Kyoto

 Durante la mia avventura in giro per il mondo senza aerei ho dovuto fare determinate scelte in modo da conciliare spostamenti, logistica e soprattutto budget risicato. Fu così che dovetti rinunciare ad uno dei paesi che più stuzzicavano la mia mente fin da adolescente, ovvero il Giappone. 

 Ma le occasioni arrivano quando meno te le aspetti e così, quando mi è stato prospettato di studiare un itinerario in Giappone con un viaggio di gruppo non mi sono lasciato sfuggire la grande occasione. 

Volevo visitare questa affascinante terra durante il suo periodo migliore o quantomeno in quelle settimane in cui il Giappone è in festa: l'Hanami. 

L'Hanami significa letteralmente "guardare i fiori" e ovviamente in questi luoghi significa vivere la fioritura dei ciliegi. 

Ma la natura è fortunatamente imprevedibile e una settimana prima di partire dall'Italia, la fioritura tanto attesa è arrivata in anticipo e temevo di perderla. Ormai non mi faccio più crucci di questo tipo e ho imparato a godere di quello che il mondo sa offrirmi. 

 

La prima tappa del mio viaggio prevede la visita di Kyoto, la città che, a posteriori, più mi ha colpito del Giappone. 

La sua cultura, i suoi templi, le sue vie, i suoi torii rossi. Questo è il Giappone che immaginavo, dai cartoni animati, dalla televisione vista negli anni novanta.  Questa terra colpisce per la gentilezza e la cordialità delle persone, per la pulizia e l'ordine, per lo stile minimalista onnipresente, per la squisita cucina.

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Kyoto è una città che non da l'impressione di esserlo. Sembra di camminare per  le vie di un grande paese, non vi è traffico congestionato che uno si aspetterebbe in una grande città giapponese.  Kyoto sembra lasciarti il tempo di vivere, non solo di osservare con occhi curiosi questa cultura così diversa dalla nostra. 

Prima di volgere verso quella che è invece la città cosmopolita per eccezione, Tokyo, abbiamo deciso di conoscere Nara, una delle antiche capitali, un luogo magico e spettacolare dove una moltitudine di cerbiatti vaga liberamente tra le strade e i santuari. Vedere tutti questi animali imboccati e fotografati non lo nascondo, non mi è particolarmente piaciuto, l'ho trovato eccessivo e innaturale; ma la città lascia comunque positive vibrazioni  e un piacevole sorriso come quando ho scoperto che il gigantesco Buddha di bronzo custodito nel suo tempio principale ha rischiato di mandare in bancarotta l'intero Giappone. 

Ma la vera magia e l'esperienza forse più emozionante è stato dormire all'interno di un monastero sul monte Koya e partecipare alla vita degli stessi monaci, le loro preghiere all'alba, il cibo vegano, le campane, gli incensi. 

E sul monte Koya, meta dei famosi pellegrinaggi degli 88 templi, luogo sacro per antonomasia, ho potuto assistere anche alla fioritura dei ciliegi grazie all'altitudine e la fresca temperatura. 

Giappone terra di desideri esauditi e sogni realizzati. E terra di magia...

 

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"La magia tiene sempre la porta aperta. Davvero, sempre. Trovarla dipende solo da noi." è una citazione di Banana Yoshimoto