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Si vola in Namibia: safari all'Etosha National Park

Safari in Namibia

 

Ogni volta che organizzo un viaggio cerco di costruire l’itinerario in modo tale che sia sempre in crescendo e che il vortice di emozioni accompagni me e il mio gruppo per rendere quei giorni semplicemente indimenticabili, la Namibia ovviamente non ha fatto eccezione.

DOLCI RICORDI

Dopo gli alberi millenari di Deadvlei e le dune rosse del deserto, dopo l’oceano e gli altipiani era infatti giunto il momento di dedicarci al regno animale e fare un vero e proprio safari all’interno dell’Etosha National Park. Ho un ricordo indelebile del mio primo safari che feci invece all’interno del parco Tsavo East in Kenya con mio padre: il ricordo è ancora più dolce perché  fu il viaggio in cui gli comunicai la mia scelta di lasciare il posto fisso da quadro direttivo in banca per inseguire il sogno di realizzare un intero giro del mondo senza mai prendere aerei. Fu anche il nostro ultimo viaggio insieme perché neanche un anno dopo dovetti salutarlo per sempre.  L’emozione del primo safari credo di non esagerare ammettendo che non si scorda mai: enormi elefanti a pochi passi da noi, ippopotami, leopardi in caccia, bufali e giraffe. Quel safari tuttavia ci lasciò, più a lui in verità che a me, un po’ di amaro in bocca poiché non riuscimmo a scovare il leone, il re della savana.

ETOSHA NATIONAL PARK

Anche stavolta le attese erano ovviamente molto alte poiché non passava giorno che tra noi all’interno del gruppo non parlassimo del possibile avvistamento di leoni e leonesse. Il primo giorno di safari comandato dalla nostra guida Joan, uno straordinario personaggio con tantissime storie da raccontare, ci ha regalato animali a profusione tra cui il raro rinoceronte nero qui molto preservato e a rischio estinzione. Non solo, ovviamente anche tante giraffe, elefanti, sciacalli e, per la prima volta nella mia vita, anche iene. Mancava ovviamente lui ma non me ne curai troppo, purtroppo Joan ci disse che, nonostante avessimo scelto la stagione migliore, la natura è beffarda e non era ancora scesa una sola goccia di pioggia da quasi un anno cosicché tutto l’equilibrio della savana in quei giorni era stravolto. Gli elefanti la facevano da padrone mentre i grandi felini si spostavano in aeree maggiormente remote. Notavo tra i ragazzi una certa delusione per non aver avvistato il Re Leone ed effettivamente anch’io stavo iniziando a masticare amaro. Il giorno seguente Joan ci lascia liberi di scorrazzare per il parco e allora ci avventuriamo questa volta a sud in un’area piena di pozze naturali e dove ci aspettiamo di avere più fortuna anche se le nostre possibilità erano davvero ridotte al lumicino poiché ero io a guidare il gruppo delle jeep e non certo avevo la vista acuta e allenata della nostra guida. Non solo, nemmeno avevamo la radio per poter eventualmente essere informati della presenza di un leone.  La mattinata era iniziata malissimo, le pozze che avevamo individuato sulla mappa sono asciutte e aride e nemmeno l’ombra di una antilope. Viriamo a nord quindi, verso alcune pozze artificiali che garantiscono, quantomeno, una attesa meno monotona.Inizio tuttavia a scovare ai lati della strada diversi rinoceronti e la giornata inizia a svoltare. Raggiungiamo una immensa pianura e un grande branco di zebre ci attraversa la strada. Complici le luci del mattino è una immagine di una bellezza sconvolgente e tutti noi consumiamo la metà delle batterie per le fotografie. Procediamo quindi e, dopo una curva, ci si paventa davanti agli occhi un branco di oltre venti elefanti. Emozione pura e anche parecchia preoccupazione perché sono io a guidare il gruppo e siamo soli sulla strada. Temo di essere caricato e allora la nostra sosta si prolunga ben più che il tempo necessario a realizzare un servizio fotografico.

Dopo gli elefanti è il turno di tanti altri rinoceronti ma soprattutto di giraffe, un animale già intravisto ma mai così da vicino come in questo giorno.Scorgo sulla strada diverse automobili appostate e immagino ci sia qualcosa di più che una semplice antilope o anche solo una iena. Infatti, davanti a noi scorgiamo un ghepardo intento a gustarsi un meritato riposo all’ombra dopo aver mangiato visto che le foto con i teleobiettivi rivelano la bocca sporca di sangue. Incominciamo a gasarci realmente ma soprattutto inizia pure ad essere tardi pertanto decidiamo di fermarci ad una ultima pozza. In lontananza vedo giraffe e branchi di antilopi ma non faccio in tempo a mettere la freccia per svoltare che sento una delle ragazze della mia jeep urlare di aver visto il leone.

È la verità, appena imboccata la stradina che porta alla pozza, anche lui sotto un albero a dormire ecco il Re Leone. Un’emozione pazzesca pervade tutto il mio corpo, una vera e propria scarica di adrenalina. La cosa più bella era che solo noi lo avevamo scovato e quindi era una situazione praticamente privata.  Ad un certo punto vedo le giraffe scappare e correre, così volto il mio sguardo lontano dal leone dormiente. Scorgo una leonessa bellissima camminare elegantemente nel bel mezzo della savana.Una giornata quindi straordinaria, una escalation di emozioni degna di un vero e proprio film con un finale da standing ovation. 

IL WATERBERG NATIONAL PARK

L’emozione della mattinata ha dominato i discorsi e le chiacchiere fino al giorno dopo quando era giunto il momento di cambiare destinazione e muoverci verso l’ultimo parco del viaggio: il Waterberg National Park.Poco prima di uscire dall’Etosha tuttavia, Joan ferma improvvisamente la macchina: un leone camminava tra le frasche all’orizzonte e poi, poco distante, un intero branco di leoni e leonesse si stava godendo un riposo all’ombra. Che dire quindi? Nulla sarebbe potuto essere a livello di un simile luogo per emozioni e soprattutto per l’intrinseco crescendo di queste ultime.Invece ancora una volta mi sbagliavo poiché il Waterberg ci ha regalato altre spettacolari emozioni. Si tratta di un altopiano appoggiato su una sorta di monolite. È il regno indiscusso di babbuini, bufali, rinoceronti e giraffe. Questi ultimi in particolare ci hanno saputo regalare forti emozioni perché un rinoceronte quasi potevamo toccarlo da quanto si è avvicinato e un altro si è messo in posa davanti ai nostri occhi nemmeno fosse una fotomodella.Le giraffe poi ci hanno regalato una immagine straordinaria quando, in pieno crepuscolo del tramonto le abbiamo viste correre e amoreggiare tra le luci arancioni e rosse della savana.

Rifarei un viaggio del genere? Probabilmente no e sai perché? Perché è stato fin troppo bello a partire dai paesaggi surreali fino ad arrivare alla magnificenza degli animali vissuti tra l’altro in una escalation degna di un film Oscar. Se tu vuoi però partecipare ad un viaggio del genere con il medesimo itinerario e la possibilità di vivere tutte queste forti emozioni parti con SiVola.it, ora anche tutti i miei soci vogliono andarci e ti ritroveresti sempre in ottime mani e in gruppi divertenti. Senza ombra di dubbio è un viaggio che consiglio di fare almeno una volta nella vita!

Location (Map)

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