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Tappa 8: Praia a Mare / Montevergine di Mercogliano

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Il Giro d’Italia accompagna i miei più lontani ricordi. Ricordi di estati passate in alta Val Trebbia a casa dei miei nonni. Un televisore piccolo, in bianco e nero, che mi era vietato utilizzare nel pomeriggio fino alle 17. Perché mio nonno lo monopolizzava proprio con il Giro. Mio nonno, un uomo all’apparenza burbero e severo ma con un cuore d’oro, mi cacciava da quella poltrona e si sedeva lui, per seguire la corsa. Non ho mai capito se prediligeva più Coppi o Bartali, ma ogni volta che si commentava qualcosa era sempre un riferimento a quei due campioni. Ricordo Bugno, Chiappucci, Fondriest e il primo Indurain. Ricordo che era buffo vedere che il primo della corsa avesse una maglia rosa. Ricordo che pian piano quel momento divenne il nostro momento in cui quell’uomo a tratti duro si lasciava andare. Poi venne la televisione a colori, io ero cresciuto, ma ancora adolescente, e la passione per quella corsa che non scemava. Con l’età e la scuola i nostri appuntamenti davanti al televisore si erano spostati all’altra corsa, il Tour de France, ma io nel frattempo, da solo, non mancavo mai l’appuntamento col Giro. Mi chiedevo sempre come mai non passasse dalle mie parti e finalmente un giorno passò a pochi chilometri dalla mia città. Scesi sulle strade e mi impressionò la velocità con cui i corridori passarono, il gruppo era compatto e quasi non me ne accorsi, durò tutto pochi secondi, il giorno del mio compleanno.

 

Il Pirata

E poi venne lui, il Pirata, colui per il quale mettevo la sveglia e non potevo perdermi una sola pedalata. Marco Pantani. Fu l’unico ciclista moderno a far emozionare mio nonno. Per Marco non vi erano confronti col passato, non esistevano Coppi o Bartali, Pantani era semplicemente Pantani. Leggevo tutte le mattine la Gazzetta e si ipotizzava il suo attacco alle 16. Io la sveglia la mettevo alle 15 e iniziavo ad incollarmi al televisore con i libri di Latino sulle gambe. E lui prontamente scattava, era un appuntamento fisso, come il gol di Baggio e il rigore rubato della Juve a 90mo minuto la domenica pomeriggio. Come la vittoria di Tomba la domenica a pranzo, o quelle di Valentino e Schumacher la domenica pomeriggio. Marco Pantani, con quell’aria di ragazzo normale, quell’accento romagnolo, quella pedalata. Mi alzavo dal divano e lo incitavo urlando come un pazzo e quando lui tagliava quel traguardo ero a pezzi senza voce, ma felice, emozionato. 

Il giro d’Italia per me oggi.

Il Giro d’Italia ha una storia importante, ha segnato la mia storia personale ed essere oggi chiamato a raccontarlo, secondo il mio stile e la mia natura è l’ennesima grande soddisfazione della mia vita. Ogni giorno in giro, per luoghi abbandonati e dimenticati, per le vie dei centri o per le stradine di montagna su quell’ape rosa, è come avere il mio caro nonno con me, a raccontarmi delle gesta dei corridori del passato. E forse prima che se ne andasse glielo avrei dovuto chiedere: ma chi era più forte: Coppi o Bartali? Secondo me lui tifava per Bartali non fosse altro per il simile carattere, ma Pantani... eh Pantani!

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Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole.

Halong Bsy

 

HANOI, LA CAPITALE DEL NORD

Le sue architetture, il record mondiale di fili della luce penzolare dagli edifici, la sua città nuova con negozi e locali alla moda, la sua città vecchia. Proprio quest’ultima sarebbe da visitare all’alba, quando una sottile coltre di nebbia aleggia nell’aria, le persone iniziano a preparare i banchi del mercato mentre altri si svegliano praticando Tai Chi sulle rive del suo lago centrale.

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Recente commento in questo post
Sabrina
Sarebbe interessante proporre il Trip Therapy già ai più piccoli, per una generazione più curioso e più aperta. Viaggiare, scoprir... Leggi tutto
Domenica, 22 Aprile 2018 01:30
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Con la mia lanterna, ho trovato un uomo: me stesso. Lo guardo.

Vietnam

 

La magia di una notte

La magia di una notte speciale in  un villaggio di pescatori del Vietnam, una notte che, se vissuta, rimarrà indelebile nella memoria e nel cuore di un viaggiatore.

Le stradine pullulano di gente e sul lungo fiume alcune vecchine stanno iniziando ad appoggiare a terre alcuni copricandele di carta. Il sole via via si fa rosso e lentamente si adagia sulla riva opposta. Il fiume inizia a riempirsi di barchette e anche noi vogliamo per l’occasione effettuare un giro al tramonto. Dalla barca si può osservare molto bene il volgere dell’oscurità e la magia delle prime lanterne accese.

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Trekking in islanda - Il cammino degli dei - 27/6 - 4/7/2018

islanda

MI DISPIACE MA QUESTO VIAGGIO È SOLD OUT!

Trekking in Islanda

IL CAMMINO DEGLI DEI

Landmannalaugar – Skógar Trekking

Laugavegur e Fimmvörðuháls

Distanza totale : 56 km.

Altitudine: 200-1100 m.

Massimo dislivello: 600 m.

Schermata 2018-04-06 alle 18.18.06.jpg

 

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matteo
ciao, sono interessato a questo bellissimo viaggio ma ho solo esperienza di brevi escursioni (5\6h ma mai più di 2gg di fila). bis... Leggi tutto
Giovedì, 12 Aprile 2018 08:31
Trip Therapy
Ciao Matteo, non realmente perchè il trekking in se a livello di pendenze è facile, ovviamente le condizioni meteo islandesi potre... Leggi tutto
Giovedì, 12 Aprile 2018 14:39
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Goodmorning Vietnam!

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Dovevo arrivarci dalla Thailandia e dalla confinante Cambogia per attraversarlo con mio padre, da sud a nord prima di volgere verso il Laos e poi la Cina, ma poi il destino della Vita mi ha voluto mettere i bastoni tra le ruote e complice un dovuto e forzato rientro a casa di alcune settimane e un cargo mercantile pronto a salpare da Hong Kong ho dovuto saltare questo paese così affascinante.

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Placentia diaries: #1 la Pietra Parcellara

Pietra

Complice una stupenda giornata di sole fuori stagione, non ho resistito e me ne sono andato a fare un giro nella mia provincia e la destinazione non poteva essere altro che uno dei luoghi che più amo della Val Trebbia ovvero la Pietra Parcellara.

Ne ho approfittato per realizzare questo semplice video senza pretese che però, se vi piace, potrebbe essere una nuova serie di video vlog sul mio canale in cui vi racconto le mie terre. 

Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate! 

 

 

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L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni

Dresda

Le sorprese che spesso regala il mettersi in viaggio sono tante e inaspettate.

Come vi ho raccontato nell’articolo su Berlino, questo inverno ho deciso di trascorrerlo in Europa e soprattutto in Germania. Come da mie abitudini non volevo  percorrere i classici itinerari turistici e così, dopo un rapido assaggio della capitale sono saltato su un bus in direzione Dresda, una città che da tanti anni riecheggiava nella mia testa a causa di un quadro.

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Berlino: qui sono straniera e tuttavia è tutto così familiare. In ogni caso non ci si può perdere: s'arriva sempre al muro.

Berlino

Dopo tanto, tantissimo mondo, una volta rientrato a casa ho iniziato a sentire la necessità di conoscere anche le realtà più vicine a me, e così dopo aver attraversato l’Italia in lungo e in largo per presentare il mio libro L'Orizzonte Ogni Giorno Un Po' Più In Là e la mia avventura era giunto il momento di volgere i miei orizzonti verso la vicina Germania e soprattutto verso una città che non potevo perdonarmi di non aver ancora vissuto: Berlino.

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Il desiderio è desiderio ovunque, il sole non lo scolorirà né la marea se lo porterà via.

Phi Phi and Similan Island

Durante i miei viaggi mi è capitato spesso di voler evitare le gran masse turistiche. Chi mi conosce sa anche che per un certo periodo ho proprio demonizzato i turisti stessi.

Ma è viaggiando, macinando chilometri su chilometri che la mente si apre e diventa radicale ma flessibile nel contempo.

Arrivai cosiì anch'io all’ovvio punto in cui mi resi conto che non ero nessuno per giudicare.

Quel punto in cui compresi che, al giorno d’oggi, per poter ammirare i più grandi capolavori dell’architettura, i templi più spettacolari, le cascate più emozionanti, i paesaggi struggenti dovevo inevitabilmente confrontarmi con la massa e la visione privata non era più possibile. Questo é figlio della globalizzazione, del mondo sempre più piccolo, dell’informazione 2.0, dei mezzi di trasporto sempre più veloci.

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A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell'aurora

Iceland below zero

 

Il viaggio come pura condivisione di momenti ed emozioni.

L’Islanda era la terra giusta, dove la natura ti lascia costantemente a bocca aperta per paesaggi straordinari: cascate, fiordi, geyser, vulcani.

Ma avevo un sogno che d’estate non si può realizzare poiché le tenebre manco appaiono. E di sogni io vivo.

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Amare la vita attraverso la fatica è penetrarne il segreto più profondo

Annapurna

 

 

Il viaggio della Backpackers Academy.

E così ho deciso di organizzarci un viaggio di gruppo affinché anche altre persone possano riconoscersi e comprendere questo paese umile e spirituale.

Alla ricerca di un momento, di una emozione che abbiamo trovato, guarda caso dopo giorni di fatica e condivisione. Abbandonando i comfort, lasciandoci indietro lussi e comodità quando ci siamo ritrovati a camminare tra i boschi e le montagne dell’Annapurna Conservative Area. Di notte al freddo, bevendo chai e raccontandoci storie, mangiando dhal bat e ridendo e scherzando, sentendoci uniti.

Quella fatica,  necessaria per apprezzare la visione sublime proprio di sua maestà il comprensorio dell’Annapura, a Poon Hill. Una salita lunga tre giorni per giungere ad uno dei luoghi panoramici più belli del pianeta; a circa 3400 metri di altezza camminando nelle tenebre per vedere sorgere il sole e illuminare il comprensorio dei giganti oltre 8000 metri.

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Diabete in Asia: rischi calcolati e gustose opportunità

Il diabete in Asia

Di tutti i continenti visitati durante il mio giro del mondo senza aerei, indubbiamente l’Asia è quello che meglio si presta alla gestione del diabete da parte del viaggiatore.

Come sempre accade, infatti, in viaggio la variabile legata al cibo è sempre la maggiore discriminante nonchè la più difficile da gestire.

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In viaggio con il diabete in Africa: problemi e soluzioni

Tramonto nel deserto del Sahara

 

In un giro del mondo che ha toccato 44 paesi in 1.000 giorni e, ovviamente, tutti e 5 i continenti, quello che forse in principio poteva darmi maggiori preoccupazioni per quanto riguarda il diabete poteva essere proprio il continente africano.

L’ultimo, in ordine cronologico, tra quelli visitati. Mi immaginavo di trovare difficoltà pratiche e logistiche oltre ovviamente a condizioni igieniche difficile e rischi dovuti a possibili furti.

Invece.

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Il Vietnam del nord e il festival delle lanterne di Hoi An - Dal 27/2 al 13/3

Backpackers Academy in Vietnam
MI DISPIACE, QUESTO VIAGGIO È SOLD OUT!

Un vero e proprio viaggio da sogno in una delle terre più affascinanti del Sud Est asiatico. 

Che dici, sei dei nostri?

Partenza dall’Italia: 27 Febbraio 2018

Giorno 1 27/02/2018: Partenza da Milano per Hanoi con volo di linea 

Giorno 2 28/02/2018: Arrivo e trasferimento in hotel. Resto della giornata a disposizione

Giorno 3 01/03/2018: Mattina a disposizione a Hanoi - Volo per Danang - Trasferimento a Hoian

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Trip Therapy
Dai dai Susanna, ti aspetto !!!!
Mercoledì, 20 Dicembre 2017 04:38
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La cosa più difficile è la decisione iniziale di agire, il resto è solo tenacia. Le paure sono tigri di carta.

Royal Bengal Tiger

In attesa dell’arrivo di un amico italiano a Kathmandu per poterci finalmente dedicare al 100% nel progetto Human Traction mi ritrovo ad avere una settimana libera nella capitale. Stanco del traffico, dell’inquinamento e della sporcizia inizio a pensare di esplorare un po' il Nepal, stato in cui ho passato quasi cinque mesi della mia vita, ma di cui conosco solo la valle di Kathmandu e la zona di Pokhara.

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Fa che sia il tuo cuore a scegliere la meta, e la ragione a cercare la via.

Pashupatinath

Piano piano, giorno dopo giorno sto tornando a riassaporare quei momenti che ho trascorso negli ultimi anni a viaggiare, con una meta in testa, ma con lo spirito e il cuore aperto a mille variabili sulla strada. Le prime settimane a Kathmandu sono proprio questo, il ritrovamento di una sorta di equilibrio che io raggiungo solo una volta nomade. Una ulteriore consapevolezza nel sentiero della mia vita.

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UN MONDO FATTO DI NATURA, COLORI, SUONI E BELLA GENTE: L’AMERICA LATINA

Il diabete in Sudamerica

L’America Latina è stata una delle esperienze più significative del mio giro del mondo in 1.000 giorni senza aerei. Già attraversando la dogana tra San Diego e Tijuana si iniziava a respirare un’aria nuova, diversa, frizzante.

Il Centro America prima e il Sudamerica poi, mi hanno accolto come se fossi uno di casa, con premura ed allegria. La musica per le strade ad ogni ora del giorno e della notte, gli artisti in strada, le danze, le feste paesane, i mercati cosi ricchi di colore, folklore e tradizioni. E poi quella natura forte che si manifesta prorompente nella catena andina oppure nei boschi della Patagonia, o ancora nella foresta amazzonica. Gli Oceani e quelle meravigliose coste in Nicaragua o quelle del Pacifico, in Brasile. In questo angolo di mondo ho trascorso quindici mesi, imparandone la lingua, tanti costumi e gesti. Come il mate argentino, quell’infuso di erbe della pampa che si beve con una cannuccia di metallo da recipienti ricavati in zucche. Anche a casa, spesso, mi concedo questo momento, quasi per me stesso.

Ho lavorato in quelle terre: ho fatto il videomaker, il cuoco, l’agricoltore, il muratore, il receptionista. Ho vissuto circa due mesi in tenda nel profondo sud del mondo, cibandomi spesso del pesce che pescavo nel lago o ruscello di fronte a me.

Ho percorso tutta la Carretera Austral in autostop e mi sono spaccato la schiena sui chicken bus del Guatemala.

Il Perito Moreno, Machu Picchu, le rovine di Tikal, la Ciudad Perdida, la laguna di Quilotoa, Il vulcano Acatenango, la Chapada Diamantina sono solo alcuni dei luoghi che ancora oggi solleticano la mia fantasia ogni qualvolta ci ripenso.

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Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.

Swayambhunath

 

Swayambhunath è il complesso di templi e stupa buddiste che domina la città di Kathmandu. Secondo lo Swayambhu Purana, l'intera valle di Kathmandu era un tempo un enorme lago, dove nel centro cresceva un loto che emanava una incredibile luce. Manjusri, il bodhisattva della conoscenza, ebbe una visione del loto di Swayambhu e si recò per venerarlo.

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Dopo l’Asia il ritorno al mondo occidentale: Australia e Nord America

Usa-e-australia

Ho trascorso nove mesi nel continente asiatico prima di volgere il mio itinerario verso l’Australia prima e il Nord America, poi. In mezzo l’Oceano Pacifico da attraversare senza aerei. Ci sono riuscito con una nave cargo mercantile e il viaggio è durato la bellezza di ventisei giorni.

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Ci sono solo due errori che si possono fare lungo la strada verso la verità: non arrivare fino in fondo, e non partire.

Boudhanath

Non nascondo che i primi giorni a Kathmandu ero piuttosto disorientato. L’avevo trovata come l’avevo lasciata o almeno in una chiave molto superficiale. In realtà è cambiata eccome, l’ombra del terribile terremoto del 2015 aleggia ancora nell’aria e negli occhi delle persone.

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