Swayambhunath

 

Swayambhunath è il complesso di templi e stupa buddiste che domina la città di Kathmandu. Secondo lo Swayambhu Purana, l'intera valle di Kathmandu era un tempo un enorme lago, dove nel centro cresceva un loto che emanava una incredibile luce. Manjusri, il bodhisattva della conoscenza, ebbe una visione del loto di Swayambhu e si recò per venerarlo.

Vedendo che la valle avrebbe potuto essere un ottimo insediamento e volendo rendere il sito più accessibile ai pellegrini scavò una gola presso un luogoo chiamato Chobar. Il lago lentamente si prosciugò lasciando la valle libera dalle acque e sopra il loto fu eretto lo stupa di Swayabhunath la cui reliquia è proprio la luce che il loto emana. Swayambhunath è soprannominata “The Monkey Temple” e questo perché la collina è invasa da migliaia di scimmie, considerate sacre da queste parti poiché la leggenda narra che Manjushri stesso un giorno stava scalando la collina dove sorge Swayambhunath. I suoi capelli crebbero rigogliosi mentre arrivava in cima e tra di essi crebbero anche dei pidocchi che si trasformarono in scimmie.

Situato in una zona tranquilla, ad ovest rispetto al centro di Thamel, ero solito andarci per andare a trovare Charlie, il mio amico Baba. In cima ai 365 scalini ci ero stato solo una volta, in un pomeriggio piovoso da stagione premonsonica.

Ora la stagione è secca e le luci viste a Boudanath mi hanno convinto a ritornare lassù.

Non è il mio luogo preferito della capitale, anche se, in questo periodo di giornate calde e soleggiate ha acquisito un fascino indiscutibile.

Prima ancora che meravigliarmi per lo stupa o per le bellezze architettoniche di tanti piccoli templi stipati qua e la, mi sono fermato per guardarmi le spalle ed osservare la grande metropoli. DSC05459

 

La vista da quassù una vera scoperta.

Mai ho potuto vedere questa immenso affollamento di case e persone. Ho visto tante città nella mia vita alcune anche dieci volte più grandi di Kathmandu, ma vedere questo agglomerato urbano alle pendici dell’Himalaya mi ha decisamente colpito più che tante altre megalopoli.

La sensazione strana di essere in cima ad una collina dove regna quiete e silenzio e ai propri piedi l’inquinamento, il casino e la sporcizia di Kathmandu.

Quand’ecco che il verso di una scimmia mi riporta alla realtà. La studio bene questa volta, mi perdo ad osservarne i dettagli, a cercare buddha incastonati nelle rocce, a seguire le acrobazie delle scimmie.

È effettivamente un posto incantevole, magico da queste parti. Perché poi Kathmandu alla fine è proprio questo: tanti piccoli tesori nascosti, in cui è bello perdersi e ritrovarsi.

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