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Diario di bordo 18 Dicembre 2014: Aggiornamento dalla frontiera.

Frontiera India Birmania



Moreh, stato del Manipur, zona nord est dell’India: Questa cittadina ha due facce, quella indiana e quella birmana che si chiama Tamu. È una frontiera mitica per i viaggiatori e non solo. Qui passò la famosa “Road to Mandalay” di Kipling, qui passò Terzani, qui passano tutti giorni trafficanti di droga e armi tra Cina, Birmania e India. È una frontiera sensibile, ufficialmente aperta da qualche mese, ma chiusa di fatto. I controlli sono serrati e non c’è traccia di occidentali. Quando ho richiesto il visto birmano a Kathmandu sapevo che qualche occidentale in passato era riuscito ad attraversarla e la risposta dell’ambasciata fu chiara: questi viaggiatori erano riusciti ad entrare corrompendo i soldati al confine.


Non era la mia prima opzione ovviamente passare da queste remote regioni indiane anch’esse aperte agli occidentali solo da qualche decina di mesi. Sapevo le difficoltà a cui andavo incontro, ma purtroppo non ho avuto scelta. La Cina mi ha rifiutato il visto di ingresso singolo concedendomi solo un visto di gruppo, ma questo avrebbe significato, una volta in Tibet, fare mesto ritorno a Kathmandu con un aereo perché il gruppo che avevo trovato aveva questo itinerario. Mi sento un criceto nella ruota, non riesco ad uscire da questa parte d’Asia.

Quindi via, sei giorni fa, sono partito da Kathmandu lasciando i miei fratellini nepalesi con un velo di tristezza e malinconia. La strada i primi giorni mi ha ridato la carica, ma le mille preoccupazioni in testa non mi lasciavano tranquillo. Un amico cantante disse che ci sono infinite porte per entrare in India e nessuna per uscirne, sono frustrato.
Arrivo ad Imphal, capitale dello stato di Manipur in soli quattro giorni. Sedici ore di bus sulle strade nepalesi per giungere al confine mi hanno dilaniato, non sono riuscito a dormire neppure un minuto. Al confine India/Nepal incontro una coppia di tedeschi, anche loro intenzionati a proseguire in Birmania e non solo. Sono partiti dalla Germania quella stessa domenica di maggio con la medesima idea di compiere l’intero giro del mondo senza aerei.
Casualità o segnali cosmici delle correnti universali? Non mi pongo troppo domande, seguono un percorso diverso e ci scambiamo mail e contatti per tenerci aggiornati. Sono sicuro che le nostre strade si incroceranno nuovamente. Potrei fermarmi un paio di giorni e visitare il Darjeeling, spettacolare villaggio sulle montagne famoso per il pregiatissimo the. Non sono nelle condizioni mentali ideali per poter assaporare i posti, la mia mente è totalmente sulla strada, su quella frontiera impossibile da attraversare. Prendo una camera, giusto per riposarmi dopo la notte insonne, ma poi scopro che parte un bus nel pomeriggio per la seconda tappa intermedia del mio viaggio verso Est. Salto sul pullman senza tante storie conscio che per altre quindici ore non avrei dormito. Fortunatamente le strade sono migliori e con meno buche quindi, complice la stanchezza, riesco a riposare.

Arrivo a Guwahati nello stato di Assam e guardandomi intorno mi accorgo di non essere propriamente in India. Le persone hanno tratti somatici cinesi, ma con la pelle scura, discendono probabilmente dal Bhutan, meraviglioso stato poco più a nord. Mi trovo infatti in punto tra Bangladesh e Bhutan stesso, un centinaio di chilometri di terra indiana a separare questi due stati così diversi tra loro. Qui le guest house costano tantissimo e io ho sulle spalle solo 3 o 4 ore di sonno nelle ultime 40. L’ultima doccia l’ho fatta a Kathmandu e indosso gli stessi vestiti, mutande e calze comprese, da quattro giorni. Mi fermo, prendo un albergo decente e mi concedo una doccia calda e una sana dormita.


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Il giorno dopo altro bus e altre 20 ore senza chiudere occhio. Oltre alla strada e alla scomodità ci si mettono i posti di blocco della polizia, più o meno uno ogni ora, ed essendo l’unico occidentale a bordo vengo tempestato di domande.
Non dormo e allora incomincio a pensare a che strategia attuare per poter attraversare la frontiera. Non posso pensare di riuscircela a fare da solo, ho bisogno di un contatto locale poiché in questa parte d’India nessuno parla l’inglese. Mi viene in mente di provare con il couchsurfing e così trovo una decina di persone in rete eventualmente disponibili. Solo una mi risponde, ma fa al caso mio, scrive in inglese corretto e pare un casta alta. Ottimo, ho un posto dove dormire gratis e soprattutto il contatto. Arrivo a Imphal all’alba e mi viene a prendere direttamente alla stazione degli autobus. Si chiama Sanjii e capisce subito il mio intento: attraversare la frontiera India Birmania.
Alloggio nella sua fattoria organica e subito capisco di aver trovato la persona giusta. Lavora a stretto contatto con il dipartimento del turismo del Manipur e ha agganci dappertutto: governo, polizia, agenzie turistiche. Non è un procacciatore d’affari, anzi, si fa in quattro per me. Inoltre parla un ottimo inglese.
Mi tranquillizza e mi dice che potrebbe essere fattibile. Gli spiego che conosco almeno altri cinque viaggiatori interessati alla medesima frontiera e quindi che , aiutandomi, potrebbe avviare un piccolo business. Abbiamo interessi comuni, so che non mi fregherà.
Decidiamo di partire per la frontiera il giorno dopo, nel frattempo ho l’occasione di riposarmi un po’ nella fattoria.

Il mattino seguente partiamo di buon mattino, la frontiera dista solo 80 chilometri, ma la strada è in salita e tortuosa, inoltre fitta di controlli della polizia. Arriviamo a Moreh dopo circa tre ore non senza problemi ai posti di blocco dove vengo sottoposto a veri e propri interrogatori.

La tensione sale.

Mi conferma che corrompendo i soldati non dovrebbero esserci problemi a passare. L’obiettivo è li, ad un passo, e non mi pongo alcuna questione morale.
Il primo passo è convincere la parte indiana così andiamo subito all’ufficio immigrazione. Per loro nessun problema a farmi passare, ma esigono la certezza d’ingresso da parte birmana.
Si incomincia a parlare di un permesso speciale, necessario per poter attraversare quel piccolo ponticello che mi separa dal coronamento del sogno.
Non me ne curo più di tanto, sono ancora dell’idea che qualche bel dollarone americano possa fare la differenza.

Quando tutto sembra evolversi per il meglio e già ci immaginiamo a brindare insieme a Mandalay ecco la doccia fredda.
Nessuna possibilità, avremo parlato con almeno tre soldati ed anche un ufficiale birmano. Senza quel permesso non vado da nessuna parte. Il problema inoltre è linguistico perché i birmani non parlano inglese e nemmeno indù.
Per oggi non si passa, così decidiamo di schiarirci le idee e di riprovare il mattino seguente, all’alba, quando i controlli sono minori.
Sanjii, in quanto indiano, può entrare in Birmania senza problemi per 24 ore così concordiamo che l’idea migliore sia di trovare un buon contatto dall’altra parte, in grado di corrompere le guardie birmane.
Nel frattempo ci informiamo per questo pezzo di carta, quel permesso che mi permetterebbe di entrare legalmente in Birmania. Si tratta di un documento rilasciabile solo dal ministero per le politiche interne birmane e a fare da garante è necessaria un agenzia autorizzata birmana. L’unica che offre questo servizio ovviamente conosce il potere nelle sue mani e così mi spara un prezzo altissimo. Parliamo di quasi 2000 dollari e tempi tecnici di circa una decina di giorni. È un opzione non percorribile per il mio budget, significherebbe sacrificare più di tre mesi di viaggio, quindi mi addormento convinto di riuscire l’indomani a passare corrompendo qualche soldato.

Il mattino seguente aspetto in albergo, Sanjii è in Birmania a cercare il contatto.
Qualcosa nella notte è successo. Non sono più così convinto a corrompere e durante l’attesa in hotel continuo ad interrogarmi.

Sono a pezzi, distrutto, tormentato dai dubbi.

Da un lato capisco che la mia volontà di corrompere è innanzitutto un atto di viltà assoluta.
Inizio ad interrogarmi: forse potrei attraversare quella frontiera con poche decine di dollari corrompendo. D'altronde sono italiano, per noi è facile ragionare così.
Ma davvero voglio sporcare così il mio sogno?
Davvero voglio rendermi uguale al sistema sociale che ho rifiutato sette mesi fa?
Uno dei principali motivi per cui ho mollato tutto e son partito è per avere qualcosa da insegnare un giorno a mio figlio, a renderlo fiero di me. Vorrei insegnargli a pensare con la sua testa, a comportarsi con spirito di umanità e compassione. Insegnargli ad inseguire i suoi sogni.
Davvero voglio insegnargli che per realizzare i sogni occorre corrompere?

No.

Non voglio farlo.

Chiamo Sanjii e gli dico di bloccare tutto. Si torna a casa, procedo con l’agenzia.
Probabilmente quei soldi mi impediranno di realizzare il mio sogno più avanti, ma meglio un sogno interrotto che un sogno sporcato.

Ho fatto una scelta radicale perché è da queste piccole cose che si può iniziare a cambiare.

Non mi piego a questo sistema, non più.

Probabilmente se il giorno prima fossi riuscito a entrare corrompendo non mi sarei nemmeno posto queste domande. Ma forse, ancora una volta, la Vita ha voluto insegnarmi un’altra lezione.

Un giorno a mio figlio spero di raccontare il mio giro del mondo, il mio sogno realizzato.
E se non ce la dovessi fare perché i soldi finiscono, potrà essere comunque fiero di me perché non mi sono piegato alla corruzione.

Chiamo l’agenzia, confermo che procediamo. Se tutto va bene entrerò in Birmania il 25, a Natale.

Caro Babbo Natale, una richiesta sola…. ora però basta intoppi!!!


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Moreh, country of Manipur, north-east India: this small town has two faces, the Burmese one called Tamu and the Indian one. It’s a legendary border not just for travelers. The famous Kipling’s “Road to Manadaly” and Terzani went through this place, drugs dealers and guns among China, Burma and India go through this road daily. It’s a sensitive border, officially open from few months but actually closed. Inspections are tight and there is no trace of westerns. When I asked for the Burmese visa in Kathmandu, I knew some westerns had made it through in the past and the embassy’s response had been clear: these travelers had been able to get in, corrupting the soldiers at the border. Passing through these remote Indian regions wasn’t my first option also because they are open to strangers only from few months. I knew the troubles I would have encountered, but unfortunately I hadn’t a choice. China denied me a single entry visa giving me only the one for groups, but this meant, once in Tibet, ruefully taking a flight to Kathmandu because the group I had found had this itinerary. I feel like a hamster in the wheel, I can’t leave this part of Asia. So off, six days ago I left Kathmandu leaving my Nepalese little brothers with a veil of sadness and melancholy. During the first days I was recharged by the road but I couldn’t get rid of thousands of concerns. One of my singer friend said that there are endless door to get into India and neither one to get out, I’m frustrated.
I arrive to Imphan, the capital of Manipur, in just four days. I had sixteen hours of bus on Nepalese roads getting to the border completely torn; I could sleep neither for a second. I met a German couple at the India/Nepalese border; they were going to continue in Burma and beyond. They had left Germany the same Sunday in May with the same idea of completing the entire trip around the world without flights.
Randomness or cosmic signal coming from universal streams? I don’t ask myself too many questions, they are following a different path so we just exchange e-mails and contacts to keep in touch. I’m sure, our pathways will cross again. I could stop for a couple days and visit Darjeeling, amazing mountain village famous for its precious the. I’m not mentally relaxed to enjoy places, my mind is totally on the road, on that impossible border to cross. I take a room, just to have some rest after the sleepless night, but then I found out that a bus, direct to the halfway stage of my journey to the east, is leaving in the afternoon. I jump on the bus without any fuss, aware of the next fifteen hours sleepless. Fortunately roads are better and without so many holes and so, thanks to tiredness, I’m able to rest.
I arrive to Guwahati in Assam and, looking around me, I realized it’s not properly India. People have Chinese facial features but dark skin, probably they descend from Buthan, wonderful country a few kilometers north. I’m between Bangladesh and Bhutan itself, just few hundreds kilometers of Indian land divide these two different countries. Guest houses are really expensive here and I had only 3 or 4 hours of sleep in the latest 40 hours. I took the last shower in Kathmandu and I’ve been wearing the same clothes, underwear and socks for the past four days. I stop, take a decent hotel and I allow myself to take a hot shower and a good night’s sleep.


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The next day I take another bus and 20 more hours without sleep. Police checkpoints have to be added to the messy road and the uncomfortable seats, more or less one every hour. Since I’m the only western on the bus I’ve been questioned a lot. Since I’m not able to sleep, I start thinking a way to cross the border. I can’t think to make it by myself; I need a local contact because here no one speaks English. I try with couchsurfing and so I found about ten people on the net available. Only one gave me an answer but he is the one for me; he speaks a good English and he appears to be in a good caste. Good, I have a place to sleep for free and above all a contact. I reach Imphal at the sunrise and he comes to pick me up at the bus station. His name is Sanjii and he understands right the way my goal: crossing the Indian-Burmese border. I stay in his organic farm and I realize I found the right person. He works tightly with the tourism department in Manipur and he has contacts everywhere: government, police, touristic agencies. He is not a negotiator; actually he bends over backwards for me. He speaks a good English also. He calms me down and tells me that everything could be accomplished. I tell him I know at least 5 more travelers interested in the same border and so, if he had helped me, he could have started a little business. We have common interests, he won’t cheat on me. We decide to leave for the border the next day, meanwhile I take rest in the farm. We leave in the early morning, the border is 80 kilometers far but the road is uphill and strenuous and moreover it’s covered in police checkpoints. We get to Moreh after 3 hours, after being questioned several times by police on the way. Tension is high. He affirms that corrupting soldiers there shouldn’t be any problems. The target is there, just a step away; I don’t care about moral issues. First step is persuading the Indian side so we go to the immigration office. They have no problem to let me in but they want to be sure about Burmese side. They start talking about a special permission needed to cross that little bridge. I don’t care about too much, I’m still sure that some good American dollar will make the difference. When everything was going good and I could imagine myself making a toast in Mandaly, here the cold shower comes. We talked with at least three soldiers and a Burmese official but there are no possibilities. Without that permission I can’t go anywhere. Language is another problem; Burmese don’t speak English and Indi. No crossing today, so we decide to clear our mind and try again the next morning, at the sunrise, when there is less control. Sanjii is Indian so he can enter in Burma for 24 hours; we decide then to find a contact on the other side able to corrupt the Burmese soldiers. Meanwhile we ask some information about the special permission which would allow me to enter legally in Burma. It’s a document released by the Burmese ministry of internal policies and a Burmese authorized agency is needed as guaranteeing. The only one offering this service knows the power in its hands so it shoots me a really high price. It’s about 2000 dollars and 10 days of waiting. It’s not affordable for my budget, it would mean lose three months of journey. I fall asleep sure to cross the bridge the day after corrupting some soldiers. The next day I wait in the hotel, Sanjii is in Burma looking for the contact. Something happened during the night. I’m not so sure anymore of corrupting the soldiers and while waiting I keep questioning myself. I’m broken into pieces, destroyed, anguished by doubts. I understand my will of corrupting is just cowardice. I start questioning myself: I may cross the border corrupting with a bunch of dollars. I’m Italian come on, it’s easy thinking like that for us. But seriously, do I really want to blemish my dream? Do I really want to be like the social system I refused 7 months ago? One of the reason I left everything is teaching to my son one day, making him proud of me. I would like to teach him to think with his own head, to behave with compassion and humanitarian spirit. I would like to teach him to follow his dreams. Do I really want to teach him that to reach your dream you need to corrupt?
No.
I don’t want to.
I call Sanjii and I tell him to stop everything. I go back and I use the agency. Probably that money will preclude me the realization of my dream later but, better a broken dream than a dirty one. I made a drastic choice but it’s the beginning of change. I won’t bend to this system, no more. Probably, if the day before I had been able to get in, I wouldn’t have questioned myself so much. Maybe though, once again, Life wanted to teach me another lesson. One day I hope I’ll tell my son my trip around the world, my dream came true. If I don’t make it because of money, I could still be proud of me because I hadn’t bent to corruption. I call the agency, I confirm and we proceed. If everything runs out well, I’ll be in Burma the 25th of December for Christmas.
Dear Santa, just one wish…no more hitch!



29 Dicembre 2014 Diario di bordo: Italia
18 Ottobre 2014 - Diario di bordo

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Commenti 8

Ospite - bonvi83 il Giovedì, 18 Dicembre 2014 17:55

scelta veramente ammirevole!!!!!!!!!!
bravo..... continua così!!!!!!!!!!

scelta veramente ammirevole!!!!!!!!!! bravo..... continua così!!!!!!!!!!
Ospite - Claudio il Martedì, 23 Dicembre 2014 12:18

Alla grande!!!
Fino all'obiettivo finale!!!

Ciao

Alla grande!!! Fino all'obiettivo finale!!! Ciao ;)
Ospite - Francesca642 il Giovedì, 18 Dicembre 2014 18:52

Dopo questo post io voglio averti come marito e padre dei miei figli!! Ahahahah!! Sicuramente questa scelta ti ripagherà e non solo eticamente... buona fortuna!

Dopo questo post io voglio averti come marito e padre dei miei figli!! Ahahahah!! Sicuramente questa scelta ti ripagherà e non solo eticamente... buona fortuna!
Ospite - Claudio il Martedì, 23 Dicembre 2014 12:17

Grazie Francesca,
sento di aver fatto la scelta giusta!

Grazie Francesca, sento di aver fatto la scelta giusta! ;)
Ospite - Rino il Giovedì, 18 Dicembre 2014 19:21

Bravissimo Claudio ! Non mollare mai , noi tifiamo per te! Namastè!

Bravissimo Claudio ! Non mollare mai , noi tifiamo per te! Namastè!
Ospite - Claudio il Martedì, 23 Dicembre 2014 12:17

E io non mollo mai Rinoooooo!!!

E io non mollo mai Rinoooooo!!! :)
Ospite - Lorenzo il Giovedì, 18 Dicembre 2014 19:51

Ciao Claudio, complimenti per la tua grande avventura. Tempo fa ho viaggiato per circa un anno in India e a volte mi è capitato che le cose andassero in maniera diversa da quel che mi aspettavo. Vorrei solo condividere con te che da quelle esperienze ho imparato che spesso è meglio rallentare, ritrovare lucidità, riposare restando aperto a quel che mi viene incontro. Le cose migliori e inaspettate nel mio viaggio mi sono capitate proprio così. Ti auguro il meglio

Ciao Claudio, complimenti per la tua grande avventura. Tempo fa ho viaggiato per circa un anno in India e a volte mi è capitato che le cose andassero in maniera diversa da quel che mi aspettavo. Vorrei solo condividere con te che da quelle esperienze ho imparato che spesso è meglio rallentare, ritrovare lucidità, riposare restando aperto a quel che mi viene incontro. Le cose migliori e inaspettate nel mio viaggio mi sono capitate proprio così. Ti auguro il meglio
Ospite - Claudio il Martedì, 23 Dicembre 2014 12:16

Grazie Lorenzo, hai proprio ragione!!!

Grazie Lorenzo, hai proprio ragione!!! ;)
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