Honduras

Dicono che l'Honduras sia uno dei paesi più pericolosi al mondo. San Pedro Sula è la città che vanta più omicidi al giorno. Tegucigalpa, la capitale, non è da meno.
Ogni anno le statistiche vogliono questo piccolo paese al pari di altri con questa nomea nefasta come il Venezuela e El Salvadór.
Ma già in El Salvadór mi ero reso conto di come certe informazioni siano del tutto distorte.


Non lo dico a casa, ma decido di attraversare la frontiera con mezzi di trasporto pubblici, a bordo di un chicken bus. L'unica precauzione che prendo è di non attraversare il confine con le tenebre. Arrivo alla frontiera e con me neanche un turista. La gente del posto mi sorride e si compiace di questa volontà ferma a voler toccare con mano certe credenze. Il chicken bus ci lascia a poche centinaia di metri dall'altro paese.
La strada, come sempre, è piena di camion in coda, fermi, senza autista impegnato a sbrigare le faccende amministrative e burocratiche.
Mi guardo bene intorno, non do retta a nessuno.
Sono tranquillo, non fiuto alcun pericolo.
Arrivo al banco e dopo aver compilato un modulo ottengo il timbro sul passaporto.
Sono alla ventiseiesima dogana, ormai dovrei averci fatto il callo. Ma pur così simili tra loro, ognuna ha il suo perchè.

Esco, sono in Honduras.
Il cartello che da il benvenuto è di quelli semplici, basici e senza fronzoli. Decido di fotografarlo e estraggo dalla tasca il telefono.
Subito dopo penso di aver fatto una sciocchezza e invece, intorno, nessuno che si curi di me.
Le persone ridono e mi danno il benvenuto.
Mi indicano con gentilezza ed un grande sorriso dove prendere il bus per continuare. Ad uno di questi chiedo se può cambiarmi i pochi spiccioli.
Senza esitare tira fuori un malloppo di Lempiras e cambio.
Scopro successivamente che il cambio praticato era assolutamente onesto.
Salgo sul bus, destinazione Copàn, a soli sei chilometri.
In bus tutti mi sorridono ancora e mi rinnovano il benvenuto.
Dieci minuti dopo sono nel paese senza alcuna prenotazione.
All'arrivo nessun procacciatore pronto ad offrirmi ospitalità e così cammino per le strade chiedendo informazioni. Mi viene segnalato un ostello economico e la scelta si rivelerà azzeccata.
Parlo con i proprietari, una bella famiglia che si da un gran da fare.
Chiedo dei reali pericoli del paese dal momento che l'accoglienza è stata tutto tranne che minacciosa.
Mi confortano e mi dicono di stare tranquillo, in questo paese i rischi si hanno solo frequentando spacciatori e malavita in generale. Mi danno qualche indicazione, ma in sostanza mi tranquillizzano.
Il giorno dopo mi sveglio di buon ora e mi reco a visitare le rovine Maya della città di Copàn.
Ne avevo sentito parlare tanto, fin dal Messico dove organizzano escursioni apposite.
Lo spettacolo effettivamente è notevole. Come in Guatemala i templi sono nella giungla e alcuni perfettamente conservati.
Quello che balza agli occhi è l'impressionante quantità e qualità dei decori, i particolari che mancavano in tutti gli altri siti archeologici che ho visitato.
Ancora più bello è poi poter visitare queste rovine in solitudine poiché a parte una scolaresca locale ho incontrato meno di dieci turisti.
Amo la solitudine soprattutto in questi casi dove ho la possibilità di lasciarmi andare e farmi sedurre da da questi luoghi dimenticati nel tempo.
Camminando nella foresta scorgo degli antichi palazzi, di fianco scorre un fiume. Alberi altissimi a fare da proscenio.
Mi siedo e medito come non facevo da tanto tempo.
Pace e tranquillità di colpo interrotte da un forte e numeroso gracchiare.
Incuriosito seguo il rumore e la sorpresa è dietro l'angolo: decine di pappagalli rosso porpora.
Lo spettacolo della natura ancora una volta colpisce nel segno.
Questi sono animali bellissimi che si lasciano avvicinare, quasi incuriositi.

Dopo un paio di giorni nel tranquillo villaggio decido di muovermi verso sud in direzione Utila, un isola che vanta uno dei siti subacquei più famosi al mondo. Inoltre è ben piuù a buon mercato della sua vicina isola di Roatàn.
Ovviamente continuo nella ferma volontà di attraversare il paese con i mezzi di trasporto pubblici e sosto un giorno nella tristemente nota San Pedro Sula e a La Ceiba.
Giro tranquillo per le strade, non mi sono mai sentito in pericolo.
Guardandomi in giro percepisco tuttavia che le bande criminali sono un pericolo tangibile per la popolazione. I negozi servono la merce protetti da sbarre d'acciaio, come dietro una cella. Fuori dai negozi di generi non alimentari si trovano guardie armate.
Per quanto riguarda la persona, tuttavia, non ho mai ricevuto alcuna occhiataccia o minaccia di sorta.
Le persone del luogo mi aiutano e mi danno indicazioni, alcune non rintracciabili da internet. È il caso dei trasporti per l'isola di Utila, che cambiano sempre più spesso.
Incontro anche una guida subacquea con cui il giorno dopo mi dirigo sull'isola.
L'isola pare essere quella dove fu ambientato il naufragio di Robinson Crusoe, o almeno, così credono i locali.
Le spiagge a nord sono meravigliose, tuttavia le correnti del mar dei Caraibi rovesciano proprio qui grandi quantitativi di spazzatura.
L'immagine è agghiacciante peró nel contempo aiuta a crearsi una consapevolezza ambientale atta alla preservazione dell'ambiente.
Sott'acqua i coralli sono giganteschi e le gorgonie viole paiono dei ventagli cullati dalle correnti.
È il luogo ideale dove conseguire brevetti subacquei in quanto molto economica e con immersioni molto semplici, ideali per l'apprendimento e la pratica.
La mia permanenza dura tuttavia pochi giorni in quanto un'altra terra mi chiama a gran voce.
Dopo aver attraversato due degli stati più pericolosi al mondo è tempo di volgere ancora più a sud, ho voglia di dedicare un bel po' di tempo al Nicaragua e la sua natura che pare ancora incontaminata.

Parto un martedì qualunque e dopo un veloce passaggio nella capitale Tegucigalpa mi trovo ad attraversare la ventisettesima frontiera.
Credo che si possa viaggiare tranquillamente in Honduras e El Salvadór.
Credo che molto dipende da noi stessi e da come ci poniamo.
Certo, sono nazioni oggettivamente pericolose, ma credo che con la dovuta attenzione si possano tranquillamente visitare.

È perdersi bellezze naturali come Copàn e Utila a causa di paure ingiustificate il vero crimine.