IL CAMMINO

60 giorni tondi tondi di cammino silenzioso. 

1750 chilometri circa percorsi. 

Questo il bilancio numerico degli ultimi due mesi della mia vita. Dal ponte gobbo di Bobbio, da quel 15 settembre sembra passata una vita e allo stesso tempo sembra ieri che litigavo con le vesciche ai piedi sulla riviera del ponente ligure. Del silenzio voglio essere sincero, non mi pesa per nulla. Potrei continuare ancora settimane, addirittura mesi. Pesa indubbiamente più a chi mi sta vicino sia fisicamente che emotivamente. Due mesi trascorsi a svegliarsi ogni mattina all'alba con un solo scopo: camminare. Questo aspetto invece non ve lo nascondo, pesa eccome. Ho voglia di arrivare a destinazione, ho voglia di darmi una pacca sulla spalla e dirmi che ce l'ho fatta. Ho voglia di svegliarmi la mattina e passeggiare per le vie di una città. Ho voglia di mettere il Cammino nella mia vita quotidiana perchè questo ad oggi è l'insegnamento più grande che porto con me: la vita semplice, umile e gentile del Cammino dovrà essere la mia vita anche a casa.

 

Schermata 2018-11-15 alle 18.49.09.pngI momenti difficili

Ovviamente ci sono stati e lo sono stati dal punto di vista fisico appena lasciata la Costa Azzurra, quando, addentrandomi tra i boschi della Provenza, una vescica non mi lasciava in pace ed ero arrivato al punto di voler mollare tutto. È successo poi vicino a Carcassonne quando mi sono trovato nel bel mezzo dell'esondazione dell'Aude e  tutto intorno a me era ricoperto di fango: mi sono sentito così piccolo e impotente e così in balia dell'universo poichè sarebbero bastate un paio di circostanze diverse per ritrovarsi invece nel bel mezzo di quella piena improvvisa. Ma non solo, ricordo la salita a Roncesvalle, con oltre mezzo metro di neve e la pioggia fitta a valle che mi hanno fatto arrivare in cima dilaniato. Gli ultimi 200 chilometri percorsi poi qui in Spagna, sull'altopiano delle Mesetas, 200 km piatti, monotoni e dalle condizioni atmosferiche proibitive: pioggia e raffiche di vento a 40 km/h quotidiane. Oggi, dopo due mesi in cammino costante i talloni  fanno male la sera, un ginocchio è infiammato, ma la testa tiene eccome, con tenacia e determinazione mi sta portando oltre quota 2000 km, verso Santiago e Finisterre. 

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I momenti belli

Sono quelli in cui il Cammino ti da le risposte e sono tanti, quotidiani. Sono i momenti in cui puoi aiutare una persona in difficoltà perchè in quelle vesciche io ci sono già passato. Sono i momenti in cui la destinazione sembra non arrivare mai e poi all'improvviso l'orizzonte viene bucato da una croce prima e da un campanile, poi. È lì, che anche stavolta un luogo inarrivabile è stato raggiunto. È la condivisione, quotidiana, di tutto: gli spazi, gli alimenti, i momenti, le birre e i calici di vino. Il mio silenzio incuriosisce e nella realtà dice già tanto più delle parole di chi invece parla. Il Cammino è sorpresa, è gratitudine, è fratellanza, è spirito di comunione, è libertà ed è essere se stessi, senza filtri. Il Cammino ti mette a nudo con te stesso ed era dai tempi del giro del mondo che non provavo più certe emozioni. 

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 Cultura e Paesaggi 

Senza dimenticare ciò che il Cammino regala agli occhi: i tramonti, le albe, le nuovole all'orizzonte, i villaggi, le chiese, i santuari, le opere d'arte. Sono passato dagli scenari della mia Valtrebbia fino alle meraviglie del Parco dell'Antola. La Liguria con il mar Mediterraneo sempre alla mia sinistra e i suoi colori e riflessi inconfondibili. La Provenza e le sue incantevoli cittadine che hanno alimentato il fuoco artistico degli impressionisti. Il Moint Saint Victoire, il castello di Carcassonne, il santuario di Lourdes, la porta di Saint Jacques a Saint Jean Pied de Pord. I ponti medievali spagnoli, i Pirenei, le prime cattedrali di Pamplona, Burgos e infine Leòn. 

Il Cammino nutre l'anima con gli occhi e il cuore con i gesti.

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