Bonito - Brasile

Dopo aver assaggiato le coste e soprattutto le spiagge brasiliane è giunto il momento di volgere verso il centro del paese attraverso un viaggio lungo e impegnativo che mi porterà fino all'Amazzonia, per certi versi il cuore stesso di questo sudamerica di cui ho apprezzato soprattutto la Pachamama, la natura.
D'altronde la Patagonia mi aveva stupito, ma a priori non potevo immaginare che l'impatto fosse davvero tanto forte. In questo caso invece, è fin dai giorni in cui, a casa, stavo pianificando il viaggio, che ci avevo posto la "bandierina". Arrivare fino a Manaus senza aerei non è complicato, tuttavia occorre tanta pazienza perché il viaggio è lunghissimo.
A dirla tutta nemmeno so con certezza quando arriverò perché le informazioni raccolte su internet sono diverse e molto frammentarie.

Ipotizzo dai sei ai dieci giorni.
Sostanzialmente il tragitto attraversa tutto il Pantanal, una regione pianeggiante che costeggia il Paraguay e la Bolivia, caratterizzato da agricoltura massiva e boschi.
Il paesaggio è quindi molto bello, ma piuttosto noioso.
Sulla strada decido di fermarmi a Dourados, crocevia per la visita ad uno dei luoghi più belli e inconsueti del Brasile: Bonito.
Ne ero venuta conoscenza grazie ad un ragazzo con cui condividevo la stanza in ostello quando mi trovavo nella capitale paraguaiana Assuncion.
Come sempre seguo le correnti universali e anche in questo caso non mi sono sbagliato.
Bonito, il cui nome deriva dall'omonimo fiumiciattolo che scorre vicino, è un tranquillo paese nei boschi.
Il paese in se è carino, ma nulla di speciale. Mi informo poco, anzi pochissimo.
Seguo alla lettera le indicazioni del mio amico brasiliano e così, il giorno successivo mi ritrovo di primissima mattina ad esplorare una grotta chiamata grotta azzurra. Nel mezzo di un fitto bosco cammino circa venti minuti per arrivare ad una montagna, alla cui valle si apre questa grande caverna. La vegetazione è rigogliosa intorno, ma già si possono scorgere le prime stalattiti e stalagmiti. Già di per se l'apertura è impressionante e basterebbe questa per giustificare una visita. Invece sì scendono dei gradini ricavati dalle rocce e circa trecento metri più giù si scorge una sorta di lago sotterraneo in cui al mattino filtra diretta la luce del sole. Grazie all'alta quantità di magnesio e altri minerali l'acqua è incredibilmente trasparente e prende un colore blu intenso. Anzi, a dirla tutta si possono osservare tre diverse e ben distinte tonalità dello stesso. Pare che la grotta risalga a circa due milioni di anni fa e si possano trovare resti fossili di creature preistoriche tra cui tigri dai denti a sciabola e bradipi giganti. Forse è per questo che uno dei simboli di Bonito sono Sid e Diego, i protagonisti del film "L'era glaciale".
Mi perdo ad osservare questo tesoro nascosto e rifletto ancora di più sulla magnificenza della natura: alla sua capacità di sorprendermi sempre di più.
Non posso fermarmi tanto tuttavia perché le visite sono solo al mattino e occorre rispettare i turni. Scatto qualche foto, giro il mio video e sono nuovamente in alto a camminare nel bosco.

A pochi chilometri di distanza viene offerta l'opportunità di immergersi nel Rio Bonito e così, avendo ancora tutta la giornata a disposizione accetto di buon grado. Questa volta la camminata è più lunga e sulla strada incrocio un gigantesco tapiro.
Al lato del sentiero incomincia a intravedersi il torrente e la trasparenza dell'acqua è impressionante.
Mai avevo visto acqua dolce così limpida e trasparente. Si potevano tranquillamente osservare pesci a decine di metri di profondità. La vegetazione intorno faceva il resto con incredibili giochi di luce e colori.
L'immersione si svolge intorno ad una buca profonda, di colore blu, e intorno i riflessi verdi degli alberi e azzurri del cielo. Sembra un quadro impressionista, tipo quelli di Monet, uno dei miei artisti preferiti, con quella moltitudine di tocchi di pennello.
La natura in fondo, proprio questo è, un'opera d'arte, un'opera che se l'uomo rispetta rimarrà in eterno, li pronta ad essere ammirata.
Questo è stato il mio antipasto di Amazzonia, ora devo riprendere la strada, lunghissima, ed arrivare fino a Manaus. Ho tante aspettative su questo luogo e la consapevolezza, quando si tratta di natura, che non verranno disattese.