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Tappa 14: San Vito al Tagliamento / Monte Zoncolan

Zoncolan by ape

Quando mi dissero di andare a percorrere con un Ape rosa le strade del Giro d'Italia ero ovviamente molto contento e soddisfatto e scorrendo le pagine con l'itinerario una tappa e in particolar modo una dedstinazione solleticava la mia fantasia: Il monte Zoncolan. 

LA conoscevo, ovviamente, per le edizioni recedenti ma rimase nella mia testa per una intervista, effettuata ad Ivan Basso, in cui dichiarava che quando un corridore inizia a pedalare su quella salita non lo fa per la vittoria, ma perchè finisca  il prima possibile. Circa 10 chilometri di salite, tornanti, pendenza che arrivano fino al 26%, tre gallerie strette e buie, io che manco riuscivo ad inserire la terza marcia. Cercando un po' su internet mi accorsi che viene definita la salita più dura d'Europa , mi scaricai da youtube le immagine delle tappe già percorse qui. E mai nessuna tappa fu noiosa anzi, su questi chilometri si sono scritte vere e proprie pagine di leggende ciclistica. 

Chi dominerà lo Zoncolan entrera di diritto nel novero dei grandi scalatori, una montagna che, come mi ha insegnato il mondo, ti strega, ti ammalia, ma di cui averne rispetto. 

Oggi ci aspetta la TAPPA. 

  La tappa di oggi: 
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Tappa 13: Ferrara / Nervesa della Battaglia

On the road

Attraverso l’Italia da sud, dalla Calabria, fino a nord, quasi al confine con l’Austria mi sta dando emozioni incredibili.

Oggi torno in una città molto viva, che ho cominciato a conoscere alcune estati fa quando vi giunsi a fine agosto.

La città era in festa con baracchini in ogni angolo e soprattutto tantissimi artisti di strada. È Ferrara e quel festival, chinato Buskers è diventato un appuntamento fisso nel mio calendario ogni volta che sono in Italia.

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Tappa 12: Osimo / Imola

duomo di imola

La grandiosa opportunità di seguire il Giro d'Italia mi ha offerto la possibilità di viaggiare, lentamente, a bordo del mio Ape Calessino per luoghi legati alla mia infanzia, mi ha permesso di conoscere nuove persone e assaporare nuovi gusti, ma soprattutto ho avurto la grande fortuna di essere introdotto a luoghi sconosciuti di cui manco immaginavo l'esistenza. 

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Tappa 11: Assisi / Osimo

Assisi

Assisi è un luogo magico, a tratti surreale. Una città bellissima arrocata sopra un monte che domina tutta la pianura sottostante. Le luci del tramonto che la colorano di rosso, la luce dell'alba a sorgerle alle spalle a rendere per tratti sacra quella visione. L'ho girata al mattino presto, quando ancora non erano giunti i bus colmi di turisti soprattutto stranieri. Le persone del luogo, nonostante questa quotidiana invasione appaiono gentili ed ospitali e non lesinano mai un sorriso. 

Oggi la tappa parte da qui e tra gli sconvolgenti territori di Umbria e Marche arriva placida nella città di Osimo, una vera e propria sorpresa. Conosco bene le Marche, ma non questa cittadina affascinante, ricca di storia e leggende.  L'accoglienza anche qui è stata grandiosa e le vetrine del centro tinte di rosa danno un gusto ancora piu dolce all'arrivo del Giro d'Italia.  Osimo con la sua Piazza Nuova, una visione a 180 gradi sulle colline marchigiane e i monti del centro Italia, oltre alle sue grotte e le sue dodici statue senza testa mi ha sinceramente colpito, è uno di quei luoghi da segnare sulla mappa promettendosi di ritornare. 

 

La tappa di oggi

 

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Tappa 10: Penne/Gualdo Tadino

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La decima tappa del Giro d'Italia attraversa alcuni dei luoghi a cui sono più legato fin dall'infanzia. Non vi è estate, da piccolo, che non percorrevo con i miei genitori l'autostrada dei fiori, fino ad arrivare sulla riviera delle Palme, a Grottammare. 

Il Giro non passa dalla costa, ma negli anni ho avuto modo anche di conoscere la parte interna delle Marche e dell'Abruzzo, con le sue montagne, il monte Sibilla e Vettore, oltre alle sue morbide colline.  L'ospitalità delle persone in questa area d'Italia è calorosa, cordiale e gentile. Mai viene negata un'oliva all'ascolana, oppure semplicemente un bicchiere di vino. È un luogo ftto di storie e leggende, pagane e cristiane che si fondono tra loro. Le montagne incutono rispetto e recentemente proprio quelle montagne hanno dilniato i paesini arroccati con forti terremoti e gravissime conseguenze umane e non. Ascoli Piceno, protetta da Sant'Emidio non ha subito conseguenze, ma la sua gente si è prodigata per aiutare le persone in difficoltà. 

Oggi il Giro d'Italia passa proprio per alcuni di questi paesi come Muccia, ad esempio, o Caldarola. Passandoci attraverso lo sgomento è forte perchè ormai quei bellissimi centri storici non sono altro che centri fantasma con chiese in rovina, palazzi crepati e case container nelle periferie. Ma propri in questi centri provvisori mi sono fermato a mangiare e quello che ho trovato, nonostante tutto, è stato un sorriso e la voglia di ricominciare. 

 

Questa la tappa odierna:

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Tappa 9: Pesco Sannita / Campo Imperatore

Gran Sasso d'Italia

Il giro d'Italia significa veder sfrecciare biciclette a tutta velocità, ciclisti in posizioni improbabili per avere la migliore areodinamica possibile durante le tappe a cronometro, ma soprattutto le grandi cavalcate in salita, con la gente pronta a spingerti letteralmente con il cuore oltre l'ostacolo. 

La tappa di oggi è una di quelle con un arrivo in salita fino a 2100 metri sul livello del mare, una salita tanto dura da essere intitolata proprio a Marco Pantani. Già mi immagino i corridori agognare quel traguardo ammazza gambe. 

E poi lo scenario intorno, uno dei più belli di tutta Italia ovvero il parco del Gran Sasso, montagne ad ergersi nel centro dell'Italia per dipingere un quadro di rara e maestosa bellezza. I campi verdi, i pastori, le rocce a rendersi evidenti nel contrasto dell'erba, la neve ancora presente abbontante sulle montagne, i laghi, i rifugi. 

L'Italia è meravigliosa e questa regione ne è uno degli assoluti tributi.

 

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Tappa 8: Praia a Mare / Montevergine di Mercogliano

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Il Giro d’Italia accompagna i miei più lontani ricordi. Ricordi di estati passate in alta Val Trebbia a casa dei miei nonni. Un televisore piccolo, in bianco e nero, che mi era vietato utilizzare nel pomeriggio fino alle 17. Perché mio nonno lo monopolizzava proprio con il Giro. Mio nonno, un uomo all’apparenza burbero e severo ma con un cuore d’oro, mi cacciava da quella poltrona e si sedeva lui, per seguire la corsa. Non ho mai capito se prediligeva più Coppi o Bartali, ma ogni volta che si commentava qualcosa era sempre un riferimento a quei due campioni. Ricordo Bugno, Chiappucci, Fondriest e il primo Indurain. Ricordo che era buffo vedere che il primo della corsa avesse una maglia rosa. Ricordo che pian piano quel momento divenne il nostro momento in cui quell’uomo a tratti duro si lasciava andare. Poi venne la televisione a colori, io ero cresciuto, ma ancora adolescente, e la passione per quella corsa che non scemava. Con l’età e la scuola i nostri appuntamenti davanti al televisore si erano spostati all’altra corsa, il Tour de France, ma io nel frattempo, da solo, non mancavo mai l’appuntamento col Giro. Mi chiedevo sempre come mai non passasse dalle mie parti e finalmente un giorno passò a pochi chilometri dalla mia città. Scesi sulle strade e mi impressionò la velocità con cui i corridori passarono, il gruppo era compatto e quasi non me ne accorsi, durò tutto pochi secondi, il giorno del mio compleanno.

 

Il Pirata

E poi venne lui, il Pirata, colui per il quale mettevo la sveglia e non potevo perdermi una sola pedalata. Marco Pantani. Fu l’unico ciclista moderno a far emozionare mio nonno. Per Marco non vi erano confronti col passato, non esistevano Coppi o Bartali, Pantani era semplicemente Pantani. Leggevo tutte le mattine la Gazzetta e si ipotizzava il suo attacco alle 16. Io la sveglia la mettevo alle 15 e iniziavo ad incollarmi al televisore con i libri di Latino sulle gambe. E lui prontamente scattava, era un appuntamento fisso, come il gol di Baggio e il rigore rubato della Juve a 90mo minuto la domenica pomeriggio. Come la vittoria di Tomba la domenica a pranzo, o quelle di Valentino e Schumacher la domenica pomeriggio. Marco Pantani, con quell’aria di ragazzo normale, quell’accento romagnolo, quella pedalata. Mi alzavo dal divano e lo incitavo urlando come un pazzo e quando lui tagliava quel traguardo ero a pezzi senza voce, ma felice, emozionato. 

Il giro d’Italia per me oggi.

Il Giro d’Italia ha una storia importante, ha segnato la mia storia personale ed essere oggi chiamato a raccontarlo, secondo il mio stile e la mia natura è l’ennesima grande soddisfazione della mia vita. Ogni giorno in giro, per luoghi abbandonati e dimenticati, per le vie dei centri o per le stradine di montagna su quell’ape rosa, è come avere il mio caro nonno con me, a raccontarmi delle gesta dei corridori del passato. E forse prima che se ne andasse glielo avrei dovuto chiedere: ma chi era più forte: Coppi o Bartali? Secondo me lui tifava per Bartali non fosse altro per il simile carattere, ma Pantani... eh Pantani!

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