Marocco

Il Marocco sta diventando ormai sempre di più una mia seconda casa: ci ho infatti trascorso alcuni giorni in una vacanza da piccolo con i miei genitori, quasi 25 anni fa. Chi mi conosce e ha letto il libro sa che ci ero tornato nel 2013, pronto a compiere un passo che poi per fatalità non si concretizzò.  Ho chiuso in pratica il mio giro del mondo in quella terra trascorrendoci quasi due mesi per prepararmi al ritorno in Italia e per terminare gli ultimi ritocchi al mio libro “L’Orizzonte Ogni Giorno Un Po’ Più In Là”.

E dopo neanche sei mesi ero di nuovo a Marrakech con uno dei primi viaggi di gruppo della mia #BackpackersAcademy. In quei giorni, dopo che il gruppo era rientrato in Italia mi ero reso conto per la prima volta cosa volesse dire realmente lavorare in questo ambiente, sedendomi ai lati della piazza Jemaa El Fna  con il fido amico Mohammed, a ridere e scherzare sorseggiando un the alla menta e conversando di progetti futuri. Essere lì non più come turista, nemmeno come viaggiatore ma come persona totalmente immersa in quella cultura mi aveva fatto capire di essere sulla strada giusta per me in questo momento della vita. Avevo apprezzato a tal punto l’organizzazione di Mohammed e la sua agenzia Morocco Sahara Adventures che decisi di ripetere (fatto praticamente unico nella storia dei miei viaggi di gruppo) il viaggio appena terminato anche nel 2018, nello specifico lo scorso maggio.

IMG_6715.jpgDodici persone con me, dodici amici alla fine del viaggio che mi hanno lasciato dentro emozioni sempre forti, a volte quasi difficili da raccontare. Sì perché questo viaggio in Marocco è Il Viaggio che piuù rappresente il mio modo di concepire le esperienze nomadi. Racchiude tutto ciò che voglio trasmettere alle persone: autenticità, rispetto della cultura locale, itinerari fuori dai circuiti turistici, rapporto profondo e sincero con le popolazioni locali, paesaggi ancora sconosciuti ai social network...

E anche stavolta è stato un viaggio emozionante, forte, emozionale come piace a me. Non mi pesa tornare nei luoghi che ho già visitato, anzi! È ciò che più amo di questi viaggi di gruppo: condividere le mie emozioni, i miei percorsi, le nostre esperienze. E poi, se non fosse per questi viaggi, quanto tempo sarebbe passato prima di ritrovare Mohammed, Hamou, Said e tutta la sua famiglia? Questo è il motivo che più di tutti mi spinge a tornare in quelle terre: le persone.

Rapporti duraturi che si mantengono grazie ai social ma anche e soprattutto con le promesse a cui tenere fede poiché Said vive tra le montagne, non ha neanche un cellulare ma ogni volta che ci salutiamo lo guardo negli occhi e gli prometto un mio ritorno. E così è, ancora una volta.

Tornerò in queste terre aride ma generose, tra questa gente umile e accogliente, sotto questo cielo stellato.

Quello che mi porto nel cuore è il privilegio di poter accompagnare silenzioso le persone alla scoperta, alla condivisione, a superare i propri limiti immaginari e ritrovarsi a chiacchierare all’ombra di una tenda berbera, mangiando una tajine, cantando insieme ai berberi la notte, sedersi sull’orlo di altipiani con il vuoto sotto di noi e il sole, infuocato al tramonto, a farci brillare gli occhi.

IMG_7458.jpgGli occhi che non conoscono razza, religione o cultura. Gli occhi che tradiscono un’emozione quando saluto nuovamente la mia famiglia berbera, quando poso lo sguardo sulle dune del Sahara, quando saluto Mohammed e Hamou e quando, rientrati in Italia, abbraccio tutte quelle persone che hanno avuto fiducia in me, nelle mie idee, nel mio viaggio.

In Marocco, il viaggio.

Tornerò, l’ho promesso, tra quelle terre.

 

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Per il prezioso supporto tecnico nell'abbigliamento ringrazio Canadian Sports & Fishing, in particolare per il comodissimo sacco a pelo "Burrito" e la super tshirt "travel more, worry less"