Playa el Tunco

L'attraversamento delle frontiere porta con se in dote diversi cambiamenti.
La frontiera Guatemala-El Salvador non fa eccezione.
La attraverso nel pomeriggio.
Come al solito un fiume separa questi due mondi.


Fortunatamente mi evito i soliti cambia valute ambulanti perché in El Salvador la moneta vigente è il dollaro.
Ho sempre con me un po' di verdoni statunitensi, in questa zona del mondo chiunque li accetta.
Dopo circa un paio d'ore arrivo a El Tunco, un piccolo villaggio di surfisti.
Più che in centramerica sembra di essere in Australia a giudicare da tutte quelle persone provenienti dalla terra dei canguri. Il primo grande cambiamento è proprio nelle persone.
Trovo un posto dove dormire e subito me ne vado in spiaggia. È circa un mese che non vedo il mare e l'ultima volta era il mar dei Caraibi in Belize.
Qui è l'oceano Pacifico, quel mare che ho attraversato su un cargo mercantile.
Sembra quasi strizzarmi l'occhio, ogni volta. Forse perché ne comprendo meglio di altri la vastità.
La spiaggia è nera, fatta di ciottoli e sabbia.
El Salvador è una terra vulcanica e dal mare svettano faraglioni e pinnacoli tra le onde cavalcate dai surfisti.
Il tramonto è meraviglioso perché la terra nera contribuisce ad aumentare il contrasto tra il cielo rosa e arancione e il mare plumbeo.
Mi siedo a contemplarlo.
La bellezza della natura e la sua contemplazione sono diventate una sorta di droga per me.
Ne sono dipendente in maniera assoluta, ne sento il bisogno ormai quotidiano.
Trascorro qualche giorno in questo piacevole villaggio tra onde, surf e piacevoli camminate prima di volgere a est.
In questo paese è molto rinomata la ruta des flores, una strada interna che collega Santa Ana alla costa.
Decido di percorrerla nella mia strada verso l'Honduras.
Cascate, laghi e vulcani dominano questa regione. Il paesaggio intorno a me è bellissimo, la natura presente tutte le possibili varietà di verde, ma purtroppo per la prima volta in questo viaggio intorno al mondo il clima non è dalla mia parte piovendo incessantemente per diversi giorni.
Non riesco a visitare il vulcano Santa Ana, ma in compenso finisco in un bellissimo mercato della domenica a Conception de Ataco. Il paesino è fantastico, ad ogni muro un affresco. In piazza tra le bancarelle sento suonare la marimba, un tipico strumento musicale guatemalteco simile allo xilofono. Trovo un simpatico vecchietto che mi permette di provare a suonarlo, ma il risultato è pessimo.
Sulla via del ritorno vedo l'indicaIone per delle cascate e così provo a dare un'occhiata. Si tratta del Chorro de la Calera e ancora una volta la natura mi regala una grandiosa sorpresa oltre ad un bagno refrigerante.
Sono scettico riguardo la capitale San Salvadòr, ma vengo a conoscenza di un vulcano meno maestoso rispetto al Santa Ana, ma altrettanto spettacolare, il Boqueròn.
In una mattina che sembra promettere bel tempo mi decido di visitarlo. Si tratta di un vulcano non più attivo, che ha creato danni immensi nel passato alla capitale. La vista dalla cima del cratere è di forte impatto poichè ormai tutto intorno è ricoperto di boschi, le cui aquile sembrano custodirne il segreto. Il cratere nel fondo pare quasi un palco nell'arena.
Resto ad ammirare la vista per diversi minuti fino a quando non sento delle gocce battere sulle mie braccia. Di nuovo pioggia, senza tregua.

Dopo circa una settimana decido di anticipare i tempi e muovermi verso il Caribe, verso l'Honduras.