Pais Bassari - Senegal


Senegal, la terra dei baobab.
Non so se è realmente così, ma questa è stata l'impressione avuta attraversando il paese dalla costa della Casamance fino ai remoti paesi di Bassari. L'unica zona montagnosa, in uno stato completamente piatto. Che poi chiamarle montagne è un eufemismo poiché l'altitudine non supera i 500 metri.

Confine naturale con la Guinea e il Mali, queste formazioni rocciose racchiudono piccoli tesori in termini naturalistici e umani. Antiche tribù isolate popolano quest'angolo di Senegal vivendo ancora secondo tradizioni millenarie. Le case sono capanne di argilla circolari, con tetti di paglia. Qui si parla pochissimo francese, al massimo Uolof, anche se le diverse etnie hanno lingue completamente diverse tra di loro. È un vero e proprio salto nel passato, ma, nonostante le difficoltà linguistiche, la popolazione è estremamente ospitale e gentile. Mi invitano a bere bissap, un the rosso molto dolce, ma dissetante, necessario in un'area così calda. Non solo, mi mostrano i loro attrezzi, tutti in legno e, fieri, i loro campi e bestiame. Il cibo è basico, riso bollito con un po' di carne e verdura, nulla di più. L'acqua è quella dei pozzi, non nascondo che ho bevuto con una certa diffidenza, ma fortunatamente non è successo nulla. Un ragazzo che parla un po' di francese si offre di portarmi in giro con la sua moto e così mi ritrovo a visitare diversi villaggi autoctoni. Finché non parcheggia la moto ai piedi di una collina e mi invita a proseguire camminando.
Un piccolo trekking, per nulla faticoso, ma reso impegnativo per l'elevata temperatura mi conduce fino ad uno dei tesori di questa regione: una cascata fantastica dove immergermi dopo la giornata calda e le fatiche del cammino. Acqua fredda, rigenerante, quello che ci voleva a coronamento di due giorni indimenticabili nelle aree più remote del Senegal dove io solo ero l'unico Toubab, ovvero l'unico bianco.
Anche questo è il viaggio e le sue emozioni.