By Trip Therapy on Lunedì, 23 Novembre 2015
Category: video

Oltre l’est l’alba, oltre l’ovest il mare, e tra l’est e l’ovest la sete del viaggiatore che non mi dà pace.

Ancora un ultimo tassello.
Questo era il significato di Panama nel mio immaginario.
Mi aspettavo di trascorrerci qualche giorno per ricaricare le batterie e poco altro.
Invece.

[embed=videolink]{"video":"https://youtu.be/Qmp1if72E5Y","width":"100%","height":"500"}[/embed]

Invece questo paese mi ha stupito subito accogliendomi con le incantevoli isole di Bocas del Toro. Spiagge bianche, giungla fitta, mare turchese.
Dopo qualche giorno in questi piccoli paradisi mi dirigo a Panama City. Un bel viaggio di dodici ore in bus come era da tempo che non ne facevo.
Ad aspettarmi un caro amico di Barcellona conosciuto più di una dozzina d'anni prima in California. Mi ospita nel suo appartamento dotato di ogni comfort e mi sento finalmente in una casa.
È da tanto che non vivo più "l'effetto casa", quell'intrigante e seducente effetto che ti porta ad impigrirti ai massimi livelli in pochi minuti. Aria condizionata, divano (divanooooo!) e addirittura televisione.
Due giorni trascorsi quindi più in casa che nel mondo esterno. Lavoro sui video arretrati e incomincio a pianificare le prossime tappe.
Per prima cosa dovevo capire come entrare in Colombia.
La via terrestre pare essere molto pericolosa a causa del narcotraffico.
Esiste la via marina con la straordinaria opportunità di navigare le isole di San Blas, tra le più belle al mondo.
Cinque giorni di crociera per arrivare a Cartagena,Colombia, Sudamerica.
Unica nota dolente, il prezzo. Minimo cinquecento dollari.
Non mi abbatto e sfruttando le comodità di casa, direttamente dal divano incomincio ad inviare email ai capitani, alle marine e anche agli ostelli offrendomi come lavoratore a bordo in cambio di sconto sul prezzo.
Nessuno risponde e così mi rassegno a pagare i verdoni richiesti e ad imbarcarmi la settimana successiva.
Il terzo giorno mi convinco a visitare Panama. Il casco antiguo offre una raffinata visione dell'antica città, grazie ai grandi restauri e rivalutazioni.
Visito anche il canale, quel canale che mi separa dal Sudamerica.
Rivedo i cargo mercantili e ripenso agli infiniti giorni a bordo.
Guardo questa immensa opera ingegneristica e mi lascia perplesso. Tante persone morirono per questa costruzione e solo gli Stati Uniti per anni hanno potuto godere dei benefici di tale opera.
Rientro verso casa quando ricevo una mail. È uno degli ostelli a cui avevo scritto, pare che si sia aperta un'opportunità di lavoro a bordo di una barca a vela.
Mi precipito in ostello che capire meglio. Chiamano il capitano il quale stava cercando una persona che potesse essere utile a bordo delle sue barche. Mi chiede tuttavia di fermarmi almeno due mesi. La paga sarebbe anche buona, ma declino perché due mesi in questo periodo pregiudicherebbero troppo il mio progetto.
Mi chiede quale sia questo progetto così importante e così gli racconto la mia storia.
Chiudiamo la telefonata con lui che mi invita al primo viaggio disponibile in modo da conoscermi personalmente.
Avevo trovato il passaggio gratuito e vestivo uno dei sorrisi più ebeti che avessi mai indossato.
Lascerò Panama due giorni dopo, dalle isole di San Blas. Qui conosco Jeppy, il proprietario delle barche. Vuole vedere alcuni dei miei video è così glieli mostro. Ne resta molto colpito al punto di farmi un offerta: tre viaggi a bordo delle barche per filmare tutto ciò che accade a bordo e realizzare un video che racconti queste esperienze.
Mi stava offrendo lavoro e passaggio gratuito in cambio di tre settimane da trascorrere a bordo di un catamarano per il mar dei Caraibi: non ho potuto far altro che accettare.

Il bello del mio viaggio è proprio questo, poter cogliere le inaspettate opportunità della vita.

Verso la Colombia dunque, verso il Sudamerica!

Related Posts

Leave Comments