagne e storie di briganti." 

Nel sito vi sono anche alcune avvertenze che mettono in guardia i camminatori, tra cui: "Alcuni percorrono il Cammino dei Briganti aspettandosi qualcosa di simile alla Francigena: natura molto addomesticata, stradelli sterrati che corrono tra i campi, segnavia a ogni crocicchio, organizzazione costruita grazie a finanziamenti pubblici di milioni di euro. Niente di tutto questo, ragazzi! Se volete questo, andate a camminare la Francigena. Qui la natura abruzzese non è addomesticata, serve più attenzione, ed è assolutamente INDISPENSABILE la guida, che va letta e seguita con attenzione. Ecco perché invitiamo a percorrere il Cammino senza fretta, serve avere tempo per ragionare!
Inoltre, oltre alla guida, serve la mappa, pubblicata nel 2019 da Edizioni Il Lupo, fondamentale per orientarsi. La trovate tra gli altri posti anche all’Ufficio della Riserva della Luppa a Sante Marie." 

Queste avvertenze sono assolutamente interessanti e hanno indubbiamente aumentato la mia curiosità e la voglia di percorrerlo soprattutto per il fatto di essere ancora selvatico. Tuttavia qualche dubbio mi è venuto: innanzitutto la durata e la lunghezza: 100 chilometri in 7 giorni sono tappe oggettivamente troppo brevi e a ben vedere anche mal distribuite. Ma lo stesso sito ufficiale ammonisce: "È  possibile accorpare due tappe? abbiamo costruito un percorso con tappe di lunghezza ideale per godersi il cammino. Sembra che il chilometraggio sia poco, se confrontato con cammini su terreni facili (Santiago, Francigena). Ma attenzione a non sottovalutarle, accorpando due tappe, perché i chilometri non spiegano bene la difficoltà. E poi, accorpando due tappe, perdereste la bellezza dei passi lenti e del fermarsi nei paesi a parlare con gli abitanti del posto, godendovi l’avventura senza fretta. Quindi inutile che ci chiediate cosa ne pensiamo dell’idea di accorpare due tappe, se è fattibile, ecc. , noi vi risponderemo sempre che siamo contrari. Il cammino non è una corsa, va vissuto a passo lento, nel qui e ora, senza l’ansia che faccia buio o di arrivare stanchissimi. Siamo professionisti dei cammini da 25 anni, e abbiamo visto troppe volte camminatori che accorpavano due tappe arrivare stremati, stressati e anche arrabbiati (perchè magari con la fretta si erano persi non vedendo un bivio)."

Arrivo quindi a Tagliacozzo in un caldo pomeriggio di fine giugno e lascio la mia bici nell'accogliente albergo "La Lucciola,  partendo l'indomani in bus per Sante Marie (verificate sempre gli orari qui perché differiscono in base ai giorni). Arrivato a Sante Marie intorno alle 9 mi sono registrato nel municipio, mi hanno consegnato il "Salvacondotto", una sorta di credenziale, ho comprato la mappa del Cammino (10 euro, con regolare ricevuta), mi hanno scattato una foto postata nella pagina Facebook ufficiale e ho iniziato a camminare.

La prima tappa ufficiale partirebbe da Sante Marie e terminerebbe a Santo Stefano percorrendo meno di 6 chilometri (5.6 per l'esattezza) e un dislivello di 381 metri. Fermandomi a fare video e foto, oltre che a ricercare un bastone adatto al cammino, ho percorso la prima tappa in circa un’ora e quaranta minuti. Francamente non mi è sembrato il caso di riposare e nemmeno pranzare dal momento che sono giunto a Santo Stefano alle 11,30 del mattino.  Guardo così la mappa, che vi consiglio assolutamente di acquistare nonostante l'altissimo prezzo, e noto che la seconda tappa ufficiale porta a Nesce camminando per 13,9 chilometri con un dislivello di 394 metri in salita, ma ben 625 in discesa. Procedo  quindi, fermandomi a mangiare a Valdivarri un panino acquistato a Sante Marie e dopo aver valicato proprio il Monte Val di Varri ad una altitudine di 1197 metri, trovo la ripida discesa nei boschi fatta di pietre e sassi fino al paesello di Poggiovalle, ora pressoché disabitato e abbandonato. Le ginocchia fanno male ma poi da Poggiovalle a Nesce si percorre una strada in pianura fino a raggiungere quest'ultimo paese dove finalmente ho potuto piantare la mia tenda (non accampatevi nei paesi, siate rispettosi e fatelo nei boschi).

Dormire in tenda sul Cammino

La possibilità, pressoché unica o quasi, di poter liberamente dormire in tenda sul Cammino è  una delle ragioni  fondamentali per cui  ho scelto di percorrerlo, dal momento che ritengo profondamente ingiusto il divieto presente in Italia di piantare la tenda e dormire nella natura se non specificatamente autorizzati anche al di fuori dai parchi nazionali. Io credo fermamente che debba essere applicato il principio del LEAVE NO TRACE, ovvero non lasciare tracce inquinanti del nostro passaggio, non sporcare e non deturpare l'ambiente. Amo le notti in tenda perché  mi riconnette con la natura e specialmente nei trekking ha il valore dell'essersi sudati e guadagnati il luogo dove dormire. Ma poi vogliamo parlare della sensazione bellissima di svegliarsi all'alba e ritrovarsi dentro un bosco?!

Sempre sul sito ufficiale recitano: "il Cammino si sta attrezzando per chi dorme in tenda. In ogni caso è sempre possibile dormire in tenda, anche fuori dai luoghi dedicati, scegliendo posti consoni (non piantate le tende nei paesi, ma ad almeno 500 metri dalle case). Unica eccezione: all’interno della Riserva della Duchessa. Le aree attrezzate dedicate ai campeggiatori, con fontane, docce e bagni sono ancora poche (e le strutture ricettive non hanno aree dedicate)."

Poter dormire in tenda liberamente ma non solo, un altro grande punto a favore del Cammino dei Briganti è il costante e facile approvigionamento d'acqua potabile. Pensate che ogni 4, massimo 5 chilometri si può trovare una fonte o un  rubinetto quindi si può percorrere il Cammino con una sola borraccia.

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Il cibo sul cammino

Avendo deciso di inserire questo Cammino all'interno di un più ampio viaggio in Italia percorso in bicicletta non potevo ovviamente contare su uno zaino adeguato - consiglio infatti almeno un 45 litri- ma disponevo di uno piccolo molto tecnico da 22 litri (realizzerò a breve un video e un articolo al riguardo! Stay tuned!). Ho dovuto già quindi mettere la tenda fuori dallo zaino legandola con degli elastici, ma soprattutto  non avevo spazio per il cibo se non per mezza giornata. Poco male, sul Cammino ci sono diversi villaggi e quindi ho pensato di far affidamento a questo per recuperare alimenti e soprattutto per portare economia in questi luoghi dimenticati, dato che non avrei dormito in strutture private. La prima amara sorpresa arriva proprio appena partito: giunto a Sante Marie, la gentilissima signora del Municipio mi suggerisce di chiamare per tempo le strutture e farmi preparare da mangiare e i pranzi al sacco. Effettivamente anche il sito ufficiale ti mette in guardia: "AVVERTENZA A TUTTI I CAMMINATORI – PRENOTATE SEMPRE TUTTO (DORMIRE E MANGIARE)! SENZA PRENOTAZIONI POTRESTE AVERE GROSSI PROBLEMI." 

Il problema che non credevo di avere era di trovarmi persone che si rifiutassero di cucinare una cena (da asporto ma anche da consumare in loco) e dei panini poiché non avrei dormito nelle loro strutture. Un atteggiamento incomprensibile e per nulla in linea con uno spirito di accoglienza che uno si aspetterebbe da un trekking di questo tipo. Per fortuna non sono tutti così e fortunatamente dopo un paio di telefonate ho trovato una struttura disposta a cucinarmi la cena e preparami il pranzo per il giorno dopo. Vi avverto: i costi sono però molto alti, sia per il cibo che per l'eventuale alloggio. Una cena da asporto, un paio di frutti, due panini e una fetta di torta per colazione mi sono costati la bellezza di 30 euro. Se avessi voluto dormifre la mezza pensione sarebbe costata 60/70 euro a cui avrei dovuto aggiungere i costi per i panini. 

L'idea che questo cammino mirasse ad un target particolarmente alto è iniziata quindi a frullarmi in testa... "E a proposito di generosità, questo territorio ha bisogno di una mano per sopravvivere, quindi siate generosi anche economicamente, siate solidali con le attività familiari del luogo (che poi sono quelle che nel tempo libero fanno la manutenzione del cammino tenendolo in vita). Se venite a percorrerlo pretendendo servizi stile tour operator, avete sbagliato Cammino!" Vero, fino ad un certo punto. Sono il primo ad essere generoso e solidale, ma non mi piace quando le persone poi se ne approfittano. A onor di cronaca devo anche dire che nessuno sul Cammino mi ha mai rilasciato scontrino o ricevuta alcuna... 

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L'arrivo a Cartore

La mia seconda tappa (ovvero la terza ufficiale) prevedeva il tratto Nesce - Cartore pari a 16,6 chilometri per un dislivello in salita di 440 metri e 333 in discesa. Conoscendomi e soprattutto analizzando le altimetrie pensavo di poter estendere la tappa fino a giungere al lago della Duchessa, un'area protetta dove si può piantare la tenda solo ed esclusivamente se autorizzati. Per esserlo basta compilare un  modulo che viene consegnato al municipio di Sante Marie e inviarlo via fax alla forestale (lo potete inviare dal negozio alimentari del paese alla modica cifra di 2,5 Euro...). Allungare fino al lago avrebbe significato circa 6 chilometri in più, ma ben 858 metri di dislivello in salita a fine giornata.  Come detto, ho deciso di percorrere il cammino decidendo dove e come dormire senza piani prefissati. Chiamo subito al mattino Fabio, gestore dell'ex orto botanico ora riconvertito in area naturale e campeggio per avvisarlo del mio arrivo e richiedergli la possibilità di avere un pranzo al sacco per il giorno successivo. Fortunatamente si rivela una persona molto disponibile e mi avverte che probabilmente la scelta più oculata sarebbe fermarsi con la tenda nella sua area. Durante la mattinata non posso non notare che ad un certo punto, poco prima di giungere a Villerose, sulla mia destra spunta il villaggio di Poggiovalle, attraversato il giorno prima. In pratica l'estensione a Nesce e il tragitto mattutino mi sono costati circa 5 chilometri in più nelle gambe perché se avessi tagliato attraverso sentieri che ho scoperto esistere, sarei potuto arrivare direttamente a Villerose la sera prima. Il dettaglio non è indifferente quando hai di fronte una tappa di 17 + 6 potenziali chilometri in salita poiché i primi 17 sarebbero potuti essere 11...  È giusto tuttavia segnalare che ufficialmente non ci sono strutture per dormire a Villerose ma essendo in tenda avrei gradito essere informato di questa possibilità ed evitarmi questi chilometri in più. Dopo un pranzo al sacco a Spedino procedo verso Cartore, ma raggiungendo la zona dell'autostrada che taglia in due la Valle Terzana mi sfugge evidentemente un segnale e mi ritrovo il Colle Il Cerro alla mia sinistra invece che alla mia destra. Controllo il GPS e la mappa e mi accorgo di aver smarrito il percorso. Decido di tagliare nei boschi e dopo circa quaranta minuti ritrovo il Cammino. A conti fatti  ho  perso circa un’ora e mezza e anziché alle 15/15,30 giungo a Cartore intorno alle 17. Alla vista dell'ex Orto Botanico e conquistato dalla simpatica e calorosa accoglienza di Fabio, decido di non proseguire per la Duchessa in giornata ma di piantare la mia tenda nel suo bosco. Un tramonto semplicemente stupefacente e una bella grigliata chiudono un secondo giorno di cammino molto intenso e emozionante.

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In azzurro vi ho indicato il sentiero che permette di evitarsi il lungo e "dispendioso" arrivo e pernottamento a Nesce. 

La segnaletica

Devo ammettere che, nonostante abbia smarrito la via durante questa seconda giornata, il Cammino dei Briganti ha una segnaletica decisamente migliore rispetto a quanto mi aspettassi. Con me avevo un Garmin GPS che pesa circa 300 grammi e francamente col senno di poi non avrei dovuto prenderlo con me. Le eventuali tracce GPS sono scaricabili gratuitamente sul sito cliccando qui (ottimo lavoro e iniziativa!). Per compiere il Cammino tuttavia basta la mappa e un navigatore GPS base come quelli nei cellulari poiché la segnaletica sul Cammino non è niente male! Ovvio non si tratta di Francigena o Cammino di Santiago dove francamente perdersi è impossibile, ma con una buona attenzione e senso dell'orientamento anche se prendete sentieri sbagliati potete tranquillamente recuperare la via principale. La mappa, ribadisco, è però FONDAMENTALE.

 

Il salvacondotto

Capitando a Cartore di venerdì pomeriggio ho realizzato che questo luogo è meta di tante gite domenicali dei romani poiché dista poco più di un'ora dalla Capitale. È  ovvio quindi che in questo paesello dormire costi più che negli altri, tuttavia quello che mi ha stupito è  che non c’è alcuna scontistica o simile per chi intraprende il Cammino. Il Salvacondotto non è altro che un gioco come infatti dice il sito: "il salvacondotto non è obbligatorio, non è essenziale, non dà diritto a sconti, è solo un gioco simpatico, ma si può benissimo fare il cammino senza. I timbri si raccolgono nelle strutture ufficiali del cammino, ma anche altri timbri sono comunque validi (comuni, pro loco, bar, ristoranti, ecc.). Raccogliendo i timbri si avrà un attestato a testimonianza dell’avvenuto cammino." Tuttavia prevedere una sorta di agevolazione per i camminanti sarebbe a mio avviso molto gratificante poiché fermarvi a Cartore o a Rosciolo può arrivare a costarvi tra pranzi, cene e pernotto anche 80/100 euro al giorno, se lo fate nei B&B o negli agriturismi.

 

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Chi sono  i briganti

Vi racconterò le altre tappe e il resto dell'itinerario nei prossimi articoli e video, ma prima voglio lasciarvi con  una nozione relativa ai briganti, quelle persone a cui si è ispirato questo Cammino: "Il territorio attraversato da questo cammino è un territorio di confine, oggi tra Abruzzo e Lazio, ieri tra Stato Pontificio e Regno Borbonico. I briganti vivevano sul confine per passare da una parte all’altra a seconda della minaccia. I briganti non erano malviventi, erano più simili ai partigiani, lottavano contro l’invasione dei Sabaudi, che avevano costretto il popolo a entrare nell’esercito. Erano spiriti liberi, che non volevano assoggettarsi ai nuovi padroni, e per questo erano entrati in clandestinità. Una storia fatta anche di rapimenti, riscatti, e tanta violenza. Una storia di 150 anni fa." 

 

Scopri cosa succede nelle prossime tappe:

Cammino #2: Il Lago della Duchessa

Cammino #3: Le ultime tappe

 

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti 6

Chiara Z il Martedì, 04 Agosto 2020 21:44

Ciao! Tra qualche giorno partiremo per il cammino e vorremmo farlo bivaccando. Ho letto però che la difficoltà potrebbe essere quella di "reperire" del cibo. Ci consigli di partire con qualcosa "di pronto" per le emergenze o comunque si può trovare sempre qualcosa nei borghi? Vorremmo evitare di portarci il fornelletto e le stoviglie per il peso e per la poca praticità..

Ciao! Tra qualche giorno partiremo per il cammino e vorremmo farlo bivaccando. Ho letto però che la difficoltà potrebbe essere quella di "reperire" del cibo. Ci consigli di partire con qualcosa "di pronto" per le emergenze o comunque si può trovare sempre qualcosa nei borghi? Vorremmo evitare di portarci il fornelletto e le stoviglie per il peso e per la poca praticità..
Trip Therapy il Sabato, 08 Agosto 2020 16:28

Partite in maniera autosufficiente perché recuperare del cibo è davvero difficile purtroppo....

Partite in maniera autosufficiente perché recuperare del cibo è davvero difficile purtroppo....
Ospite - Filippo il Giovedì, 13 Maggio 2021 19:35

Ciao Claudio ... ho visto i tuoi filmati sul cammino e volevo cortesemente chiederti cosa ne pensi di un percorso misto. Volevo fare da Sante Marie a Cartore in MTB il primo giorno, la Duchessa a piedi il secondo giorno e chiudere il cerchio il terzo giorno in MTB. Secondo te il percorso si presta o si rischia di dover spingere spesso la bici? Grazie, Filippo

Ciao Claudio ... ho visto i tuoi filmati sul cammino e volevo cortesemente chiederti cosa ne pensi di un percorso misto. Volevo fare da Sante Marie a Cartore in MTB il primo giorno, la Duchessa a piedi il secondo giorno e chiudere il cerchio il terzo giorno in MTB. Secondo te il percorso si presta o si rischia di dover spingere spesso la bici? Grazie, Filippo
Trip Therapy il Venerdì, 14 Maggio 2021 14:23

Il percorso si presta se sei ben allenato. vai sul sito ufficiale e scaricati le tracce gps per il percorso in MTB

Il percorso si presta se sei ben allenato. vai sul sito ufficiale e scaricati le tracce gps per il percorso in MTB
Ospite - Filippo il Venerdì, 14 Maggio 2021 16:24

Sì sì, tracce scaricate. Lato preparazione non sono preoccupato, solo che mia moglie non è proprio una mtbiker esperta. Volevo solo capire se ci sono parecchi tratti non proprio così easy da guidare o se ci sono molte mulattiere/sterrati abbastanza agevoli. Almeno nelle parti in comune col percorso a piedi .... Grazie ancora

Sì sì, tracce scaricate. Lato preparazione non sono preoccupato, solo che mia moglie non è proprio una mtbiker esperta. Volevo solo capire se ci sono parecchi tratti non proprio così easy da guidare o se ci sono molte mulattiere/sterrati abbastanza agevoli. Almeno nelle parti in comune col percorso a piedi .... Grazie ancora
Ospite - Alessandrini Angela Paola il Venerdì, 16 Luglio 2021 07:57

Salve, ho letto con molta attenzione la prima parte della sua recensione e finalmente trovo un resoconto obiettivo e puntuale che mette in luce punti di interesse e criticità. Le ultime purtroppo non vengono quasi mai prese in considerazione degli organizzatori e gestori del cammino. La ringrazio moltissimo per questa recensione obiettiva e ricca di suggerimenti. La ringrazio soprattutto perché vivo in questi luoghi, Tagliacozzo, ed ho una piccola struttura. Raccolgo le critiche dei camminatori e vivo le difficoltà degli operatori. Ben vengano recensioni come questa obiettive e trasparenti. La ringrazio ancora con l augurio che l organizzazione migliori.

Salve, ho letto con molta attenzione la prima parte della sua recensione e finalmente trovo un resoconto obiettivo e puntuale che mette in luce punti di interesse e criticità. Le ultime purtroppo non vengono quasi mai prese in considerazione degli organizzatori e gestori del cammino. La ringrazio moltissimo per questa recensione obiettiva e ricca di suggerimenti. La ringrazio soprattutto perché vivo in questi luoghi, Tagliacozzo, ed ho una piccola struttura. Raccolgo le critiche dei camminatori e vivo le difficoltà degli operatori. Ben vengano recensioni come questa obiettive e trasparenti. La ringrazio ancora con l augurio che l organizzazione migliori.
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