japan

Non basterebbe una vita per poter dire di conoscere Tokyo. 

Una popolazione di quasi dieci milioni di abitanti, oltre ai tanti pendolari e perchè no, anche i tanti visitatori quotidiani. 

Ecco però di questo sono certo, non è una metropoli che sa di esserlo. Mi spiego: nella mia vita ho avuto la fortuna di visitare tutte le più grandi città del mondo, mancano al mio personale appello solo Miami, Singapore e Shangai. Tokyo non sembra questo incredibile agglomerato urbano. Sembra piuttosto un insieme di tante città, di mille sfacettature. 

 

Non c'è il traffico delle grandi metropoli, ma questo è grazie al Giappone stesso dove effettivamente viene privilegiato, con successo, il trasporto pubblico rispetto al privato. Ogni suo quartiere è ampiamente vivibile e pare abbia una sua identità e storia a se stante. Si passa dai grattacieli aille piccole viette uscite da un cartone animato. Si vedono sfrecciare fuoriserie e ragazzini in bicicletta.

Muoversi nelle sue vie e tra le sue aree è facile con l'efficientissima rete di trasporti giapponesi e a volte può capitare di essere catapultati da un sacro santuario shintoista al distretto a luci rosse di Kabukicho; dalla rilassante isola di Odaiba, al quartiere dei manga. Da Takeshita street e lo shopping giovanile alla grande finanza di Shinjuko. Tokyo ti permette di abbandonarti, di seguire il flusso, ti permette di fare tutto cioò che desideri. 

È un grande luna park per i visitatori, non lo è per chi ci vive.

Certo, la moltitudine delle persone è di forte impatto, lavorare qui è molto diverso che visitarla, i tempi sono differenti, lo stress da lavoro, l'alienazione della persona è assolutamente un fattore da non dimenticare, ma tutto appare molto piuù gestibile di tante altre metropoli, anche molto più piccole. A volte mi ha assalito la malinconia, nel vedere i tavoli singoli dei ristoranti, le persone che non parlano tra di loro, il silenzio sui vagoni della metropolitana. Altre volte, la maggior parte in realtà, mi ha assalito invece l'entusiasmo il divertimento per le stranezze che ho potuto osservare.

Ci ho trascorso diverso tempo in città e ogni giorno vi era una sorpresa: una galleria d'arte, un tempio buddista futurista, un negozio di manga porno, il mercato del pesce, un baretto di alcolizzati nel quartiere degli evaporati, un tempio, un santuario, un super mall commerciale.  Catene di negozi alla moda europei e piccole boutique indipendenti, ristoranti in cui si ordine il cibo ad un monitor e si viene serviti da un trenino in corsa che trasporta il piatto, fino a piccoli banchetti gestiti da un vecchietto capace di realizzare la miglior tempura mai provata. 

Visitare Tokyo ha significato per me ricevere migliaia di imput, innumerevoli flussi di nozioni e informazioni in un luogo dove la barriera linguistica e culturale è davvero ancora forte e radicata. Le sue molteplici luci, le sue statue bizzarre, i suoi incroci, come quello di Shibuya dove nell'ora di punta lo attraversano in media oltre 2000 persone. È un centrifugato Tokyo. 

Mi ha colpito forte. Con la voglia di tornarci, magari con occhi diversi, con gli occhi di chi ha metabolizzato tutti questi particolari. Voglio rivederla e viverla a distanza di tempo perchè Tokyo ti disorienta, non solo in metropolitana. 

image1.jpg

 

Se vuoi venire con me in Giappone sono già on line i viaggi 2019 con itinerari classici e singolari. CLICCA QUI  per scoprire tutte le opzioni. Ti aspetto a bordo!